E’ UN NAPOLI CHE STUDIA DA GRANDE

E' stata la vittoria del cuore. Tanto sofferta quanto meritata. Vittoria preziosa, che incastra il Napoli lassù, quasi sul cucuzzolo della montagna, grande tra le grandi, forte tra i forti. Non fermiamoci al lato estetico di questo incontro, non facciamoci prendere dalla smania del gioco champagne e ragioniamo lucidamente. Alcuni incontri si possono, anzi si devono, vincere pure giocando male. Soprattutto quando hai di fronte una buona squadra come il Palermo, messo in campo da un ottimo allenatore come Ballardini, reduce da prestazioni e risultati brillanti. La classica squadra col morale a mille ed il vento in poppa. Non che il Napoli, imbattuto da inizio stagione, fosse da meno. Tutt'altro. Le tre partite nel giro di nemmeno sette giorni, unite ai fatti di cui sopra, hanno però influito chiaramente sull'andamento della partita. Pure Reja ci ha messo del suo nel cambiare Denis con Pazienza al termine delle prima frazione. Il cambio ha rischiato di scavare definitivamente la fossa non fosse stato per una difesa monumentale. Invece è andata bene, anche perchè il mister, contrariamente allo scorso anno, ha avuto il merito di tornare sui suoi passi rinserendo la seconda punta, risultata peraltro determinante nell'azione del raddoppio.

 

Questo l'unico neo di giornata poichè, per il resto, va dato merito ad un Palermo di personalità di aver dominato la gara, ma non vinto. Eh già, è proprio questo il bello. Ai punti avrebbero meritato i rosanero ma i punti, quelli veri, i tre che fanno classifica, se li è messi in saccoccia il Napoli. Un Napoli che ci ha dimostrato, in questo scorcio di campionato, di saper usare il fioretto e pure la sciabola. E non è cosa da poco. Saper soffrire in talune occasioni è un merito poichè se una squadra vuole essere grande deve imparare ad usare l'abito da sera ma anche la tuta da lavoro. Quella che è mancata diverse volte l'anno scorso e che ha fatto perdere una marea di punti a Cannavaro e compagni. Perciò ha una valore diverso, a distanza di dodici mesi fa, la vittoria col Palermo. Allora sarebbe stata accolta, se non da fischi, sicuramente da mugugni e borbottii, stasera è stata salutata da un applauso liberatorio. Perchè anche la gente ha capito che qualcosa è cambiato, non solo giocatori e addetti ai lavori. Per questo non ci siamo soffermati sulla carenza di gioco ma sui tre punti e sul cinismo con cui sono arrivati. Un cinismo che fa paura, ovviamente in senso positivo, poichè proprio della grande squadra. Abbiamo scoperto un Napoli bravo a difendersi, e non è cosa da poco pensando sempre ad un anno fa, e freddo come un killer davanti alla porta avversaria. Un'arma in più, insomma, perchè non è possibile sciorinare in tutte le partite una manovra fluida e piacevole.

Ci preme infine sottolineare le grandi prove di Maggio e Blasi perchè non hanno l'attenzione che meritano. Perchè se nella nazionale italiana vengono convocati giocatori alla frutta, o quasi, come Zambrotta e discreti giovani di prospettiva come Nocerino, non ci capacitiamo della loro assenza. Spiace per i ragazzi, poichè la maglia azzurra rappresenta una gratificazione personale che trascende il Napoli squadra. Non una sponsorizzazione ma pura e semplice cronaca dei fatti, come siamo soliti fare, nel bene e nel male. Anche stasera hanno dato il massimo, offrendo qualità, quantità e un grande contributo in termini di personalità. Senza dimenticare che a questo bouquet di pietre preziose manca il Pocho Lavezzi, la punta di diamante nel vero senso del termine. Il valore aggiunto, il plus che cambia da solo le partite, e ci viene da gongolare in attesa del suo rientro perchè allora ne vedremo davvero delle belle.

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