Il ‘Graffio’ di Corbo: “Un test per Giuntoli”

Troppi giocatori, questo il tema urgente per il Napoli. Riuscirà Giuntoli a vendere? Ricorderete di affanni di Bigon, che preferiva il ruolo di assistente alla panchina. Al resto provvedeva De Laurentiis. Con quattro giovani della primavera da mettere in rosa, è più complicato dare un assetto giusto. Per ora Sarri va avanti. Sembra il miglior acquisto, arriva in tempo con la sua voglia di lavorare, di insegnare calcio e umiltà dopo il biennio dei sogni. Sarri emerge bene nell’articolo che ho appena scritto per Repubblica.

Il Napoli ed il suo pubblico si stanno svegliando insieme. Erano tramortiti dal 2-4 del 31 maggio, spietata quella notte, ancora da capire il rigore sbagliato di Higuain e la vittoria della Lazio. De Laurentiis si agita molto, i tifosi osservano con prudente ottimismo. Coincidono i segnali della svolta, è già qualcosa dopo la stagione del grande inganno, il perfido finale ha sottratto molto più di quaranta milioni. Almeno il doppio, se si aggiungono ai mancati introiti di Champions il crollo delle quotazioni di mercato di molti giocatori.
Una ricognizione nel cantiere Napoli consente un primo bilancio. Al mercato De Laurentiis rinnega la sua massima: prima vendere, poi comprare. Fa il contrario. Ha già preso Reina, Valdifiori, Allan, Astori. Si parla di Sala. Tranne il portiere e il regista dell’Empoli nessuno è una prima scelta. Dinanzi ad Astori c’era Rugani, su Sala prevale il croato Vrsaljko come motore di destra, volato via Darmian. Ma se si leggono montagne di parole e nomi per le milanesi, certe operazioni del Napoli sono definite o bene avviate.
L’ira dopo i ciclo Benitez, la voglia di rifarsi, l’impazienza: tutto spinge De Laurentiis ad una frenetica ubiquità. Sembra che sia ovunque. Per lo stadio prepara le carte con un gruppo di legali napoletani e casertani esperti in procedure, invita il direttore sportivo Giuntoli a considerare il settore giovanile meglio e più di quanto non abbia fatto il suo predecessore, ascolta Sarri che rappresenta la sua migliore intuizione. Ci voleva: concretezza e lavoro.
Proprio intorno a Sarri si realizza la prima novitàa. La tenacia del sapiente artigiano alza una ventata di sana umiltà. Con il magnifico rettore di Madrid si sentivano tutti liberi docenti. I risultati sono stati largamente inferiori ai rispettivi ingaggi e alla spocchia che determinava sconfitte atroci con le squadre modeste. Lo stesso presidente fu costretto ad imporre un ritiro punitivo, sospettando allegri stili di vita, ritiro purtroppo sospeso dopo tre vittorie con 10 gol. Magari Benitez e la squadra fossero rimasti in clausura.
Chi conosce il calcio, prevede questo ritorno alla sobrietà. Sarri non ha avuto dubbi. Sa che un giocatore oggi è un’azienda. Sfora spesso con il bilancio, ma quando se ne accorge, cambia. Non c’è uno che non si sia messo al traino di Sarri per essere riportato in alto. Ora che dalle nuvole sono tornati tutti sulla terra, i giocatori temno anche gli effetti di una concorrenza più serrata. Ne sono troppi. Per alcuni la freccia porta solo all’uscita. Inler ed Enrique di sicuro, almeno uno tra Rafael e Andujar, rischia Ghoulam che soccombe a Strinic nella momentanea valutazione, sono ristretti gli spazi per Vargas ed El Kaddouri. Due le incognite: che sarà di Callejon e Zuniga? Il primo spera di tornare in Spagna, ma vale secondo gli esperti dieci milioni meno dell’estate 2014. Lo svolazzante Zuniga non si sistema facilmente con 3,5 milioni netti di ingaggio. Non gioca in Italia da tempo, ma un calciatore a km Zero non è nolto richiesto. Qualche errore si registra proprio sui contratti. Prorogato Maggio per tre anni. Troppi per un trentatreenne (classe ’82) se è vero che il Napoli deve investire sulla stessa fascia. Rincorre dopo Darmian, Vrsaljko ed ora Sala. Questa folla in uscita aiuterà a valutare Cristiano Giuntoli. Gli si accredita un dinamismo pari all’enorme ambizione. Ha un’estate decisiva per la sua carriera e non mandare il Napoli in profondo rosso.

(Antonio Corbo, La Repubblica Napoli)

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