IL SOGNO DIVENTA REALTA’. DALLA 1 ALLA 5 GIORNATA

Per dare titolo al nostro amarcord, vogliamo prendere in prestito il celebre romanzo di Alessandro Dumas Padre, che descrive le avventure dei tre moschettieri e D'Artagnan, un pò invecchiati ma sempre animati da spirito di avventura e ancora una volta capaci di avvincere il lettore dalla prima all'ultima pagina del libro. 

Dunque, venti anni trascorsi dalla irripetibile cavalcata degli azzurri che nel campionato 1986 –’87 riuscirono a portare in riva al golfo partenopeo il triangolino tricolore.

Molti di noi ricordano ancora emozioni, gioie, palpiti, ansie che hanno caratterizzato le domeniche autunno-invernali, fino alla 'radiosa' primavera del maggio 1987.

Vent'anni dopo il sogno diventa realtà

In un clima di giustificata euforia, gli azzurri scesero in campo per la prima giornata del campionato 1986 –’87  a Brescia, contro la squadra locale appena risalita in A, dopo un purgatorio fra B e C di sei campionati.

(Brescia-Napoli) Il 14 settembre 1986 così scesero in campo le formazioni : Brescia : Aliboni, Giorgi, Gentilini. Occhipinti, Chiodini, Branco. Turchetta, Bonometti, De Giorgis, Zoratto e De Martino.

Napoli : Garella, Bruscolotti, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica. Caffarelli, De Napoli, Giordano, Maradona e Carnevale. Ci vollero 41 minuti per scardinare il bunker dei lombardi, superato con una irresistibile serpentina di Maradona, simile a quella che consentì all’ Argentina di realizzare il 2° gol nella semifinale mondiale contro il Belgio. Nella ripresa, oltre un palo colpito da Bagni e due bei  interventi di Garella altro non successe, suggellando alla fine il primo successo del Bianchi team.

Tre giorni dopo ( allora le competizioni internazionali erano in programma tutte al mercoledì ) al S. Paolo scesero in campo i francesi del Tolosa per l’ andata del primo turno di Coppa Uefa.  Nelle file dei transalpini giocava nel ruolo di centravanti quel Yannich Stopyra giustiziere dell’ Italia ai recenti mondiali messicani. La gara vide un continuo assalto alla porta francese per tutti i novanta minuti, ma alla fine nonostante i notevoli sforzi, solo grazie ad un acrobatico e spettacolare colpo di testa di Andrea Carnevale, Il Napoli uscì vittorioso dal campo con il punteggio di 1 -0, risultato che lasciava pienamente aperta la posta in gioco.

(Napoli-Udinese) La partita successiva di campionato Napoli – Udinese venne preceduta il sabato  da una notizia bomba : tutti i giornali e testate radio – televisive annunciarono la nascita di un bimbo che, la madre, di nome Cristiana Sinagra, affermava di aver concepito nientemeno che con Diego Armando Maradona. Il “ Pibe de oro” non volle ( e non lo farà per parecchio tempo ) rilasciare alcuna dichiarazione in merito a ciò, ma in campo sia lui che i suoi compagni lasciarono intravedere un evidente nervosismo, non riuscendo ad esprimersi come da loro abitudine. Al gol ( il 1° in maglia azzurra ) di “ Rambo” De Napoli rispose all’ inizio della ripresa Ciccio Graziani,  alla sua ultima stagione in serie A. Argutamente “ Sport Sud “ titolò a nove colonne : “ Undici uomini in una culla “, sintetizzando magnificamente il senso di disagio di tutto l’ ambiente partenopeo. Bianchi, Marino e Ferlaino faticarono non poco per riportare serenità in un ambiente che, come la storia insegna, risente spesso di intromissioni di ogni genere.

