CLUB NAPOLI MONOPOLI: TRA SCARAMANZIA, PALLONE E…BORBONI!
Non può un tifoso nel Napoli non sentirsi a casa quando davanti ai propri occhi si estende il fantastico spettacolo che Monopoli, con il suo impatto cromatico, riesce ad offrire: l'azzurro marcato dal mare e del cielo abbraccia il bianco candido delle facciate delle case, tipiche del centro storico. Bianco e azzurro, azzurro e bianco. E non solo nell'aria, nell'atmosfera, ma anche nel cuore di un folto gruppo di napoletani che da tempo più o meno breve si sono stabiliti in questo splendido paese in provincia di Bari, e che hanno deciso di non dimenticare le proprie origini e la passione calcistica per la squadra partenopea. Siamo quindi in Puglia, dove PianetaNapoli ha intervistato Giovanni Perrella, presidente del Club Napoli Monopoli, istituzione nonché unico club azzurro della regione.
Giovanni, da quanti anni esistete e cosa vi ha spinto a creare questo Club Napoli?
"Siamo nati nell'ottobre del 2011, dall'idea di un gruppo di napoletani residenti a Monopoli. Ovviamente inutile sottolineare la grande passione per il Napoli, ma in generale per la storia e le origini della nostra città, tant'è vero che ci definiamo un associazione sportivo-culturale. Il desiderio di riunirci per seguire la nostra squadra del cuore era forte, cosicché assieme a due amici, Vincenzo Cuccorese e Gennaro Cappitelli, abbiamo dato vita a questa meravigliosa realtà associativa, che ci piace ricordare è l'unica della Puglia per quanto riguarda il Napoli. Altre figure importanti all'interno del Club sono il vice presidente Pasquale Carvisiglia, il consigliere Giuseppe Marseglia, il tesoriere Antonio Gentile e il segretario Pasquale Perrella, che è mio figlio e l'unico nato a Monopoli, ma al quale ho trasmesso la grande passione per gli azzurri. C'è poi un decano, in quanto pochi giorni fa abbiamo festeggiato i suoi 81 anni, di cui 57 trascorsi a Monopoli: Mariano D'Errico.
Quanti iscritti conta ad oggi il Club e quali sono le modalità e quote di iscrizione?
"In totale contiamo circa un 150 iscritti provenienti da tutta la Puglia. Una trentina abitanti di Monopoli, ma i nostri associati provengono anche da Cerignola, Taranto, Brindisi, Trani, Bisceglie e Fasano. Circa le modalità di iscrizione, tutti noi soci ci auto-tassiamo di una quota mensile di 15 euro, per provvedere alle spese del Club che ha sede in Via Frà Girolamo Ippolito n. 31, ma anche per le spese extra legate alle trasferte, perché un gruppo di minimo sette o otto persone segue sempre il Napoli al San Paolo. E per noi è una trasferta…"
Ecco parliamo proprio di come vi organizzate per seguire le partite degli azzurri…
"Come ricordavo poc'anzi, siamo un'associazione attiva in quanto una nostra rappresentanza è sempre presente alla gare a Fuorigrotta, dove all'interno dello Stadio abbiamo stabilmente affisso uno striscione del nostro Club. L'organizzazione delle trasferte è meticolosa: si parte alle 8 da Monopoli, pranziamo al ristorante "Napoli nel cuore" di Licola, e appena aprono i cancelli, in genere alle 17 per le notturne, entriamo allo Stadio. Ad esempio sabato 3 maggio, per la finale di Coppa Italia a Roma contro la Fiorentina, saremo circa in 20 all'Olimpico. I soci che non possono prender parte alla trasferta, seguono la partita in sede da un bel tv 50 pollici".
Ricorda un episodio particolare o divertente legato al Club?
"Certo, ed è piuttosto recente. Fino allo scorso anno a fianco al nostro Club c'era la sede di una banca, e noi come di consueto stavamo seguendo una gara degli azzurri dello scorso campionato, impegnati contro il Genoa a Marassi e fino a quel momento sotto di un gol. Alla rete del pareggio, esultammo talmente tanto da far scattare l'antifurto della banca. Da non credere…"
Prima mi parlava del fatto che vi piace definirvi un club sportivo-culturale. Per quale motivo? Quale sono le altre iniziative di cui vi fate portatori?
"Innanzitutto siamo amanti delle nostre origini, della storia e della cultura dei Borboni. Siamo per questo promotori e esportatori delle vicende borboniche e dei briganti, e i concittadini pugliesi apprezzano molto questo aspetto che ci caratterizza: sono davvero interessati e noi affrontiamo sempre con tanto piacere l'argomento. Presto contiamo di tenere anche dei veri e propri eventi al riguardo. Inoltre spesso collaboriamo con altre associazioni per l'assistenza agli anziani, materiale e morale"
Quale altro aspetto interessante vi caratterizza?
"Da buoni napoletani, le rispondo: la scaramanzia. Siamo sempre molto attenti a questo aspetto: prima, durante e dopo le partite."
Parliamo un poco di calcio giocato. La stagione ormai volge al termine, con il traguardo di giocarsi una finale di Coppa Italia tra qualche giorno e con il terzo posto quasi assicurato in campionato. Che aria si respira nel Club Napoli Monopoli? C'è soddisfazione o qualche rimpianto?
"No, nessun rimpianto davvero. Il mio ruolo di Presidente del Club mi impone di amalgamare e di far convivere un po' le idee e le emozioni di tutti i soci, ma le confesso che c'è un sostanziale allineamento di pensiero per questa stagione: siamo soddisfatti. Il Napoli vuole crescere, e noi gli daremo il tempo di farlo anno dopo anno. Nel 2004 la squadra non esisteva, siamo quindi grati a De Laurentiis perché ci ha fatto rivedere il calcio che conta a Napoli, ed anche a ottimi livelli. Tremo al pensiero che avremmo potuto avere un presidente come Gaucci. Ovviamente, a conferma della scaramanzia che le accennavo poco fa, della finale di sabato non dico nulla, preferisco non pronunciarmi…"
Chiudiamo con un argomento tanto dibattuto a Napoli, per cercare di comprendere come la si pensi in quel di Monopoli: vi piacerebbe definirvi nostalgici di Mazzarri, o napoletani gente perBenitez?
"Le rispondo dicendo che in tema di allenatori, il nostro club dalla rinascita del Napoli ha apprezzato tantissimo Reja: buon tecnico, e uomo di un grandissimo spessore morale che ricordiamo sempre con tanto piacere. In riferimento alla questione Mazzarri – Benitez, non ci è piaciuto il modo in cui l'allenatore toscano ha lasciato Napoli: certe dichiarazioni se le poteva risparmiare. Mi piace esprimere il mio pensiero con una semplice ma importante analogia, anch'essa molto scaramantica e simpatica: il primo scudetto del Napoli fu vinto quando la panchina della squadra fu affidata da Marchesi a Bianchi. Quindi si vinse quando l'iniziale del cognome passò dalla "M" alla "B". Il secondo scudetto fu conquistato da Bigon. Ancora una "B". Se queste sono le premesse, il passaggio da Mazzarri a Benitez deve far ben sperare…