LE MANI SULLA SUPERCOPPA

Rafael preghiera

Provate a immaginare una partita emozionante, con un finale thrilling. Spingetevi ancora oltre e forse troverete tracce di un match epico, destinato ad entrare nell’almanacco dei ricordi più belli. Vince il Napoli, alza la coppa in faccia alla “Signora”, quando tutto sembrava perduto. Che gara, che spettacolo dal primo al centoventesimo. Poi rigori, una serie infinita, con errori ripetuti da una parte e dall’altra. Si saranno divertiti gli spettatori neutrali, non quelli sentimentalmente coinvolti. Il successo bacia protagonisti inattesi, restituisce a Benitez la palma di allenatore top che qualcuno pronto a scippargli. Non ha sbagliato una mossa l’allenatore, a cominciare dall’inserimento di De Guzman in luogo di Mertens. L’olandesino sempre sorridente è risultato decisivo ai fini del risultato. Così come decisivo si è rivelato Gargano, lottatore indomabile, con due attributi così, come egli stessi ha sottolineato dopo aver realizzato il rigore. E’ tornato Hamsik, autore di un primo tempo di grande livello. E Higuain, dopo quarantacinque minuti di buio, si è ripreso lo scettro, ha conteso a Tevez copertina e trofeo ella fine ha prevalso. Quella zampata piazzata al 118’ ha restituito speranza e orgoglio, ha spinto il Napoli a crederci fino in fondo, fino al balzo felino di Rafael, sull’ultimo rigore calciato da Pereyra. E’ lui l’eroe di giornata, il portiere da riciclare in favore di Andujar. Ha incassato colpi bassi, prima di rispondere proprio al momento opportuno, quando la storia, già scritta da qualcuno, doveva essere contraddetta. Il brasiliano ha fatto meglio di Buffon, chapeau. Le sue mani su una supercoppa che torna a Napoli dopo ventiquattro anni. Una vittoria che arricchisce la bacheca e che allo stesso tempo può fornire un assist importante alla squadra e a Benitez, chiamata a fare bene in Europa e in campionato. ci sarà tempo per pensarci. Ora, si festeggi.

Translate »