(Avellino-Napoli)  Il derby con l’ Avellino che precedeva la gara di ritorno con il Tolosa, si concluse con uno 0 -0 senz’ infamia e senza lode, con il rimpianto di un palo colpito da De Napoli ad un quarto d’ ora dal termine. I riflettori si spostarono sulla Francia, in quel di Tolosa per il retour – match di Coppa Uefa. Dopo pochi minuti, Andrea Carnevale, solo e con il tutto tempo possibile a disposizione per calciare a rete, incespicò un po’ goffamente  sul pallone, non riuscendo neppure a concludere. Come da copione, al gol sbagliato seguì quasi immediatamente il gol subito ( Stopyra al quarto d’ ora ) che riportava in perfetta parità le sorti del doppio confronto. Ma il peggio doveva ancora venire….ai calci di rigore, la situazione era ancora pari al momento degli ultimi tiri dal dischetto. L’ argentino Tarantini, campione del mondo 1978, realizzò il suo, portando avanti i suoi. Poco male  si pensò, ora tira Diego. Chi seguì la gara in televisione, non può non ricordarsi un particolare curioso. Al momento del tiro, la linea andò via per qualche istante, impedendo la visione dell’ esito della conclusione. Ripreso il collegamento, ecco comparire l’ immagine raggelante del portiere francese con le braccia alzate. Cos’ era successo ? la parabola di Maratona, forse fin troppo perfetta colpì il palo interno, andando a finire sul fianco dell’ estremo difensore transalpino. Fu il momento più difficile della stagione azzurra. Le polemiche riguardo l’ eliminazione subita da una squadra di tasso nettamente inferiore si sprecarono, oltretutto dopo tre turni di campionato, il distacco dalla Juve era già di due punti, l’ opinione pubblica soffiava sul fuoco anche sulla vicenda della presunta paternità di Diego, si andò ad affrontare il Torino ( squadra di buon livello ) in un clima che sapeva già di ultima spiaggia ( con le consuete  esagerazioni di italico stampo, visto che si era giunti appena al 4° turno ).

(Napoli-Torino) Per il Napoli scesero in campo : Garella, Marino, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica. Caffarelli, De Napoli, Giordano, Maradona e Carnevale. Nel “ Toro” vi erano elementi di valore come Beppe Dossena, il brasiliano Junior, i futuri azzurri Corradini e Francini, coadiuvati dal quel magnifico tecnico corrispondente al nome di Gigi Radice, condottiero dell’ ultimo scudetto granata del 1976. Al 10° l' ex- interista Sabato, si inserisce magistralmente su una palla sporca, e con la suola infila Garella. Metaforiche ( era una splendida giornata di sole ) nubi minacciose s’ addensarono sul S. Paolo, dissolte per fortuna quasi immediatamente ( minuto quindici ) dal pareggio ottenuto con una strepitosa rovesciata in area da Salvatore Bagni. Tutta la squadra riprese fiducia nei propri mezzi, nel corso di uno spumeggiante  secondo tempo Ciro Ferrara e Bruno Giordano ( rispettivamente ai primi gol, in assoluto per il difensore ed in campionato per l’ attaccante ) posero il sigillo per una franca vittoria per 3 – 1, con un Maradona tornato ad essere come suo solito decisivo, ispiratore del secondo e del terzo gol. Ora la Juventus, bloccata sullo 0 -0 dal Milan di Liedholm, era di nuovo a portata di mano, ad un  solo punto di distacco.

(Sampdoria-Napoli) La Domenica seguente l’ aggancio era cosa fatta : con un po’ di fortuna, gli azzurri violarono il Marassi di Genova col punteggio di 2 -1 superando la Sampdoria di Vialli e Mancini, fermata da due traverse nel finale. La Juve impattò a Firenze per 1 -1, a seguire la coppia battistrada c’ era a sorpresa il Como di Mondonico, a due punti seguivano la Roma e l’ Inter. Riprendendo un pallone respinto dalla traversa, a seguito del solito pezzo di bravura di “ Re Diego “,  Gigi Caffarelli portò avanti il Napoli dopo soli sei minuti. L’ inevitabile reazione blucerchiata, incessante nella sua continuità, ebbe i suoi frutti al quarto d’ ora della ripresa grazie ad un penalty trasformato da Vialli. Al  65° però, l’ erede del “ Principe del fischietto “ Concetto Lo Bello, al secolo Rosario, abbastanza magnanimamente per la verità, punì anche  i soriani con un rigore, decretato a seguito di un abbraccio di Wierchovod ai danni di Diego, naturalmente giustiziere della “ BandaBoskov “ dagli undici metri. L’ assalto finale dei padroni di casa andò ad incocciare in due traverse colte da Briegel e Mancini. Così, dopo la bellezza di quindici anni ( dai tempi di Altafini cioè ) il Napoli tornò vincente da Genova sponda blucerchiata. Un altro evidente segno del destino…

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