Lotta Champions: il calcio è di tutti
Mancano poche giornate alla fine del campionato e se il verdetto per lo scudetto sembra già scritto – a favore dell’Inter di Conte – interessante è diventata la lotta per la Champions League, soprattutto per la “caduta” di Juventus e Milan.
Tre squadre in lotta per il terzo posto: Milan, Juventus e Napoli con l’Atalanta a poche lunghezze, salda e forte del suo gioco dietro l’Inter.
È strano che in giorni concitati come quelli legati al progetto SuperLega– nato e abortito in quarantotto ore – ci siano proprio due squadre come Atalanta e Napoli a insidiare i posti “designati” dal censo per il Diavolo e la Vecchia Signora. Eppure è così, lo dicono i numeri e i campi.
Se Napoli e Atalanta continuano a macinare gioco, chi meglio chi peggio, le due “grandi” si sono fermate. Sconfitta per il Milan contro la Lazio e pari a Firenze per i bianconeri.
Certo è che i rispettivi crolli hanno sapori e ragioni diverse.
Guardiamo al Milan.
– La squadra di Pioli pareva, fino alla chiusura del 2020 destinata al miracolo scudetto ma poi, inesorabilmente, i rossoneri hanno perso punti, mancato obiettivi e in alcuni casi perso testa e controllo. Emblematica la gestione del caso Ibra a Sanremo e – per venire a questioni di sport – quella del rinnovo rimandato in eterno a Donnarumma per vile ragion di denaro.
– Poi la Juventus. Quella di “Pirlolandia” ma, sia mai essere tacciati di voler offendere il maestro, chi scrive non vuole infierire sulla totale e manifesta incapacità di gestire il progetto “Juventus rifondata” da parte del campione del mondo.
Sì perché ormai il fallimento del nuovo corso juventino è conclamato e non c’è qualificazione della – bistrattata dalla società – Champions League che tenga. Tanto che sembra essere vicino il ritorno di Allegri in panchina, giusto per dare un colpo di spugna agli ultimi due anni e alla faccia del rinnovamento del calcio millantato dai fondatori della SuperLega, Agnelli in testa.
Già e qui veniamo al campo unico vero giudice, giuria e boia di qualsivoglia colpo di testa o velleità: Juventus e Milan, stanno dimostrando – chi più chi meno – non solo d’aver smarrito l’onore ma anche di essere incapaci a fronte di altre realtà a tenere il passo. Cosa che invece non costa fatica all’Atalanta di Gasperini, gli orobici sono sempre più padroni del pallone e con forza stanno dimostrando di essersi belli e che affrancati dal ruolo di “piccola” o di “sorpresa”.
Passo che ha ripreso anche il Napoli di Rino Gattuso. Gli azzurri sono vicini al raggiungere un obiettivo insperato fino a qualche mese fa, con il mister che lascerà con ogni probabilità Napoli e i tifosi con un retrogusto dolce amaro in bocca per una storia d’amore, nata sotto i migliori auspici, ma dal mancato finale.
Ecco la lotta per la qualificazione alla prossima Champions League che si va a profilare è uno schiaffo dritto in faccia ai potenti del calcio che hanno pensato di poter rendere il pallone uno sport per pochi. Il calcio è di tutti. Di Ronaldo quanto di Insigne, di Ibrahimovic così come di Zapata.
Sono gli uomini a fare lo sport, quelli che vanno in campo e il “dito contro” di questa settimana punta all’indirizzo dei presidenti convinti di aver a che fare con le figurine.
Non solo loro però, anche gli allenatori non sono esenti da critiche: citofonare Pioli e Pirlo che per ragioni diverse, magari centreranno l’obiettivo, ma si può dire che hanno ancora tanto da imparare su questo sport e sul campionato di serie A.
Tra gli altri sorride Gasperini, Gattuso forse lascerà il posto a Spalletti, Max Allegri è pronto a riprendersi la Juventus, Conte potrà mettere nel curriculum un altro scudetto italiano. E il prossimo anno tornerà Maurizio Sarri. La Serie A, checché ne pensino i magnati del calcio, resta un campionato bellissimo e nell’attesa della stagione che verrà non resta che godersi gli ultimi scampoli e battaglie per un posto nell’unica – per ora – Europa che conta.