Corbo:”Il Napoli potrebbe aver trovato per caso un grande tecnico che di sicuro è un grande uomo di calcio”

Vi riportiamo dal blog “il Graffio” di Antonio Corbo, il suo editoriale odierno per Repubblica.

Piena solidarietà di Corbo alla vicenda che ha visto coinvolto il Presidente azzurro, con l’incendio del suo yacth personale, e anche pillole di amarcord con vecchi amici che in Sarri hanno visto il gioco di Luis Vinicio. Di sicuro sposiamo una sua considerazione “Credo sia ancora presto per illudersi, ma credo non sia tardi per riflettere”

Di seguito l’editoriale:

“Come se dalla resa dei conti per la Champions in quella terribile notte del 31 maggio non fosse cambiato nulla. La Lazio si illude di trovare lo stesso Napoli, con l’allenatore che prima di sedere in panchina aveva caricato la valigia nelle stive dell’ jet executive, con destino Madrid. Pioli non si è fidato dei segnali Europa League, avrà attribuito la sontuosa vittoria sul Bruges all’irrisorio valore dei belgi. Ricordava forse uno stralunato Ghoulam soggiogato da Anderson, ecco perché indirizza il suo macchinoso 4-3-1-2 a destra, per incrociare due elementi che ritiene vulnerabili. Hamsik mediano davanti a Ghoulam. Basta ha la missione di puntare lì con testone biondo basso e leve lunghe. Gli riesce una sola volta. Ma deve ricredersi il difensore serbo: la corsia è sbarrata sin dai primi metri, il primo ostacolo è Insigne, non solo insuperabile, ma imprendibile proprio per un divario proibitivo di passo, velocità, tecnica. Sulla corsia delle illusioni, la destra per la Lazio, il Napoli fonda la sua partita con una frenetica cordata in verticale: Ghoulam, più avanti Hamisik nella sontuosa interpretazione del mediano che contrasta, riparte, crea. Hamsik lascia ogni volta nelle sue progressioni una cartolina di saluti a Parolo.
Ma il Napoli non solo indovina la corsia della vittoria. Il suo dominio è totale, per quella parola che oggi è il suo segreto tattico nel 4-3-3-. L’ampiezza. Ecco, con l’ampiezza del congegno offensivo occupa la metà campo laziale, al centro fa sembrare Mauri un turista per caso, guardato con sufficienza da convincente Jorginho e costringe Lulic a commettere solo inutili falli, disorientato dal progressivo sviluppo di Allan che trova anche il tempo per il secondo gol.
Il Napoli prevale perché arriva primo su ogni palla, ma soprattutto perché ha mandato a memoria il balletto insegnato da Sarri: un tocco e via. Una musichetta che fa girar la testa. Nessuno che porti palla, tutti che corrono senza, rendendosi ciascuno sempre libero per riceverla. In sintesi, un possesso veloce che grazie al movimento continuo di tutti crea infiniti spazi. Spazi che attraggono giocatori di tecnica e di impeto come Higuain: segna due gol da attaccante puro, è ormai il più moderno dei bomber all’antica. Smaschera i due difensori centrali: il voluminoso Mauricio e il giovane olandese Hoeld, intimidito. L’ampiezza diventa micidiale, se Calleion chiude ogni spiraglio sulla destra, al pari di Insigne incontenibile sulla sinistra. Ampiezza costante e avida che vieta alla Lazio di uscire dai suoi quartieri, difesi con affanno e rinvii confusi.
Pioli nell’intervallo programma la rimonta. Elimina solo due dei peggiori: Mauri e Lulic. Con Savic per proteggere meglio, con Anderson che va sul centrosinistra, dove ha fallito Lulic e splende Allan. Rinvia l’esclusione di Matri, virtualmente assente, al contrario di Keita che cerca almeno attimi di gloria, in cima ad una squadra sparita, persino incredula. Si guarda intono stranita. Ricorda solo il colore del ciclone che l’ha travolta. Azzurro, l’azzurro di un Napoli che il sempre accigliato maestro Sarri fa vincere. Con l’allegria di non gioca. Balla.”

Antonio Lembo

Laureato in Ingegneria Elettronica nel 1999 e Giornalista Pubblicista dal 1996 grazie all'esperienza formativa in Rotopress.

Translate »