MALAGA, SEDOTTO E ABBANDONATO DALLO SCEICCO

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Le tantissimi voci di una possibile cessione del Napoli da parte di Aurelio De Laurentiis allo sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani, già vicino tempo fa al Cagliari, ci fa ritornare alla mente la triste parabola del Malaga illusa dallo sceicco Abdullah bin Nasser bin Abdullah Al Ahmed Al Thani (il cugino di quello che vorrebbe, a quanto pare, prendere il Napoli). Nella calda estate di 4 anni fa Al Thani annunciò l’acquisizione del club andaluso diventando in breve tempo l’uomo della speranza per ogni tifoso boquerones. Era lui il salvatore della Patria in grado di portare la squadra andalusa tra le big d’Europa.

Il Malaga Club de Futbol fu fondato nel 1904 e dopo innumerevoli fusioni, fallimenti e scissioni riuscì ad acquisire anche l’Atletico Malagueño, club che negli anni Trenta era la rivale per eccellenza. Questa acquisizione permise al Malaga nel 1992 di continuare sotto il nome della sua filiale, Club Atlético Malagueño, in quanto all’interno della Federación Española de Fútbol le due squadre avevano un numero di registro indipendente. Insomma non un club ricco di trofei e di tradizione che nel corso della sua storia centenaria ha vissuto tanti anni nelle serie inferiori. L’unica vittoria di un certo spessore si annovera nel 2002 quando battendo il Perugia di Cosmi la squadra conquistò una Coppa Intertoto.

Insomma la svolta decisiva per il club era l’avvento dello sceicco: nella prima finestra di calciomercato il club spende circa 20 milioni e nel giro di un paio d’anni arrivano a Malaga Julio Baptista, Sergio Asenjo, il nostro Enzo Maresca, l’ex Bayern Martin Demichelis, il trequartista Diego Buonanotte, nonchè il bomber olandese Ruud Van Nistelrooy, il terzino Nacho Monreal, il talentuoso Isco, i centrocampisti Santi Cazorla e Jeremy Toulalan, oltre che il portiere Kameni e il centrale di difesa Mathijsen.

Il punto più alto di questi brevi anni di soddisfazioni verra raggiunto sotto la guida dell’attuale allenatore del City Manuel Pellegrini, che con la sua squadra raggiungerà il piazzamento Champions nel 2012/2013 ed arriverà fino ai Quarti di Finale, eliminato all’ultimo secondo ed in maniera rocambolesca dal Borussia Dortmund di Kloop dopo aver vinto il suo girone relegando al secondo posto il Milan di Allegri. Il Malaga era pronto a diventare una potenza europea, sostenuta da uno stadio, La Rosaleda, tra i più caldi della Spagna.

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Ma la fiaba terminò il 29 luglio 2012 quando Al Thani decise di lasciare la squadra per via di problemi con le istituzioni spagnole. Una serie di promesse non mantenute dalle istituzioni politiche circa la costruzione di uno stadio in città e di un hotel a Marbella spinsero lo sceicco ad abbandonare ogni progetto. Ovviamente la fuga del proprietario e dei petroldollari scatenò il fuggi fuggi generale dei talenti più importanti della compagine iberica. Oltre al danno, la beffa. Infatti la storia si conclude con l’impossibilità da parte del Malaga, qualificatosi all’Europa League della stagione successiva nonostante i tanti problemi, a partecipare alla competizione per mancati pagamenti alle autorità spagnole ad altri club con i quali erano stati chiusi affari di mercato. 

Fortunatamente per i tifosi, il Malaga è riuscito a mantenere la massima serie spagnola ma ormai i sogni di gloria non risiedono più lì. Sedotti e abbandonati, resta la fede. Cosa impariamo da questa piccola storia? Semplice, Al Thani ci ricorda che senza un progetto serio, un investimento economico importante e la collaborazione delle istituzioni politiche, i quattrini da spendere per una squadra di calcio non arriveranno mai. Che amara verità. Addio calcio romantico, quanto ti abbiamo amato.

¡Hasta la próxima!

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