LA MOVIOLA ALLE INTENZIONI
C’è un’immagine che sta girando per il web che è la fotografia perfetta di un momento, prima che di un volto. Dries Mertens ascolta, attonito, le striscianti insinuazioni di Massimo Mauro, che tra le righe lo sta accusando né più né meno di essere un simulatore. L’iniziale sorpresa lascia pian piano il posto ad una perplessità sempre più convinta, edulcorata giusto un pizzico dal fatto che il francofono Dries non avrà colto certo ogni singola parola del discorso. Ma l’antifona l’ha capita eccome, basta guardare quell’espressione che vale più di mille spiegazioni.
Noi invece abbiamo capito benissimo, anche se per un po’ in molti non saranno riusciti a credere alle proprie orecchie. Sky stava vivisezionando in diretta tv l’intervento di Cana, che a velocità naturale sembra un treno che travolge un cagnolino. A velocità in scala 1/10000, invece, sembra quasi che quel tocco del difensore non sia tale da indurre lo scricciolo di uomo che è Mertens a cadere. Infine, visto che anche a velocità lumaca il fallo si vede piuttosto chiaramente, non resta che l’extrema ratio: inchiodare l’attaccante con tono inquisitorio, provando ad estorcergli l’abiura o nel migliore dei casi la confessione. Figuriamoci se poi qualche solerte analista del fotogramma avesse beccato il millimetrico fuorigioco di Higuaìn sul nascere dell’azione, quello che ha portato Reja a fare da avvocato di se stesso per dieci minuti-dieci a Mediaset: orgasmo collettivo in studio, con Mauro portato a braccia in infermeria e sedato a botte di morfina. Insomma, scherzi a parte, si tratta di un processo alle intenzioni senza precedenti, peggiore anche di quello post Napoli-Torino, con ancora una volta Mertens protagonista. Come se adesso non bastasse più capire quanto e come sia stato penalizzato un attaccante da un fallo, come se ormai invece di cercare il pelo nell’uovo si provi a cercare l’uovo nel pelo. Così, giusto per instillare il dubbio anche dove non sembrano proprio esserci dubbi.
Un atteggiamento, peraltro, riservato solo al Napoli. Giusto per fare un paio di esempi, non ci sembra di ricordare lo stesso interrogatorio a Ledesma che meritava un rosso grande quanto una casa, o a Novaretti per il fallo in area su Higuaìn. Lungi dal voler fare i complottari del piffero, non c’è neanche da andare ad indagare troppo su eventuali disparità di trattamento con altre big del campionato, ché di questa robaccia ce n’è già troppa. Il sogno sarebbe che un giorno i signorotti da studio tv smettano di fare le pulci alla moviola e si preoccupino di parlare di calcio. Ma resterà un sogno, appunto, quindi tanto vale almeno sperare in una vivisezione pari per tutte.