A TESTA ALTA

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Nessuno aveva l'ardire di andare a Torino per vincere la partita, contro un'arrabbiatissima Juventus. Ma forse se qualcuno avesse detto a Reja che non serviva soltanto uscire a testa alta, come del resto è successo all'Olimpico seppur con due gol al passivo, il pareggio non sarebbe stato così inverosimile. Bastava contenere per il maggior tempo possibile l'1-0, siglato a metà del primo tempo da un'incornata dell'oriundo Camoranesi. L'italo-argentino è stato per tutta la gara nervosissimo e falloso, sempre in contrasto con gli arbitri, tanto per non perdere le abitudini pregresse degli juventini. Uno dei marchi di fabbrica dei bianconeri è infatti il dialogo frequente con i direttori di gara, che li puniscono fortemente solo quando il fallo è evidente ed eccessivo, come nel caso di Marchisio che ha dovuto rischiare di rompere una gamba a Gatti prima di essere cacciato via dal campo. Lo stesso andava fatto appunto per Camoranesi, graziato più volte dopo essere già stato ammonito. Gli attaccanti azzurri ci hanno provato più volte, soprattutto Sosa, poichè Calaiò marcato da Boumsong e Zebina non era nella sua miglior giornata, ma non avevano fatto i conti col portiere migliore al mondo, un tal Gigi Buffon che ha chiuso la saracinesca fino al termine della gara, e quando non l'ha fatto è stato salvato dai legni.

Come già detto però, la Juventus non avrebbe avuto vita così facile se mister Reja non avesse trascurato diversi dettagli importanti. E' stato senz'altro Nedved il migliore in campo, credo che ieri non ci sarebbe stato calciatore al mondo in grado di fermarlo, chissà cosa aveva in corpo il ceco, che ha messo in seria difficoltà Grava. Il tecnico ha pensato bene di togliere lo stesso Grava, inserendo Montervino, ma senz'altro non era quella la mossa giusta. L'ex capitano non ha ormai più molto da dare alla causa azzurra, è evidente, e di sicuro non poteva fare miracoli proprio contro la Juve. Si poteva invece inserire Trotta, magari al posto di Dalla Bona, distratto e spesso in ritardo come a Bologna, per rinforzare quella fascia in evidente debito, a fronte delle incursioni dell'ex Pallone d'Oro e dell'altro indemoniato Balzaretti. Forse una specie di premio per Montervino, per ciò che ha fatto negli anni scorsi, così come per Inacio Pià, che non gioca da mesi e non era certo la partita contro la squadra "aliena" del campionato il banco di prova più efficace per il brasiliano.
Si sapeva che la Juventus era di un altro pianeta, tant'è vero che sta giocando un campionato a parte, ma di sicuro non avrebbe avuto vita così facile se alla guida del Napoli ci fosse stato un altro allenatore. Certo, è fuori luogo metterlo sul banco degli imputati 4 giorni dopo la decisiva vittoria contro il Bologna, ma anche lì Reja fece diversi errori di valutazione che per fortuna non hanno pesato sul risultato finale. Oramai ci resta solo da aspettare che termini questo campionato, sperando che si concluda nel migliore dei modi, per poi dare il benservito a questo tecnico che sembra ormai essere arrivato al capolinea della sua avventura napoletana. Ora non ci resta che sperare di salire, che sia con i playoff o meno poco importa, intanto il 3-2 in Emilia ci ha dato un grosso vantaggio anche nella classifica avulsa, che potrebbe rivelarsi fondamentale a fine torneo.Ma il campionato durerà ancora molto, e ci tocca affrontare ancora molte squadre insidiose, sia in casa e sia in trasferta, speriamo che ce la giocheremo con giudizio. Non servono gli elogi, quando si possono ottenere anche dei punti che saranno importantissimi alla fine.
I calciatori hanno dimostrato, tranne qualche elemento, che giocando gare ad alto livello e senza incomprensioni tattiche si potrà andare anche in serie A. E conservando quest’ossatura di base, con qualche innesto di altissimo livello, si potrà competere anche nel massimo campionato, poiché i giocatori hanno dimostrato che possono farsi rispettare, nonostante la sconfitta, anche contro una squadra di livello mondiale.
Sicuramente ci rifaremo sabato al San Paolo con il Pescara. Reja permettendo.

A TESTA ALTA

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Il Napoli paga la crudeltà del calcio. Capita di giocarsi una stagione intera in soli novanta minuti. E capita che in questi novanta minuti decidano alcuni episodi. E’ capitato al Napoli di Reja, purtroppo, perdere, in questa maniera. Un anno non solo un match è stato lasciato al Partenio. Un Napoli che rimane malinconicamente in serie C ma a testa altissima, neanche al 97° minuto dello scontro decisivo gli azzurri hanno mollato. Poche cose da rimproverare ai giocatori, al tecnico e alla dirigenza, visto com’era iniziata la stagione e come è terminata. Era quasi impossibile fare di più, rispetto a formazioni che hanno avuto tre mesi di vantaggio sulla preparazione pre-campionato e potuto pescare quello che volevano sul calciomercato.

I lupi irpini, che non hanno rubato assolutamente nulla, identicamente al match vinto in campionato, si sono imposti nello scontro decisivo grazie al maggiore cinismo rispetto ad un Napoli generoso però come sempre sprecone sotto porta. Dicevamo gli episodi. Nel primo tempo, dominato territorialmente dal Napoli come da copione, gli azzurri hanno fallito le uniche due chances concesse dalla blindatissima difesa irpina, clamorosa l’opportunità capitata a Capparella.

Purtroppo chi sbaglia paga, infatti sul lato opposto al primo errore difensivo il Napoli è stato castigato da Biancolino che ha permesso ai suoi di chiudere in vantaggio il primo tempo, un toccasana per i lupi. Nella ripresa la doppia mazzata dopo neanche sessanta secondi che in pratica è stato l’episodio che ha spianato la strada della B agli irpini. Erroraccio di Bonomi che si lascia sfuggire un attaccante biancoverde, commette un fallo da ultimo uomo e consente ai lupi di raddoppiare con un rigore e giocare in undici contro dieci. E’ il momento decisivo. Ma il caparbio Napoli anziché demoralizzarsi va all’attacco e riesce perfino a ridurre le distanze. Purtroppo la gara ormai era già stata compromessa dagli episodi e nonostante il finale al cardiopalmo è il cinico Avellino a passare. Tanti onori anche al Napoli ma rimane il fatto di rischiare un altro torneo di terza serie.

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