Verdi, da “stella” a “uno dei tanti”?

Un attaccante che prende palla, salta secco l’avversario e punta dritto verso la porta, con rapidità e forza. Si posiziona a destra o a sinistra, ma anche come regista avanzato. Produce giocate imprevedibili e dal grande spessore tecnico, è capace di segnare e fare assist senza distinzione di piede.

Questa descrizione scolastica delle caratteristiche di Simone Verdi è fedele alle prestazioni impressionanti del ragazzo pavese negli ultimi due anni in Serie A. Una gioia per gli occhi degli amanti del calcio: Bologna ha visto un calciatore che unisce l’utile al dilettevole, migliore dei suoi per distacco nella passata stagione. E le big italiane non sono rimaste a guardare: accostato anche a Roma e Inter, Verdi è infine approdato in terra partenopea.

I presupposti per ripetersi ci sono tutti, ma è immediato capire che Napoli non è Bologna, senza nulla togliere ai rossoblu. L’anno scorso era titolare inamovibile, con corsa e fiato da vendere, colui che crossa, tira, dialoga ed estrae il “coniglio dal cilindro” nel momento del bisogno. 10 gol e 10 assist, il 50% sul totale dei 40 gol realizzati dal club emiliano. Dominante.

Così, a 26 anni, arriva per lui il banco di prova. Da star della squadra a “uno dei tanti” attaccanti azzurri. C’è ancora timidezza nelle sue giocate, spesso limitate al giro palla e al compitino. E’ lecito aspettarsi più iniziativa. Qualche segnale positivo si è visto al Grande Torino, quando costruisce e finalizza l’azione gol, ma il minutaggio resta scarso e la concorrenza fortissima.
Verdi ha bisogno di tempo, sì, ma intanto l’asticella dei compagni di squadra si è alzata, e non basta la fama di gran tiratore di punizioni per rubare la “mattonella” a Insigne, né si può scalzare Callejon presentando il curriculum da esterno alto.
Dov’è il ragazzo ammirato in Bologna-Crotone, capace di segnare due gol su punizione con due piedi diversi nella stessa gara? O quello che realizza i goal con traiettorie balisticamente impossibili da spiegare? Il Napoli lo ha in rosa. Ora sta a lui dimostrare a tutti di avere la personalità necessaria a confermarsi come “grande giocatore” e a non scivolare nell’albo dei “buoni attaccanti”.

Andrea Mallardo

Studente di scienze politiche, iscritto alla associazione italiana arbitri. Segue il Napoli con passione e oggettività. Ha come diversivi il viaggio e lo scrivere. È alla sua prima esperienza come giornalista sportivo

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