"LA CONTRADA AZZURRA ESPUGNA SIENA"
Nella terra del Palio, nella terra del dolce mandorlato panforte, è qui che il Napoli cerca il suo rilancio, è qui che gli azzurri cercano il riscatto e il rilancio in campionato, senza Inler squalificato, Dzemaili infortunato, Aronica "febbricitante" nella sua Palermo, insomma l'incerottamento la fa da padrone in casa Napoli.
Non si vince a Siena dal 1946, 66 anni, è un tabù da sfatare, è una vittoria da cercare con forza mentale e fisica, cercando di imporre il proprio gioco, cercando di non deludere quel migliaio di tifosi arrivati fin qua da Napoli e tutto il nord Italia.
C'è un pallido sole, cielo sgombro da nubi, almeno questo, bisogna rimboccarsi le maniche, gli azzurri sono sul terreno di gioco per il riscaldamento, sono tesi, concentrati, il tifo dei sostenitori non li distrae, pare manco esistono, la delicatezza dell'incontro è palpabile, c'è Donadel in coppia con Behrami a centrocampo, Hamsik, Insigne, Cavani, in attacco, il pacchetto difensivo è composto da Gamberini, Campagnaro e Britos, gli esterni Maggio e Zuniga, in porta De Sanctis.
Il Siena viene da cinque sconfitte consecutive, Iachini ha preso il posto di Serse Cosmi, esonerato in settimana, cercherà di limitare al massimo i danni, lo schieramento senese è una roccaforte, il solo Calaiò in attacco sostenuto da De Agostino, il resto è solo da bunker con al comando Matteo Contini ex del Napoli.
Inizia la partita, nei primi dieci minuti il Siena non vede palla, poi Iachini urla come non mai e i suoi ragazzi si mettono alla pari del Napoli, da questo momento diventa una partita noiosa, anche se a senso unico, giocata a sprazzi, più sul piano nervoso che su quello tecnico, gli azzurri cercano i varchi con sovrapposizioni sulle fasce, stabilmente occupate dagli uomini di Iachini, senza Inler e Dzemaili, inutile sfondare al centro, si sarebbe rischiato tanto nel contropiede senese.
Si va avanti tra sbadigli e stiracchiamenti, diciamola tutta, è una partita noiosa, si avverte nell'aria la noia, non c'è testa e quando non c'è testa non c'è cuore e le gambe non girano.
E' un susseguirsi di azioni stiracchiate ed ammucchiate incredibili, Mazzarri avrà il suo ben da fare nell'intervallo, bisogna intervenire nella testa dei giocatori, la confusione regna sovrana perché non c'è modo di pensare, l'impostazione latita e la fatica si vede ad occhio nudo.
Nella ripresa, stesso copione, primi dieci minuti all'assalto, Siena in difficoltà, poi si riequilibra la partita, ma il Napoli a differenza del primo tempo, sembra più padrone del campo, almeno l'impostazione ritorna, prima Cavani, poi Hamsik e Behrami insidiano la porta di Pegolo, si cercano i tiri dal limite, si cerca la conclusione con manovra a "giro", entra Pandev ed esce Gamberini, esce Zuniga ed entra El Kaddouri, ora cambia volto la partita, il ragazzino mette il pepe nelle azioni degli azzurri, crea spazi, si porta dietro due giocatori, esce Insigne che ha speso tanto, ed entra Mesto, l'asse offensivi inizia a dare i suoi frutti, il Siena è in difficoltà, l'arrembaggio continua, il top lo si raggiunge all' 85', azione sulla sinistra, palla al centro per Pandev che viene anticipato da un difensore, arriva Maggio in corsa ed insacca, GGOOOOOOOLLLLLLLLLLL, corsa verso Mazzarri che lo abbraccia, messaggio questo recepito da tutti, il gruppo è solido e sono tutti con Walter Mazzarri, Napoli in vantaggio a Siena a 5' dalla fine più recupero.
Ormai è collaudato, il Napoli è padrone del campo solo con il 4 – 3 – 3, la domanda è perchè aspettare la ripresa, se non oltre, e non iniziare cosi? Mah, il tempo di ricominciare a giocare e dE Kaddouri s'invola sulla fascia sinistra, serve Pandev, che con una magia si libera di Contini che non trova di meglio che atterrarlo in area, RIGORE !!! all'89' sul dischetto arriva Lui, il Matador Cavani, piazza il pallone, aspetta il fischio dell'arbitro, GGGOOOOOOOOOLLLLLLLLLLLLLL, palla da una parte portiere dall'altra, raddoppio azzurro firmato da Cavani, che ora è ad una lunghezza da El Sharawyi.
C'è solo il tempo di segnalare il recupero, 3' e l'ennesimo tabù sarà sfatato, dopo 66 anni, il tempo di espellere Calaiò, ammonito per fallo di mano ed espulsione per qualche parola di troppo a De Marco, finisce in 10 l'inutile battaglia di Iachini.