GIANELLO: "NON HO MAI TRADITO IL NAPOLI E I DUE COMPAGNI, SONO STATO UN INGENUO. CHIEDO PERDONO A GIANLUCA E PAOLO PER TUTTO. HO PENSATO AL SUICIDIO"
L'ex portiere del Napoli, Matteo Gianello, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport dopo la sentenza che ha ridotto la sua squalifica da 3 anni e 3 mesi a 1 e 9 mesi:
Chiedere a Gianello di raccontare Gianello si può?
«Non è semplice ma ci provo: la sentenza della Corte mi ha tolto un peso enorme dalla coscienza, perché anch’io ho sofferto e tanto, anch’io ho provato dolore e tanto. Sapevo di aver messo a rischio la carriera di Cannavaro e Grava, ai quali voglio bene sempre, e di aver pregiudicato il cammino del Napoli, al quale mi legano stagioni indimenticabili».
Dovesse scegliere un termine per definirsi, lo troverebbe?
«Per prima cosa, eviterei traditore: io non ho tradito, mai, né Paolo, né Gianluca, né il Napoli. Se vuole, scriva pure: sono stato un ingenuo, un facilone o anche un coglione. Ma è stata la sciocchezza d’un momento, la prima e l’ultima della mia esistenza».
Le dessero un mezzo per comunicare con i suoi ex compagni di squadra Cannavaro e Grava, lo utilizzerebbe per dire cosa?
«Chiedendo il perdono per averli trascinati in quell’inferno di cui hanno parlato. Ma chi ha fatto loro del male non è stato Matteo Gianello, che dopo sette ore e mezza in Procura, dove non ero mai stato, s’è lasciato andare. Il traditore è un altro, è un uomo che si spacciava per nostro amico. Io devo delle scuse, che ritengo un atto d’umiltà doveroso: spero che stiano meglio, che possano continuare a vivere serenamente. Io resto tra le fiamme».
La mattina, allo specchio, Gianello cosa si raccontava?
«Sono entrato in depressione. Ho pensato al suicidio. L’ho accarezzato come soluzione e non ne ho avuto il coraggio. E quando m’è capitato di leggere che qualcuno s’era spinto a tanto, riuscivo a comprendere che la frontiera tra il farlo e il non farlo restava sottilissima. Io sono devastato, però dal 17 gennaio mi sento meno inutile. Le sensazioni che mi hanno spezzato in due, dal giorno della penalizzazione e dei sei mesi a Paolo e a Gianluca, restano ma si vanno attenuando: almeno il Napoli ha riavuto ciò che doveva e Cannavaro e Grava possono ricominciare».
A.F. Fonte: Corriere dello Sport