GRINTA MAZZARRI E RINASCE ANCHE LO "STANCO" LAVEZZI

GRINTA MAZZARRI E RINASCE ANCHE LO "STANCO" LAVEZZI src=

E' tornato. In ritardo, in tutti, i sensi ma finalmente è tornato. Trascinatore intrapendente di un gruppo che da sempre si è aggrappato ai suoi guizzi sapienti e a quelle volate magiche che accendevano la folla ed incoraggiavano i compagni.  Lo "stanco" Lavezzi si è ripreso Napoli sciorinando il repertorio al gran completo: dal passo di tango in mezzo all'area all'accelerazione inarrestabile.  Ha preso il motorino a centrocampo involandosi verso il povero Viviano a tutta velocità come ai vecchi con annessa conclusione sgangherata. Una gioia vederlo zampettare sul prato infuocato del San Paolo, soprattutto lo svantaggio iniziale. E dire che doveva essere stanco per  per il travagliato viaggio di ritorno dopo gli impegni con la nazionale. Anzi per gli impegni di volo visto che Maradona non lo ha fatto giocare. Tra tribune, passaporti persi e rientri dell'ultimo minuto (è arrivato a Napoli solo sabato) il rischio di riavere un Lavezzi demotivato e giù di giri era reale, concreto. Il Lavezzi triste di questo inizio di campionato, tanto per intenderci. Un problema antico che si era riproposto anche prima della sciagurata trasferta di Marassi persa 4-1 con i cugini genoani. Quella volta il Pocho era tornato di venerdì e la domenica sera finì in panchina mentre questa volta il rientro è avvenuto ad appena ventiquattro ore dal calcio d'inizio e Lavezzi in campo ci ha messo piede dal primo minuto da protagonista. Nelle due esperienze vi è una differenza sostanziale: l'allenatore. Da una parte l'apatico Donadoni e dall'altra gli occhi della tigre di Mazzarri. Da un lato l'impiegato che attende annoiato la fine del turno di lavoro e dall'altro un vulcano di grinta e motivazione. E' bastato dunque un sguardo, al nuovo tecnico, per infondere la necessaria fiducia e quella carica che hanno permesso al Pocho di tornare ad essere un giocatore imprevedibile, imprendibile e decisivo.

 

Non è un mago Mazzari, lungi da noi volerlo pontificare dopo una vittoria casalinga sul derelitto Bologna. Il nuovo mister ha però capito, a differenza del suo illustre predecessore, quali corde toccare per far risvegliare dal lungo torpore il Napoli. Non tutte le piazze sono uguali, non vi è un modello standard da applicare ovunque e comunque. Non l'ha fatto invece Donadoni e ci passa una grossa differenza. In una piazza così calda servono anzitutto grinta e motivazione per portare a casa i risultati. Il tecnico bergamasco pensava all'esterno che non è arrivato o al centrocampista di peso che gli avrebbe fatto comodo dimenticando di fare l'allenatore. Se a distanza di dieci giorni Lavezzi è tornato ad affondare con lo stile e la sfrontatezza che lo contraddistinguono e finanche Pazienza, non propriamente un maratoneta, si mette a correre significa che qualcosa di tangibile e profondo è accaduto. Niente di tattico e tecnico, è troppo presto per fare questi discorsi, impossibile mutare l'assetto di una squadra in così poco tempo. Si può invece avere un riscontro immediato andando a chiedere ai giocatori di scarificarsi per il compagno in difficoltà, di ritrovare la voglia di lottare, di stringere i denti e non arrendersi alla prima difficoltà. Ne ha giovato la squadra ma pure i singoli, di riflesso. Lavezzi in primis, caricato come una molla e responsabilizzato. Si è sentito rinfrancato, considerato nuovamente speciale dopo le vicende estive e l'arrivo di Quagliarella che ne hanno offuscato un po' la stella. Niente di speciale o Special One che dir si voglia. Mazzari è un allenatore di campo, non da conferenza. Ricorda i mister di un tempo che urlavano e si sbracciavano per farsi capire dai propri giocatori, infischiandosene di etichetta e telecamere. Adesso va di moda stare seduti in silenzio che tanto i ragazzi sanno già cosa fare. Non era ciò che serviva al Napoli. Lo ha capito subito Mazzarri e lo ha trasmesso con efficacia ai giocatori. Ma quale stanchezza, ma quale scienza tattica: avanti a tutto cuore e motivazione, per il resto ci sarà bisogno di tempo e tanto duro lavoro. 

Translate »