VIA DA NAPOLI!
La cosa incredibile è la faccia tosta quasi seriale con la quale poi fanno tutti marcia indietro allo stesso modo. Prima si sentono a casa loro, convinti che ci siano solo quei soliti tre gatti imbecilli a guardarli e a gasarsi per la spazzatura ottusa e campanilista che propinano. Poi all’improvviso si rendono conto che per fortuna o purtroppo esiste youtube (http://www.youtube.com/watch?v=Ya4bSnV2gq8) e cercano di battere goffamente in ritirata per smussare gli angoli dell’enorme figuraccia appena fatta. Amo Napoli, ho il cugino di uno zio di un amico che è napoletano, non era rivolto a tutti ma solo ad una parte. Robetta preconfezionata, nessuno di questi soggetti riesce ad accampare una scusa che superi seppur vagamente la mediocrità. D’altronde…
Confesso che trattengo a malapena le dita. Il napoletano di merda che c’è in me potrebbe scrivere cascate di parole sul signore che in mancanza di altri argomenti ha deciso di costruirsi una vacua fama sulla pelle di chi gli dà il pane. Luca Pasquaretta. Da oggi se lo cercate su Google forse troverete anche quest’articolo, vista la carente produzione bibliografica proposta in merito dal noto motore di ricerca. Si potrebbe infierire sull’espressione non esattamente sveglissima del suddetto, o anche sulla sua provenienza non propriamente nordica, cosa che rende ancora più grottesche le sue affermazioni. Ma sarebbe poco elegante porsi allo stesso livello, a trash-endere ce ne sono già talmente tanti che non farlo diventa esercizio di virtù sempre più raro. In realtà basta appellarsi alla coerenza per risolvere almeno in parte la questione: il signor Pasquaretta è corrispondente da Torino per il Mattino di Napoli, foraggiato quindi dal denaro di persone che ha dimostrato di disprezzare. Auguriamoci allora che da oggi in poi nessun giornale napoletano voglia più lasciare spazio a chi ha apostrofato negativamente i suoi lettori. Tralasciando i patetici tentativi di ritrattazione, sarebbe un bel messaggio da mandare a chi tanto si riempie la bocca con Napoli e con la merda. Ma quella forse vien fuori naturale…
Rampulla, Gullo, Criscitiello, Pasquaretta. Andando a memoria, sono gli ultimi protagonisti di espressioni infelici sui napoletani. Stendendo un velo pietoso sul clown triste Gullo, la curiosità è che gli altri tre di questi quattro simpatici censori provengono dal Sud Italia. Eppure sono lì, in braccio ai padani (?) ad ostentare il loro odio per il Napoli, con l’arroganza di chi pensa di avere le spalle coperte. C’è chi sa aderire ai (pessimi) gusti del pubblico con la naturalezza della salamandra, mantenendone poi anche la caratteristica viscidità. Considerato il pessimo sfondo umano della trasmissione, è da definirsi addirittura eroico quel giornalista napoletano che ha avuto la forza di difendere strenuamente la sua città, nonostante la fede calcistica avversa. Chapeau, ma cambia squadra!