BRUTTO E VERGOGNOSO: IL NAPOLI CADE A TORINO
JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (65’ Cáceres), Vidal, Pirlo, Marchisio, De Ceglie; Borriello (69’ Quagliarella), Vucinić (Storari, Giaccherini, Pepe, Del Piero, Matri). All.: Conte
NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio (25’ Dossena), Gargano, Inler (62’ Pandev), Zúñiga; Hamšik (70’ Dzemaili), Lavezzi, Cavani (Rosati, Fernández, Britos, Vargas). All.: Mazzarri
Arbitro: Orsato (Schio)
Guardalinee: Tonolini (Milano) – Di Liberatore (Teramo)
IV uomo: Brighi (Cesena)
Marcatori: 53’ Bonucci, 75’ Vidal, 83’ Quagliarella.
Ammoniti: Lichtsteiner (J), Vidal (J), De Ceglie (J), Gargano (N), Cannavaro (N), Marchisio (J).
Espulsi: Zuniga (N).
Recupero: 1’ pt, 3’ st.
E’ la madre di tutte le partite, una ‘classica’ del nostro calcio, molto sentita soprattutto dai tifosi napoletani, quella che va in scena nell’avveniristica cornice dello ‘Juventus Stadium’ che per l’occasione fa registrare il tutto esaurito, grazie anche al generoso apporto dei 5.000 supporters azzurri giunti a Torino. Per quanto concerne il Napoli, Mazzarri manda in campo la formazione-tipo con Maggio recuperato in extremis e Zúñiga (al posto dello spompato Dossena) sulle fasce, i tre tenori in avanti, Gargano e Inler in linea mediana e la solita difesa con Campagnaro, Cannavaro e Aronica; sull’altro fronte, Conte vara un modulo speculare a quello partenopeo, un 3-5-2 con Lichtsteiner e De Ceglie a bloccare le corsie laterali, un folto centrocampo composto da Vidal, Pirlo e Marchisio, Chiellini, Bonucci e Barzagli in retroguardia e Vucinić affiancato in avanti da Borriello. L’inizio è veemente: entrambe le squadre si affrontano a viso aperto, attaccando e cercando di fare la partita, ed è la Juventus a creare la prima occasione già al 4’, quando Pirlo, servito efficacemente da Vidal sulla sinistra, lascia partire un cross dal fondo sul quale Borriello si tuffa ma non riesce a colpire di testa a porta vuota. Di lì a poco i bianconeri prendono il comando del match, costruendo buone manovre e impedendo al Napoli di potersi rendere pericoloso in contropiede, e ciò avviene soprattutto grazie al positivo lavoro di De Ceglie e Lichtsteiner sugli esterni e di Vidal e Pirlo in mezzo; è proprio lo svizzero ex laziale, al 9’, a liberarsi sulla destra e a trovare al centro dell’area Borriello che colpisce di testa spedendo la palla a lato alla destra di De Sanctis. Gli azzurri, almeno all’inizio, appaiono troppo lenti in fase offensiva e commettono qualche errore di troppo quando impostano il gioco, sebbene al 13’ Hamsik, ben servito da Lavezzi, entra in area di rigore ma si allunga il pallone nel tentativo di superare Buffon, trascinandoselo sul fondo. Col passare dei minuti il Napoli prende coraggio, si mostra meno timido e cerca di rintuzzare la pressione dei bianconeri, i quali tuttavia non corrono molti rischi e al 21’ vanno ancora vicini al goal con Pirlo che, direttamente su calcio di punizione dai 35 metri, manda la palla di poco oltre la traversa con una velenosa traiettoria a scendere; due minuti dopo sono gli azzurri a creare qualche apprensione alla retroguardia juventina, allorquando, su traversone di Zuniga, De Ceglie deve metterci la gamba per impedire a Cannavaro di battere a rete a pochi passi dalla porta. Disgraziatamente, però, sugli sforzi del Napoli di portare il match dalla propria parte piove al 25’ una brutta tegola, dacché Maggio è costretto a dover lasciare il campo anzitempo per un riacutizzarsi dei suoi problemi muscolari, facendosi sostituire da Dossena; quattro minuti dopo, ancora la Juve pericolosa: punizione di Pirlo dalla destra e Vidal, lasciato solo dai difensori partenopei, stacca di testa spedendo la sfera di poco fuori. I padroni di casa giocano decisamente meglio, anche se comunque il muro difensivo napoletano dà l’impressione di saper resistere; nondimeno i ragazzi di Mazzarri ci mettono tutto del loro nel non rispondere per le rime alla Signora: Cavani e Lavezzi, per quanto generosi, appaiono compassati, Gargano e Inler non fanno filtro, Hamsik quasi non si vede, sebbene al 35’, approfittando di un errore di Vidal a centrocampo, lo slovacco trova lo spazio per provarci dal limite mandando però il pallone alto. Due giri di lancette dopo è ancora Pirlo a tentare la sorpresa su punizione, ma De Sanctis si distende a terra e blocca; sempre su free kick cerca di fare male anche Lavezzi al 39’: la conclusione a giro del Pocho va oltre la traversa alla sinistra di Buffon. Al 44’ di nuovo un calcio piazzato per la Juventus e di nuovo Pirlo a colpire, e stavolta De Sanctis deve compiere uno sforzo maggiore per buttarsi sulla sua destra e respingere in corner. Un minuto di recupero e Orsato manda le squadre all’intervallo: la Juve, forte del fattore-campo e ben disposta da Conte, fa molto più gioco, facendosi preferire, seppur non totalmente e soltanto a spanne, a un Napoli impaurito, forse un po’ teso data l’importanza della posta in palio, un Napoli impreciso in alcuni momenti e talvolta in preoccupante affanno, sprecone quando cerca di colpire di rimessa, quella che dovrebbe essere la sua arma migliore.
