CAMP NOU, L’IMPIANTO CHE MANCA A NAPOLI

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Chi conosce un po' il calcio e le dinamiche delle attuali società, ormai diventate vere e proprio aziende, alla classica domanda "cosa manca al Napoli per vincere lo scudetto", risponderà "lo stadio di proprietà". Non un attaccante, un regista o un mediano…bensì lo stadio. Un impianto nuovo, un teatro del calcio, un simbolo dove poter coltivare sogni e speranze, una base, una certezza per poter progettare al meglio il futuro. A Napoli la questione stadio è ancora al centro delle discussioni, quando l'accordo sembra fatto si resetta tutto e si torna a litigare, minacciare, discutere e trattare. Altrove non è così…

Anche in Spagna lo sanno, e anche in Spagna come in maggior parte dell'Europa gli impianti calcistici sono vere e proprie attrazioni da visitare 365 giorni all'anno. Nella penisola iberica accanto a cattedrali del calcio come il San Mames o il Vicente Calderon c'è anche e soprattutto il Camp Nou uno stadio che è stato solcato nel corso degli anni da decine di grandi giocatori e che nelle ultime stagioni è stato il teatro del miglior calcio d’Europa. Un impianto pieno di storia e ricco di fascino e che è indubbiamente uno dei simboli di questa gloriosa squadra.

Il Camp Nou si trova in Avenida Arístides Maillol, nel quartiere di Les Corts, nella parte ovest della città. Il primo nome ufficiale fu Estadi del Futbol Club Barcelona, finché nel 2001 un referendum tra i soci del club decretò l’ufficialità del nome Camp Nou, con cui tutti comunque l’avevano sempre chiamato.

La costruzione di un nuovo impianto per sostituire il vecchio e non abbastanza capiente (60.000 posti) Les Corts divenne necessaria già alla fine degli anni ’40, quando la popolarità crescente del Barcellona iniziò a portare sempre più gente allo stadio. Quando il club blaugrana comprò l’asso ungherese Ladislao Kubala nel 1950 l’entusiasmo salì alle stelle e quella fu la spinta decisiva verso la progettazione di un nuovo stadio, un po’ come se l’acquisto di Higuain avesse dato lo stimolo a costruire un impianto moderno e accogliente.

L’inaugurazione avvenne sette anni dopo. Lo stadio è a pianta ovale con solo la tribuna principale coperta e la prima capienza era di 93.053 posti.  La prima opera di ristrutturazione avvenne nel 1981, quando si decise di aumentare la capacità dello stadio in vista dei Mondiali dell’anno successivo affidati alla Spagna. Il rinnovamento portò alla costruzione di zone VIP, una nuova area per i giornalisti e soprattutto l’ingrandimento del terzo “anello” degli spalti che portò la capienza a 115.000 posti. Nel 1993 lo stadio ebbe bisogno di un ulteriore riammodernamento per adeguarlo alle nuove normative UEFA che obbligavano ad avere solo posti a sedere. Ciò comportò l’abbassamento del terreno di gioco di 2 metri e mezzo e la riduzione da 107×72 metri a 105×68 metri delle misure del campo, per perdere il minor numero possibile di posti. La capienza, con la scomparsa dei posti in piedi, fu così ridotta a 99.354 posti.

Ma ciò che attira tanti visitatori è sicuramente il museo all'interno dell'impianto ed istituito nel 1994. Un tour attraverso i momenti di grande gloria del club catalano con trofei, memorabilia, immagini, video e canzoni (indimenticabile l'inno). Inoltre è possibile effettuare un tour dello stadio e vederlo dall’interno, visitando la tribuna stampa, le panchine e la tribuna d'onore.

Ultima novità in ordine temporale sono state le aggiunte delle scritte gialle sugli spalti, realizzate nel 2007. Nella tribuna coperta si può vedere la scritta: FC Barcelona; nella tribuna opposta è invece stato riportato il motto del club: més que un club.

¡Hasta la próxima!

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