“El Niño” Torres rinato a Madrid. Certi amori non finiscono mai

Nel Napoli più iberico della storia, scopriamo le curiosità, gli aneddoti, i modus vivendi della cultura spagnola.

 

torres

Hola,

Certi amori non finiscono mai, fanno dei giri immensi…La canzone di Antonello Vendetti rappresenta la storia di Fernando Torres: cresciuto a Madrid con l’Atletico, inizia a girovagato per l’Europa segnando tanti gol fino a diventare scarto del Milan. Alla fine sceglie di tornare a casa per ritornare a realizzare perle proprio come ci aveva abituato. Nato a Fuenlabrada nel 1984, il ragazzo è precoce ed esordisce nella Liga a soli 18 anni e l’anno successivo diventa il capitano dell’Atletico Madrid. Impressionò nel lontano 1995 gli osservatori dell’Atletico che lo prelevarono dal Rayo vincendo il suo primo trofeo giovanile tre anni dopo con la selezione Under-15 alla Nike Cup Europe: fu il vero trascinatore della squadra. Nel 1999  arriva la sua prima vera gioia: il primo contratto da professionista con l’Atletico Madrid. Il sogno di una vita. L’inizio non è dei migliori, si rompe subito una gamba e deve restare fuori per tanto tempo, ma alla fine della stagione a 17 anni diventa il più giovane giocatore a scendere in campo per l’Atlético Madrid. Inizia nella Segunda Division segnando 6 reti in 36 partite portando la squadra nella massima serie del campionato spagnolo. Nella sua prima stagione in Liga realizza 13 reti in 29 partite trascinando i “colchoneros” ottenendo così pian pian tanta ammirazione da parte dei sostenitori del club rojiblanco. A 19 viene nominato capitano dei Colchoneros,diventando così il più giovane capitano della storia dell’Atlético Madrid: in quella stagione segna ben 21 gol in 40 partite totali. Il Liverpool lo acquista dall’Atletico  per la cifra record di 26,5 milioni di sterline: in quattro anni El Nino segna 65 gol in 102 partite disputate: il ragazzo è ormai diventato un uomo ed è il simbolo dei Reds. Rafa Benitez lo ammira tanto ed è l’attaccante perfetto per il suo tipo di gioco. Cambia maglia e si trasferisce al Chelsea dove in tre anni realizza 20 gol in 110 partite: gli infortuni lo bloccano ma con la Nazionale spagnola è l’assoluto protagonista. Insieme a Juan Mata è inoltre uno dei due calciatori ad essere stato contemporaneamente, anche se solo per dieci giorni, campione del Mondo, campione d’Europa per club e per Nazionale in carica e detentore dell’Europa League. Arriva in Italia, al Milan nella stagione 2014-2015 ma non riesce a trovare il giusto spazio con Inzaghi che gli preferisce Menez come “falso nueve”. A gennaio decide di lasciare Milano per tornare a casa: nel suo Calderon realizza 3 gol in appena quattro partite. La cura Simeone funziona, El Niño è tornato. Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi…

¡Hasta la próxima!

 

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