Eppure, nei primissimi minuti della ripresa, sembra che gli azzurri vogliano invertire la tendenza: aggrediscono i bianconeri, cercano di metterli in difficoltà in contropiede sfruttando il lavoro d’interdizione di Inler e la velocità di Lavezzi e Cavani, ma la prima palla-goal del secondo tempo è ancora della Juve, al 49’: punizione dell’onnipresente Pirlo e Campagnaro, di testa, rischia l’autorete costringendo De Sanctis al colpo di reni. Ben presto il furore agonistico del Napoli si spegne, la Signora riprende stabilmente in mano il comando delle operazioni e al 53’ passa in vantaggio: azione confusa in area conclusa con un tiro di Vucinic sul quale, in maniera fortuita, Bonucci ci mette il ginocchio ingannando De Sanctis. La rete taglia le gambe ai partenopei e scatena la Juventus, che al 55’ sfiora il raddoppio con De Ceglie, il quale, servito sulla sinistra manda la palla alta da posizione angolata, e poco dopo va in goal ancora con Vucinic, che però realizza in posizione (non proprio nitida) di offside. Gli azzurri provano a scuotersi dal torpore e, spinti più dal cuore e dall’orgoglio che non dall’ordine e dalla calma, si gettano furiosamente in avanti, anche se tutto ciò che riescono a fare è collezionare calci d’angolo e traversoni rimpallati senza affanni dai difensori juventini, e neanche l’ingresso di Pandev al posto di uno spento Inler sembra cambiare le cose; la Juventus, dal canto suo, si limita a contenere il forcing irrazionale dei suoi avversari senza affondare i colpi più di tanto, almeno fino al 72’, quando Marchisio dai 22 metri costringe De Sanctis a distendersi in tuffo per deviare una conclusione velenosa. Due minuti dopo, però, i padroni di casa chiudono la pratica: Vidal scende in avanti, entra in area, ubriaca con una serie di finte Campagnaro e libera un sinistro che non lascia scampo al Pirata Morgan. Il Napoli si spegne: a dare il colpo di grazia definitivo alla Mazzarri-band ci provano prima l’ex Quagliarella, addirittura dalla metacampo, sorprendendo De Sanctis ma mancando il bersaglio, poi Marchisio, dai 26 metri, spedendo il pallone alto; ma il colpo definitivo per il Napoli, purtroppo, è dietro l’angolo e a darlo, guarda caso, è proprio Quagliarella che, servito dall’appena entrato Del Piero, penetra in area di rigore e fulmina De Sanctis con un potente destro: e meno male che lo stabiese (magra consolazione comunque per i tifosi napoletani) non esulta … Azzurri ko, incapaci di reagire e di tirare in porta (se si eccettua un tiro dal limite di Cavani sei minuti prima del tris della Signora: fuori), umiliati dai giocatori juventini che, per niente paghi del risultato acquisito continuano ad attaccare (sfiorando ancora il goal con Del Piero al 91’ e al 92’ e con Pirlo a 30 secondi dalla fine), ma presi in giro anche dai fans casalinghi, che, fino quasi a far schiumare di rabbia i partenopei di tutto il mondo, intonano ironicamente “’O surdato ‘nnammurato” e il solito e ovvio “Chi non salta napoletano”, e il concerto raggiunge l’apice quando Zuniga si fa espellere per un fallo in attacco su Chiellini. Il fischio finale di Orsato fa esplodere la gioia del pubblico di fede bianconera e lascia nell’abbattimento e nello sconforto più profondo l’ambiente azzurro: una sconfitta pesante per il Napoli, incapace di approfittare dei passi falsi di Udinese e Lazio nella corsa per il terzo posto, una sconfitta pesante sia per le dimensioni del punteggio sia perché frutto di una prestazione negativa e decisamente sottotono; a preoccupare non è solo l’atteggiamento avuto, specie nella seconda frazione di gioco, dagli azzurri, troppo remissivi e arrendevoli, improntati a dichiarare forfait in anticipo, ma anche la condizione fisica di alcuni giocatori, apparsi in evidente debito d’ossigeno, soprattutto i tre tenori, cioè coloro che avrebbero dovuto guidare l’assalto al Fort Apache avversario e che invece hanno sparato decisamente a salve. Riusciranno i nostri beniamini a ricaricare le pile, disattivatesi nettamente e inaspettatamente, in tempo per il rush finale per il terzo posto? Saranno le prossime e immediate uscite a dircelo, a cominciare da quella di Sabato Santo contro la Lazio: un’altra sfida da dentro o fuori, per di più in trasferta, contro una squadra vogliosa di riscatto dopo lo stop di Parma; visto il Napoli di stasera, c’è da credere che anche all’Olimpico sarà un Calvario: incrociamo le dita e speriamo nel miracolo della Resurrezione…