Benitez: “non mi piace nuotare per poi morire sulla spiaggia, io voglio arrivare salvo e giocarmi tutte le competizioni”
Nell’odierna conferenza stampa precedente a Napoli-Verona, Rafa Benitez ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Cambiamenti in squadra? A mio parere, dopo tre vittorie di fila, un pareggio allo scadere a Milano e una sconfitta in Europa sul sintetico, credo sia esagerato dire se questa sia la squadra buona o meno. Io sono qui per costruire qualcosa di diverso, per vincere tante partire, come l’anno scorso, per creare la giusta struttura e la giusta mentalità. Siamo ancora su quattro fronti, nei quali possiamo ancora fare bene; e io ancora fiducia nel fatto che possiamo giocare bene, come nel secondo tempo a Milano, e fare risultato. Fiducia di De Laurentiis? Può venire qui quando vuole, parliamo tranquillamente e con lui non ho nessun problema. Clima caldo del tifo? Vi faccio una domanda: cos’ha fatto il Napoli tre anni fa in Champions? E’ uscito agli ottavi, in una competizione importante. Ma anche l’Europa League lo è; e il turnover lo faccio perché ritengo sia fondamentale. In spagnolo diciamo: “Lottare fino alla fine per morire e arrivare alla spiaggia”. Ed è proprio quel che voglio fare ora a Napoli: voglio lottare fino all’ultimo per arrivare alla spiaggia. A Berna i miei giocatori hanno controllato la situazione sul sintetico per tutto il primo tempo, e se Mertens avesse segnato tutto sarebbe cambiato. Il problema ssta sempre nel fatto che, quando prendiamo reti, perdiamo anche la tranquillità. E’ un problema che dobbiamo risolvere. Per quanto concerne la situazione del tifo, io sono attaccato alla città e voglio vincere anche per loro; il fatto che essi se la prendano con noi non ha senso. E noi siamo i primi a rimanerci male quando le cose vanno male, tanto quanto loro. Sono pronto a rimettere la nave sulla giusta rotta: con Verona, Atalanta e Roma avremo tre sfide toste, contro squadre che vorranno fare bene e che lotteranno fino alla fine, come avviene in Italia. Quest’anno stiamo mancando, ma io continuo ad attendere con fiducia i miei giocatori; quel che ci manca è ciò che l’anno scorso avevamo, ossia i goal segnati. Ma dobbiamo continuare a lavorare, parlando con lo staff, con tutti i membri della parte tecnica. Contestazione a Berna? Dopo la partita ci sono rimasto male, ma solo per la sconfitta; se si fa turnover e si perde, il colpevole è sempre l’allenatore. Ma, ripeto, nei confronti della città e dei tifosi non è giusto che avvengano certe cose: i tifosi stessi lo stanno bene. Come si viene fuori da una crisi? Credo che la rosa sia buona; vedo partite di altre squadre, ognuna ha i suoi difetti come noi. Ciò che ci manca, ribadisco, è la reazione ai momenti negativi, ma in tante cose stiamo recuperando. Ci manca solo fiducia, e questo sta diventando problema: in tale aspetto dobbiamo migliorare, continuando comunque a lavorare sodo durante gli allenamenti. Quando parlo di progetto, mi riferisco a settore giovanile, stadio, centro sportivo, ma anche di rosa: quest’ultima è più qualitativa rispetto a due anni fa. Ognuno vorrebbe vincere, ma io devo vedere all’intera stagione, non alla singola partita. E ogni giorno parlo con il direttore sportivo Bigon su come migliorare la rosa; quando posso, ne parlo con il presidente, discuto su come migliorare una squadra, la quale rappresenta una città con una visione internazionale. Goal subiti? Anche l’anno scorso avevamo tale problema, e così quest’anno continuiamo a lavorarci. A parte Ghoulam, tutti gli altri devono recuperare il loro livello, e personalmente sono convinto che essi potrebbero migliorare: dopo la sosta abbiamo lavorato per dieci volte sulla fase difensiva. Certo, può darsi che le altre squadre si difendono meglio di noi, con più uomini; ma ciò non significa che noi dobbiamo cambiare il nostro modo di difendere. E non dobbiamo cambiare il nostro calcio, anche se chiaramente dobbiamo lavorare