Colonnese: “Questo Napoli poteva andare meglio. Ma dai tre fronti possibili soddisfazioni”
Intervistato in esclusiva da Pianetanapoli, l’ex difensore di Napoli e Inter ci ha parlato della sfida di domenica, della stagione dei partenopei e dei loro possibili scenari futuri. Regalandoci anche dolci amarcord sulle sue esperienze in azzurro e nerazzurro
Archiviato il buon pari di Tim Cup con la Lazio, il Napoli è già proiettato alla supersfida di domenica sera contro l’Inter. Un match fondamentale per gli azzurri, sia per la qualità e il blasone della Beneamata, malgrado il suo andamento altalenante, che per gli obiettivi del Ciuccio: tenere a distanza i biancocelesti e la Fiorentina e nutrire ancora speranze di raggiungere la Roma al secondo posto. Che partita sarà Napoli-Inter? Noi di Pianetanapoli.it abbiamo avuto l’onore e il piacere di chiederlo a un doppio ex: Ciccio Colonnese, due stagioni all’ombra del Vesuvio e tre a quella della Madunina. E con lui, ovviamente, c’è stato spazio anche per i ricordi: dolci in entrambe le esperienze, sia a Napoli che a Milano. Non sono mancate poi considerazioni da parte sua sulle annate attualmente vissute dalle due piazze.
Allora Ciccio, due campionati in azzurro dal ’95 al ’97. Che ricordi hai della tua avventura napoletana, benché vissuta in un periodo purtroppo anonimo della storia del club partenopeo?
“Ho dei ricordi bellissimi: è stata una bella esperienza, il Napoli ha saputo darmi un ottimo trampolino di lancio per la mia carriera. Quella azzurra è una piazza fantastica, e difatti mi ha concesso la possibilità di poter poi raggiungere l’Inter. Sono andato via da Napoli a malincuore dopo aver perso una finale di Coppa Italia, dopodiché sono riuscito a vincere una Coppa UEFA. Quindi, ripeto, quella vissuta coi partenopei è stata un’avventura fantastica“.
Invece delle tre stagioni (dal ’97 al 2000, ndr) trascorse all’Inter cosa serbi maggiormente?
“Beh, quella a Milano è stata la più bella esperienza della mia carriera: sono giunto in una squadra fortissima con Ronaldo, Zamorano, Zanetti, Bergomi. Abbiamo vinto la Coppa UEFA, abbiamo sfiorato lo Scudetto nel ’98 in un modo che tutti conoscono, con un rigore contestatissimo. E’ stata un’esperienza fantastica: ho avuto la chance di giocare in Champions League insieme a grandi campioni. Posso dire che Napoli e Inter sono le squadre, tra quelle in cui ho giocato in carriera, alle quali sono più legato“.
Prim’ancora che a Napoli e a Milano tu avevi già militato nella Cremonese. In tutte e tre le circostanze hai avuto modo di lavorare con Gigi Simoni. Cosa puoi dirci di lui?
“In una squadra fatta di tanti campioni Simoni era l’unica persona capace di gestirli tutti. E’ un allenatore saggio e tranquillo, è stato bravo a saper agire da equilibratore di tutto e tutti. Ho un ricordo bellissimo di lui, gli sono ancora affezionato“.
Parliamo adesso della strettissima attualità. Come giudichi nel complesso la stagione attuale del Napoli?
“La giudico positiva, ma non eccezionale. Positiva sicuramente perché la squadra di Benitez è ancora in lotta per traguardi importanti, ma avrebbe potuto fare sicuramente di più. E’ una squadra molto più forte di quanto ha effettivamente fatto vedere, e che avrebbe potuto lottare meglio. Francamente non vedo dodici punti di distacco tra il Napoli e la Juventus, anzi noto una differenza molto inferiore tra le due compagini. Gli azzurri avrebbero potuto, se non lottare per lo Scudetto, quantomeno giungere a un distacco minore dai bianconeri, arrivare più vicini a loro. E secondo me avrebbero anche potuto e dovuto fare di più nel turno preliminare di Champions. Ad ogni modo, adesso i partenopei stanno facendo bene. La sfida di Tim Cup con la Lazio l’ha dimostrato ampiamente: il Napoli può rivincere il trofeo“.
Tu in carriera sei stato difensore centrale. E’ oramai conclamato che tra i difetti più gravi di questo Napoli vi è, appunto, il fatto che si prendono troppe reti, generalmente su palle inattive o per vie centrali in contropiede. Secondo te, ciò avviene a causa del modulo o degli errori dei singoli?
