MANITA SERVITA

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Barcellona: Pinto, Montoya (1' st Sergi Roberto), Fontas (18' st Busquets), Piquet (1' st Bartra), Adriano (18' st Abidal), Keita (18' st Mascherano), Thiago (18' st Xavi), Fabregas (13' st Messi), Kiko (1' st Dos Santos), Iniesta (1' st Cuenca), Villa (1' st Pedro). All. Guardiola

Napoli: De Sanctis (38' st Rosati), Campagnaro (38' st Grava), Cannavaro (38' st Fernandez), Britos (42' pt Aronica), Maggio (32' st Lucarelli), Inler (14' st Donadel), Dzemaili (18' st Gargano), Dossena (32' st Ruiz), Hamsik (23' st Santana), Lavezzi (14' st Zuniga), Cavani (23' st Mascara). All. Mazzarri

Arbitro: Izquierdo di Barcellona

Marcatori: 26' pt Fabregas, 31' pt Keita, 17' st Pedro, 21' st Messi, 32' st Messi

Ammonito Lavezzi

Stadio Camp Nou. Settanta mila spettatori, quindici mila di questi sono dalla parte azzurra. Lo sbarco su Marte, una serata nel tempio del calcio per onorare la memoria di chi fondò il club azulgrana. Bella soddisfazione, e pensare che di questi tempi, nel 2004, il problema principale era trovare dei palloni per allenarsi dopo i veleni dei tribunali fallimentari.

Si, lo sbarco su Marte, un pianeta rosso-blu dalla lingua spagnola, nella città che un tempo viveva un filo diretto con Napoli per ben altri scopi, invidiati e invidiabili a tal punto da cancellarne le tracce per le generazioni future. Ma questo è il calcio, una stretta di mano e poi via, assaggiamo la Champions League ordinando il piatto più costoso, meglio scoprire subito cosa ci aspetta. Un po' tutti pensavano ad un Napoli condottiere ed un Barcellona schiaccia formiche, invece per i primi venti minuti sono gli azzurri a governare il gioco mentre i padroni di casa vanno al piccolo trotto.

Succede qualcosa, un sogno spezzato: Lavezzi per Hamsik che fa da sponda, Cavani in rovesciata inchioda Pinto. Goal, e che goal! Segnare un gol così al Camp Nou non lo si sogna per non mancare di rispetto, neanche lì, ma la bandierina alzata a segnalare il fuorigioco dello slovacca vale quanto una sveglia che suona sul più bello. Peccato, ma non è una sveglia solo per il Napoli, anche il Barcellona capisce che non è il caso di giochicchiare ma di dare un senso alla serata. Così il Barcellona inizia a fare il Barcellona: Adriano dalla sinistra, doppio passo, Maggio resta piantato sull'erba, cross basso nel mezzo e difesa azzurra praticamente ferma con Britos fuori posizione, Fabregas ringrazia e segna. Il Napoli prova la reazione d'orgoglio, ma gli spagnoli nascondono la palla come se nascondesse le caramelle ad un bambino. Iniesta inventa, Keita s'infila, difesa ancora immobile ed è raddoppio, poi una terza volta, sempre allo stesso modo, ma stavolta è De Sanctis a bloccare Villa tutto solo.

C'è il tempo per un giallo a Lavezzi che scaraventa lontano il pallone per protesta, quindi tutti a riposo. Due a zero, ci proviamo ma l'evidenza è innegabile, per il Napoli e non solo! Dall'Italia qualche arrogante sognatore potrebbe capire che, parole a parte, i Mister X servono a ben poco con i marziani! La ripresa non inizia come i primi quarantacinque minuti. Il Napoli, adesso, ha paura e il Barcellona inizia ad impallinare gli azzurri: Pedro, destro e palla sul palo. Passa un minuto, sinistro di Cuesta e palla sul palo opposto, poi Pedro coglie la traversa, il Napoli non sa più a che santo votarsi. Entrano man mano tutte le altre stelle: Messi, Xavi, Abidal, Sergio. Messi coglie la traversa su punizione e Pedro insacca il tris, poi scappa ancora a Campagnaro e infila al centro per l'argentino che marca il poker.

La forza bruta del Barcellona è rendere il gioco del calcio una cosa diversa: esce uno già affermato ed entra un giovane emergente, la sostanza non cambia quasi a non voler lasciar scampo. Segna ancora Messi e la gara finisce così tra le perle e la festa. Forse la gara di stasera è servita molto sotto tanti punti di vista: il Barcellona, emblema del calcio mondiale, ha un'idea di questo sport completamente diversa dall'Italia. Qui si costruisce concretamente, in Italia ci si affida alle campagne elettorali di Mister X per avere considerazione, giusto per fare una paragone tra il meglio e chi crede di avere il meglio.

Pagelle

De Sanctis 6 Poteva farci poco o nulla sui cinque gol. Bravo a chiudere su Villa nel primo tempo e sulla punizione di Messi nella ripresa

Campagnaro 5.5 Non è al top e si vede. Spesso in ritardo e fuori posizione

Cannavaro 5.5 Anche il capitano subisce in pieno la potenza avversaria

Britos 5 Perde più volte Villa, poi tiene in gioco Keita e infine esce per sospetta frattura al piede, non una bella serata

Maggio 6- Parte bene, poi dopo la giocata di Adriano sparisce per tornare a leggeri sprazzi

Dzemaili 5+ Volenteroso ma troppo macchinoso

Inler 6- In mezzo al campo si fa sentire, ma spesso è costretto a lottare da solo e cala vistosamente nella ripresa

Dossena 6 Azione d'orgoglio quando tutto era perduto. Bravo a tenere Montoya basso

Lavezzi 5.5 La voglia c'è, la grinta anche. Manca la velocità e, forse, la maturità per i grandi paloscenici

Hamsik 5 Fantasma.

Cavani 6+ Il suo compito è fare gol. Ne segna due, il primo fantasmagorico, ma il fuorigioco rende nulla la prodezza. Con più ritmo sarebbe già in forma

Mazzarri 6 Almeno ha provato con umiltà a tirar fuori dal cilindro della squadra l'orgoglio giusto, poi l'essenza ha fatto la differenza

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