in vista dei nostri obiettivi, siano essi un 4°-5° posto o qualcosa in più. E’ importante che i tifosi ci stiano vicino, ma anche che i nostri giocatori sentano la giusta tensione, che giochino in maniera pulita e non perdano la concentrazione. Voglio giocare bene, ma voglio anche vincere; e solo giocando bene si può vincere. E giocando bene, tutti torneranno a fare goal, soprattutto Hamsik e Higuain. Concentrazione durante la partita? A Berna, una volta subito il goal, loro hanno chiuso gli spazi e non ci hanno più fatto attaccare. Noi eravamo comunque preparati a una tattica simile, ed è successo anche con lo Slovan. Sono d’accordo sul fatto che, presa la rete, abbiamo perso fiducia e concentrazione. Dunque, bisogna lavorare con la testa: devono capire gli schemi, ma devono soprattutto capire l’idea di calcio. L’anno scorso questo Napoli ha dimostrato di capire il calcio. Futuro del progetto? Ribadisco la mia idea: se c’è una squadra di livello, con giocatori forti tecnicamente e capaci di giocare in più ruoli e con più moduli, allora si può discutere tranquillamente e parlare con la dirigenza. Possono esserci disaccordi, ovviamente, ma l’importante è discutere con la società, parlare di migliorie. Anche se certi discorsi non riguardano la società; e certi discorsi sono indipendenti da chi sarà l’allenatore, sia egli Rafa Benitez o un altro. Voglio preparare una base qui, poi si vedrà. E parlare di altri argomenti, come per esempio abbassare il monte-ingaggi puntando su ragazzi del vivaio. Meno reti segnate? Ieri Albiol e Higuain sono arrivati tardi per l’antidoping, con Gonzalo abbiamo fatto lo stesso lavoro speciale, svolto anche con gli altri compagni, per arrivare al gol: un lavoro specifico per tutti, simile a quello compiuto per la difesa. Il Pipita ha bisogno di tempo: ha segnato ovunque, non può che migliorare. Problemi di Michu, De Guzman e Ghoulam? Qualcuno è tornato dal Mondiale in condizioni non buone, e ci sono certo elementi che devono ancora migliorare. Ma chi è arrivato l’anno scorso ora gioca molto, e quindi va atteso. Chiaramente, se possono dare una mano, sono in condizioni di farlo, fermo restando che chi era già qui deve fare la differenza. Quando però non ci sono i ‘vecchi’, i ‘nuovi’ devono dare il 100%; contro lo Young Boys è successo nel primo tempo, solo che nella ripresa s’è persa fiducia dopo il goal preso dagli svizzeri. I tifosi mi dicono di non mettere mano al turnover? Ce ne sono tanti che mi scrivono per dirmi di proseguire sulla mia strada. Anni fa nel calcio non c’erano le sostituzioni, poi sono passati a due, tre, eccetera; nel calcio di oggi, veloce e intenso, è necessario fare così, occorre effettuare cambi, anche perché in questo sport si lavora di squadra. Ecco, dunque, perché i cambi vanno fatti, è necessario effettuare il turnover in modo tale che un giocatore sia al 100% per poter scendere in campo e giocare a ogni gara. Io voglio ancora dimostrare che, nonostante le difficoltà del calcio italiano, molto intenso, è possibile vincere giocando così. Nervosismo di Higuain? Gonzalo lo vedo tutti i giorni, ho parlato con lui ieri e gli diciamo che certe cose non vanno bene; ma lui lo sa, e deve lavorare per controllarsi mentalmente, ma soprattutto per fare goal e per rispondere con essi al suo nervosismo. Rafael? Quello del portiere è un ruolo particolare. Come Guardiola decide di puntare su Neuer e non su Reina, così io ritengo che il brasiliano debba continuare a giocare molto per integrarsi con la difesa e crescere in esperienza. Delusione nostra per le strategie sbagliate in estate? Ne ho già parlato, è un discorso chiuso; dobbiamo sfruttare la rosa al massimo e fare risultato, l’ho sempre fatto nella mia vita. Ho vinto con squadre che non avevano il fatturato più alto, se ciò è successo è perché si mette tutto sul proprio lavoro, come io ho sempre fatto nella mia carriera. Io guardo globalmente a una stagione, ma anche alla singola partita e a vincerla”.