Gli errori del Barbera
Dov’è Andujar? Ci risiamo. Proprio nel momento in cui il Napoli , reduce da un filotto di vittorie consecutive e rassicuranti , aveva la possibilità di portarsi immediatamente a ridosso del secondo posto , arriva puntualmente una sonora sconfitta , figlia perlopiù delle azzardate e delittuose scelte di formazione di Rafa Benitez. La prima di queste è senza ombra di dubbio legata alla figura di Rafael : il giovane portiere brasiliano ha preso indubbiamente sulle spalle un’eredità pesantissima. Sarebbe difficile per qualsiasi portiere esperto far dimenticare l’immagine che Pepe Reina , in un solo anno , è riuscito a dare di sé al pubblico napoletano. Ma Cabral non solo non sta ripagando le attese dei tifosi , che pur lo scorso anno ne apprezzarono le qualità in diverse incontri , ma si sta rendendo sfortunato e goffo protagonista di troppe imbarazzanti prestazioni della retroguardia. Parliamoci chiaro : è assolutamente evidente l’errore societario e del tecnico di riporre fiducia in un ragazzo di appena vent’anni , abituato a giocare un calcio differente da quello italiano e perlopiù reduce da un infortunio. Un uomo come Bigon , che conosce bene la piazza azzurra , avrebbe dovuto capire che il pubblico partenopeo difficilmente è capace di perdonarti anche solo un errore. Specialmente se ha ancora negli occhi il ricordo di un fuoriclasse in quel ruolo. Puntare su Rafael è stato un azzardo. Un azzardo ad oggi che si sta perdendo. Ed è un ragionamento qualunquista citare la Supercoppa di Doha , dove Rafael risultò tra i protagonisti. Una rondine non ha mai fatto primavera. Specialmente se si considera che il ruolo di un portiere , oltre a quello di parare , sarebbe anche quello di infondere sicurezza ad una difesa che già sbanda di proprio. Da Bilbao , Rafael non ne ha azzeccata più una o quasi. L’errore sul primo goal palermitano ha del grottesco e del tragicomico , snervante diventa addirittura la sua totale incapacità di uscire dai pali anche sul più innocuo dei traversoni avversari. Il suo credito è finito e bisognerebbe anche rispettare chi , come Andujar , è sempre il secondo portiere della Nazionale argentina , ha un bagaglio di esperienza maggiore del suo compagno di reparto ed ha in quelle poche gare dimostrato di essere sicuramente più pronto. Rafael deve ancora fare tanta strada prima di poter vestire la maglia di un Napoli al top della classifica. E forse sarebbe anche il caso a Giugno di fare una telefonata a Pepe , che pare non aver mai scordato l’aria buona di Napoli. Sai mai le volte…..
Britos e Jorgihno Loro due. Ancora loro due. Sempre loro due. L’uruguagio è purtroppo carta fin troppo conosciuta alle falde del Vesuvio. Sottolinearne i limiti sarebbe imbarazzante e non basterebbe un solo articolo per elencarli tutti. L’inadeguatezza di avere Britos ed Henrique come sostituti dei titolari era ben nota già da Settembre , quando – dopo la cessione di Fernandez – tutta Napoli richiedeva al Presidente l’acquisto di un centrale di sicura affidabilità. Ed invece nulla. Ci si ritrova ad oggi con due calciatori che probabilmente non riuscirebbero a vestire la maglia da titolare neppure col Chievo Verona ( con rispetto parlando). Ma , contrariamente a quanto fanno molti , nessuno rimpiange Cannavaro , incapace di brillare finanche nella disastrata difesa del Sassuolo. Semmai Fernandez , lui sì. Identico discorso vale per Jorgihno : ad oggi , appare un mistero quali siano realmente le qualità del brasiliano. Non sa verticalizzare , fisicamente imbarazzante , totalmente incapace di fare la fase difensiva , lento come neanche l’Asanovic dei tempi peggiori. Puntare su di lui e su Inler significa andare puntalmente in sofferenza , lasciare la mediana alla totale mercè degli avversari. Chiedere a Barreto dopo ieri sera per informazioni. E non inganni lo scorso campionato : lo svizzero e Jorgihno sono capaci di fare discrete figure solo al massimo di quella forma fisica , mai raggiunta quest’anno. Ci auguriamo che Rafa abbia capito che il nostro centrocampo in alcun modo possa prescindere dalla presenza di Lopez , ma soprattutto di un Gargano , ripescato dal dimenticatoio. Questo solo per far capire quanto martoriata sia la zona nevralgica del gioco napoletana , specialmente se confrontata con la fase offensiva.
Gabbiadini titolare. Non ce ne vogliano Hamsik e Callejon. Ma in questo momento della stagione al Napoli servono volontà , forza e determinazione , oltre alla tecnica. Se lo slovacco continua a ricoprire le vesti di eterno capitano dormiente , anche il buon Josè sembra ormai proiettato con la testa altrove. Ed in questa situazione , è assolutamente inaudito tenere fuori per quasi un’ora un giocatore dalla classe di Manolo Gabbiadini. Tre goal in appena nove scorci di gara sono numeri da grande calciatore. Ed è ora che vesta definitivamente la maglia da titolare. Fortunatamente , lo stop interno della Roma col Parma , ha reso meno dolorosa una sconfitta bruciante. Ma Rafa deve tornare umile e rimettere in viaggio una nave che non può proprio permettersi simile figure. Né va della Champions , ma soprattutto della dignità del popolo azzurro
NICOLA MOSCATA