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C’è una di quelle immagini popolari sui social (a firma Eurosport) che schiera in campo le top 11 di Inter e Milan, in un immaginifico derby a cavallo di ottant’anni di calcio. Inutile sottolinearlo: di quelle due splendide squadre, oltre ad un improbabile Cambiasso, l’unico calciatore ancora in attività è Javier Zanetti, che l’anno che verrà va per i quarantuno. Quindi più il simbolo degli ultimi venti derby che di quest’ultimo qui. Basterebbe questo concetto per rendere l’idea dell’oggetto di discussione. 

 

Comunque si sa, le chiacchiere stanno a zero se non comprovate dal riscontro dei fatti. Allora bastava accendere la tv ieri e guardare lo scempio di due delle squadre più gloriose del pallone nostrano. Da Ronaldo a Rolando, da Maldini a Constant. Il Meazza – che, per dire, non si chiamerà mai “il Bonera” –  ha visto la sua erba calcata da alcuni dei più grandi campioni della storia del calcio, oltre ad alcune delle più belle partite della storia del calcio italiano. Ieri invece abbiamo assistito a 90 minuti di nulla, conditi da qualche pallido episodio da moviola e da qualche urlaccio enfatico dei telecronisti. A proposito, ma vi siete mai chiesti che ne sarebbe dei piazzisti di oggi a commentare una partita di vent’anni fa? L’infarto dopo tre minuti di gioco è quotato a 1.20. Tornando al match, per sbloccare un risultato piantato su un noiosissimo 0-0 ci è voluto un (bel) guizzo estemporaneo di Palacio, non a caso uno dei pochi calciatori decenti in campo. Ciabattate, errori da due-metri-due, lanci dalla difesa e passaggi in orbita. È naturale che poi nel post-partita si parli solo dei tweet di Balotelli o delle polemiche sterili dei milanisti. La quota tecnica era da lotta salvezza, al punto che pareva quasi scemata perfino la quota emotiva. E a fine gara faceva quasi tenerezza l’esaltazione degli interisti per una vittoria di misura contro una squadra che è a 5 punti dalla zona retrocessione. Del resto come biasimarli, quest’anno la bagarre con Torino ed Hellas Verona (!) è serrata…

 

Insomma, il trionfo del mediocre. Ma non poteva essere altrimenti, considerando l’austerity milanista degli ultimi anni, culminata con l’imbarazzante campagna acquisti di quest’estate, e considerando le “ambizioni” dell’allenatore dell’Inter, che per valutare la sua stagione parte dal nono posto dello scorso anno. E se è vero che chi si accontenta gode, la logica conseguenza è che in questo momento i nerazzurri sono in brodo di giuggiole, ve lo dice uno che purtroppo o per fortuna di amici interisti ne ha un bel po’. Tanto alla fine il panettone lo mangiano tutti, anche perché è il panettone del discount…

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