BIANCHI: "NAPOLI DA SCUDETTO, LE BIG PENSERANNO AD ALTRO. I TALENTI DI CASA SOSTITUIRANNO LAVEZZI. NON ASSOMIGLIO A MAZZARRI"

Il suo cuore è sempre rimasto a Napoli: un'esperienza distinta da calciatore e una ancora più bella in panchina, contornata da uno Scudetto, una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Ottavio Bianchi parla del suo Napoli e di quello di oggi in un'intervista al Corriere dello Sport: "Le coppe che ho vinto le ho prese, sollevate e accarezzate, ma non le ho portate in trionfo coi giocatori. I balletti, i giri di campo e le corse sotto le curve non le facevo nemmeno quando giocavo. Eppure di gol ne ho fatti. Non è un modo per snobbare queste esultanze, non appartengono al mio dna. Il trofeo più bello? Mentirei se dicessi che non ho provato emozioni irripetibili soprattutto alla conquista del primo scudetto ma, ad esser sincero, ha lasciato di più il segno qualche arrabbiatura: la Coppa Italia persa contro la Samp, due anni dopo lo scudetto, non mi è andata proprio giù. Forse la conquista della Coppa Uefa creò una sorta di appagamento. Ancora mi disturba. Io uguale a Mazzarri? Ognuno ha il suo carattere e, per quanto mi sforzi, non riesco a trovare similitudini rispetto a una persona che nemmeno conosco. Badavo soprattutto a farmi i fatti miei ed essere il più possibile professionale e poi cercavo di non lasciare nulla al caso, nemmeno il più piccolo particolare. A parte questo, ripeto, non ci vedo vere e proprie similitudini. Posso solo raccontare che dopo lo scudetto strigliai per bene la squadra in vista della finale con l’Atalanta. Non la presero tanto bene, ma capirono quando spiegai fino all’ossessione, che le grandi squadre non devono e non possono accontentarsi. Ecco, su questo non cedevo mai, per me erano fondamentali anche le amichevoli, figurarsi la Coppa Italia. E allora, per quello che ho potuto capire, con Mazzarri la pensiamo allo stesso modo. Ho notato che non avrebbe sacrificato nessun obiettivo. Mazzarri, come me, sta per iniziare la sua quarta stagione: vuol dire che ha fatto molto bene e non c’è bisogno che lo confermi io. E’ sotto gli occhi di tutti. Continuare con Mazzarri mi sembra il minimo, anche perché l’appetito vien mangiando. L'addio di Lavezzi? Dico peccato, ma io la penso in un certo modo. Mai trattenere un giocatore che vuole andar via. Mi sembra poi che la cessione dell’argentino crei una sostanziosa plusvalenza. Se vuole il mio parere, utilizzerei quei soldi per rafforzare altri reparti, con un occhio alla cantina. Ci sono talenti fatti in casa che potrebbero già esser pronti. Un Insigne potrebbe già andar bene in un attacco che vanta nomi importanti. E poi, anche un Vargas potrebbe tornare utile. All’epoca non ebbi problemi a lanciare alcuni 17enni come Fabio Cannavaro, Carannante, Baiano. Perché non riprovare? Vorrei anche aggiungere che quest’anno il Napoli potrebbe essere da scudetto. Milan e Inter devono preoccuparsi di un impegnativo svecchiamento, la Juve potrebbe perdere punti importanti per gli impegni di Champions. E il Napoli potrebbe approfittarne".

V.G.

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