VOLPECINA: "LUNEDI’ NON MANCHERA’ LO SPETTACOLO AL SAN PAOLO"

In un'altra epoca sarebbe stato semplicemente il derby delle Due Sicilie. Perché Napoli e Palermo hanno una storia da fare invidia, ma anche un presente che tra mille difficoltà non demorde, e cerca di ridare quell'aspetto da regine a due città che sono in assoluto tra le più belle ed importanti d'Italia. E se il calcio è specchio della società, allora si può dire con certezza che la rinascita è già cominciata, e sarà inesorabile ed implacabile. Napoli e Palermo,  terre di sole, di mare, di passione, di calcio. E c'è chi ha avuto la fortuna di vivere tutto questo in prima persona, da protagonista, indossando sia la maglia azzurra che quella rosanero. Si tratta di ex terzino degli anni '80 approdato a Napoli dalle giovanili della Casertana, prestato alla società siciliana per ben 4 anni, prima di ritornare all'ombra del Vesuvio dove ha conquistato il primo scudetto al fianco di un certo Diego Armando Maradona. Stiamo parlando di Giuseppe Volpecina, infaticabile uomo di fascia, di quelli che lavorano tanto e senza fronzoli, per intenderci. Pianetanapoli lo ha intervistato per voi, in vista della sfida di lunedì sera al San Paolo che metterà di fronte le due regine del suo passato.

 

Terzino del Napoli scudettato di Maradona, ma anche ex calciatore di Palermo, Verona e Fiorentina. Cosa fa oggi Giuseppe Volpecina nel mondo del calcio?

"Mi dedico un poco ai giovani in una scuola calcio a Caserta, la mia città natale. È importantissimo seguire i ragazzi sin da piccoli, perché quando poi crescono è complicato migliorarne sia i difetti nel modo di giocare, ma anche quelli caratteriali e mentali".

 

Cosa le ha lasciato nel cuore Napoli e cosa Palermo?

 

"A Napoli è stata un'esperienza stupenda, perché vestire l'azzurro è un sogno per ogni calciatore campano. E vincere con questa maglia è stato ancora più bello, perché Napoli era da tanto che inseguiva uno scudetto, ed io ho avuto la fortuna di vincere proprio il primo. Ho giocato con dei fenomeni, quindi sono stati anni emozionanti e ricchi di soddisfazioni. Anche di Palermo ho un ricordo piacevole: sono molto legato a questa città, dove tra l'altro ho iniziato la mia carriera da professionista dopo le giovanili nel Napoli. Ritorno sempre con piacere in Sicilia, quasi ogni anno".

 

Due realtà simili quella azzurra e rosanero, almeno per quanto riguarda la passione della gente. Qual è la differenza sostanziale tra le due piazze?

 

"A Palermo c'è grande attaccamento per la squadra, ma a Napoli di più. Il tifo è più numeroso, e anche l'ambizione della piazza è sicuramente maggiore".

Ci racconti un po' quel gol del 3-1 a Torino contro la Juventus, negli ultimi minuti di gara…

 

"Entrai in campo nel secondo tempo, sul risultato di 1-2 per noi, proprio quando la Juventus iniziò a sbilanciarsi in avanti cercando con insistenza il pareggio. Ebbi un occasione simile poco prima, più o meno dalla stessa posizione da dove poi ho segnato, ma il tiro terminò fuori di poco. Dopo qualche minuto si presentò un occasione quasi identica, andai in sovrapposizione a Carnevale che era impegnato in uno contro uno con un difensore bianconero: mi diede il pallone ed io non ci pensai due volte a tirare, indovinando l'angolo giusto dove Tacconi non sarebbe mai potuto arrivare. Fu un gol importantissimo, mancavano una decina di minuti e la Juve avrebbe potuto pareggiare, ma sul 1-3 la partita si chiuse. Quella vittoria ci diede ulteriore consapevolezza della nostra forza, e capimmo che il sogno scudetto poteva trasformarsi in realtà. A Capodichino ci accolsero come eroi: vincere a Torino è sempre il massimo per i tifosi azzurri".

 

Venendo ai giorni nostri, Napoli e Palermo stanno tornando a recitare un ruolo da protagonisti. Un toccasana per tutto il panorama calcistico italiano, oppure qualcuna delle storiche big potrebbe storcere un po' il naso?

"Napoli e Palermo stanno riportando il grande calcio al sud, e se qualcuno storcesse il naso sarebbe davvero sciocco".

 

Quanto devono migliorare ancora queste due squadre per poter ambire a traguardi importanti?

"Attualmente si tratta già di due ottime formazioni, ma c'è bisogno che migliorino ancora per raggiungere obbiettivi sempre più importanti. Siamo di fronte a due piazze che con la loro passione fanno entrare molti soldi nelle casse della società, e queste entrate devono essere reinvestite sul mercato se si vuol fare un passo avanti decisivo. La gente lo merita".