“Io penso che il problema delle difese sia generale e che non riguardi solo il Napoli. Non ci sono più l’aggressività e il lavoro specifico dei difensori, e chiaramente si tratta di caratteristiche singolari. Ai miei tempi si lavorava molto sull’uno contro uno in fase difensiva, era un calcio molto diverso da quello di oggi. La mia sensazione è che i difensori di oggi abbiano perso la voglia di vincere i duelli con gli attaccanti: cercano maggiormente l’aiuto del reparto piuttosto che il duello con l’avversario“.
Parliamo invece dell’Inter. Stagione anomala quella dei nerazzurri, iniziata male con Mazzarri e proseguita con il ritorno di Mancini. Le prestazioni della Beneamata sono altalenanti, perché si passa da prove di forza tipo quella contro il Celtic a sconfitte come con la Fiorentina. Una squadra forte quella viola, ma si è perso comunque a San Siro. A tuo avviso, da cosa hanno origine i mali dell’Inter di oggi, cioè di quest’anno?
“Purtroppo in questa stagione l’Inter è partita malissimo. Ritengo che i mali dei nerazzurri inizino da lontano, poiché è stata costruita una squadra con ambizioni importanti, ma in tale costruzione già non aveva la qualità utile a lottare per il vertice. Certo, una rosa può essere sempre migliorata strada facendo, anche se è molto difficile poi recuperare man mano. Questa Inter deve ancora produrre molto; sta provando a fare meglio e Mancini ha portato novità e tanto entusiasmo grazie al suo ritorno. Tuttavia è ancora lontana dall’essere quel club che i tifosi sognano“.
L’Inter di Mourinho, ovviamente.
“Dei tempi del tecnico portoghese, ma anche di quelli di Ronaldo, quando c’ero io. Quell’Inter in organico aveva tantissimi campioni in grado di fare la differenza. Quella di Mou ha vinto tanto, ma anche la nostra conquistò una UEFA e arrivò a un passo dallo Scudetto. Senza dimenticare poi l’Inter del primo Mancini, anch’essa vincitrice. Quelle erano rose dove i campioni erano numerosi, adesso invece ce ne sono davvero pochi al punto che si possono contare“.
Ma sul fatto che l’Inter attuale abbia poche stelle contano, a tuo parere, gli errori della dirigenza o quelli tecnici da ricondurre alla gestione di Mazzarri?
“Quando si sbaglia gli errori sono di tutti, sia di chi c’è prima che di chi c’è dopo. Dunque, è inutile dare le colpe a chi adesso non è più presente nell’Inter. Indubbiamente sono stati commessi tanti errori nella scelta dei giocatori, proprio perché sono stati presi elementi poco abituati a lottare per grandi traguardi. Certo, sono giunti anche degli ottimi calciatori, eppure non ci si può scordare nemmeno dell’enorme pressione della piazza nerazzurra: giocare a San Siro non è facile per nessuno, nella scelta di un elemento da mettere in squadra bisogna essere bravi anche in quest’aspetto“.
Che partita sarà Napoli-Inter? Come la immagini e, soprattutto, come vedi il duello tra Benitez e Mancini?
“Immagino un duello molto equilibrato. Sia Roberto che Rafa sono due allenatori molto preparati, ed entrambe le squadre hanno caratteristiche molto simili, ossia quelle di essere forti dalla cintola in su ma molto deboli in difesa, specialmente l’Inter. Fra l’altro tutt’e due hanno subìto un numero quasi identico di goal: 32 i nerazzurri, 31 gli azzurri. E siccome hanno problemi difensivi, prevedo dunque una partita con qualche errore da ambo le parti“.
E, per chiudere parlando di Napoli, considerando il fatto che alla fine della stagione ormai non manca molto, secondo te gli azzurri dove possono arrivare e soprattutto quali risultati sono in grado di conseguire?
“Il Napoli deve cercare di concludere bene l’annata; quindi, di vincere qualcosa. Deve tentare di conquistare la Coppa Italia, di giungere fino in fondo in Europa League e di arrivare tra le prime tre in campionato. Obiettivi fattibili? Secondo me sì. Questa squadra è forte, può arrivare sul podio del campionato; anzi, non ‘può’, ‘deve’ arrivare, perché è più forte rispetto alle sue rivali per il terzo posto e può anche gareggiare per il secondo. Quanto alla Tim Cup, parte dall’1-1 fuori casa in semifinale con la Lazio e quindi è avvantaggiata in vista del passaggio in finale. Riguardo all’Europa League, è attesa da un impegno non difficilissimo agli ottavi, motivo per cui potrebbe arrivare ai quarti di finale e andare ulteriormente avanti nel torneo“.