 

De Laurentiis e Zamparini sono accomunati da un aggettivo: vulcanici. Ma c'è anche qualcosa che li differenzia: meglio la lungimiranza di De Laurentiis o l'intraprendenza di Zamparini?

"Zamparini è il classico presidente tifoso che si fa prendere fortemente dall'entusiasmo ma anche dallo scoramento. De Laurentiis è più calcolatore, è uno molto attento al bilancio in tempi in cui non si può più strafare. Sono due politiche diverse, saranno i risultati a dire se una è migliore dell'altra".

 

Quanto avrebbe scommesso ad inizio campionato su di un Napoli al terzo posto ed un Palermo al quarto dopo 14 giornate?

"Per me non è una grande sorpresa. A parte Inter, Milan e Roma che hanno qualcosa in più dal punto di vista della rosa, le altre pretendenti al quarto posto quali Napoli, Palermo, Lazio, e compresa la Juventus, sono tutte sullo stesso livello. Gli azzurri e i rosanero meritano la posizione che occupano in classifica, non stanno rubando niente".

 

Nell'ultima giornata di Europa League, la squadra siciliana è stata eliminata insieme alle altre due italiane Juventus e Sampdoria. Solo il Napoli ha ancora possibilità di passare il turno vincendo contro lo Steaua al San Paolo. Per quale motivo la vecchia e gloriosa Coppa UEFA è tanto bistrattata dalle nostre formazioni?

"Sinceramente è una cosa che non capisco: si fanno tanti sacrifici e si corre tanto per conquistare l'Europa, per poi considerarla una sorta di zavorra. Da ex calciatore stento a  credere ad un ragionamento simile, quindi devo pensare che le nostre squadre siano state eliminate perché non è facile giocare in Europa. Nell'ultimo turno abbiamo visto campi ghiacciati, dove probabilmente le nostre formazioni hanno sofferto troppo un clima a cui non sono abituate, e credo sinceramente che in certi periodi dell'anno il calendario UEFA andrebbe un po' rivisto: ho giocato con quelle temperature, e le gambe spesso non rispondono. È facile stare comodamente seduti a casa e dire che i giocatori non si impegnano".

Ma se l'Europa League non è bistrattata, allora perché le nostre squadre adottano sempre un ampio turn-over nelle gare continentali?

 

"Credo che sia giusto alternare i giocatori a disposizione, altrimenti a cosa servirebbero rose di 20-22 uomini? Si potrebbe essere in 14-15 allora…".

Un eventuale qualificazione del Napoli potrebbe penalizzare gli azzurri in campionato, considerando che le rivali dirette Juve e Palermo si sono "alleggerite" dal peso della competizione Europea?

 

"Sicuramente le squadre che hanno un solo impegno possono allenassi meglio e affrontare le gare di campionato con meno stress psico fisico. Giocare ogni tre giorni non è facile, e può essere più rischioso anche dal punto di vista infortuni, ma il prestigio di restare in Europa League vale indubbiamente questo sacrificio. E nel prossimo turno arriveranno anche le squadre eliminate dalla Champions, quindi ci potrebbero essere incontri di grande fascino…"

 

Lunedì sera a Fuorigrotta arriva proprio il Palermo. Sfida delicatissima per entrambe le squadre, che possono vantare due tra gli attacchi migliori del campionato, ma anche le difese peggiori. Che partita sarà?

 

"Quello che non mancherà sarà sicuramente lo spettacolo. Poi per il resto sarà una sfida aperta a qualsiasi risultato, la classica "partita da tripla". Gli attacchi delle due formazioni sono stratosferici, ma le difese non altrettanto, quindi sono certo che si vedranno tanti gol, ma proprio non ho idea su chi potrebbe spuntarla"

 

Volpecina fantomatico presidente di una squadra: Lavezzi o Pastore?

 

"Sono due giocatori che possono essere determinanti in qualsiasi patria da un momento all'altro. Hanno colpi eccellenti, nei panni di un presidente cercherei di prenderli tutti e due…(ride)"

 

Delio Rossi o Walter Mazzarri?

 

"Sono due tecnici bravissimi, ma senza conoscerli personalmente non me la sento di esprime una preferenza particolare. Quello che si vede in tv non basta per rispondere a questa domanda…"

 

Quanto sarà emozionato Cavani, che lunedì giocherà contro il suo passato?

 

"Gli ex provano sempre emozioni particolari quando sfidano le squadre in cui hanno militato a lungo. Ma credo che Cavani questa sensazione la proverà maggiormente a Palermo, quando tornerà a calcare con la maglia azzurra l'erba del Renzo Barbera, uno stadio che gli ha dato tanto".

 

In conclusione, una curiosità. Sente ancora qualche ex compagno di squadra del Napoli scudettato?

"Più che sentirci, talvolta incontro ancora qualcuno dei miei ex compagni. Ma se devo essere sincero, non capita poi tanto spesso".

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