VENTO DI PASSIONE
C’è chi inizia a interessarsi al calcio per non fare la fine di quelle casalinghe disperate che passano la loro giornata in giro per i canali a diffusione regionale, ingurgitando ore e ore di spazzatura televisiva. Il copione è più o meno sempre lo stesso, così come spesso è identica anche la provenienza di tutti i polpettoni più indigesti del genere: l’Argentina. Terra di tango, di asado e di grandissimi talenti dell’arte pedatoria, ma purtroppo paese natale anche delle terrificanti telenovelas. Che incollano allo schermo donne (e talvolta anche uomini, perché no) di mezza età che iniziano ad appassionarsi morbosamente alle vicissitudini amorose di improbabili bellocci di serie C (anche se di questi strani tempi sarebbe meglio dire di Lega Pro), come dire che se loro sono attori Lassie poteva ambire all’Oscar.
C’è chi sceglie il calcio, dicevamo, e puntualmente si ritrova a due piedi nel bel mezzo di un mattone torcibudella. Se non è una persecuzione poco ci manca. E in effetti il protagonista principale di questa vicenda sembra un po’ uscito da un serial del genere. La differenza è che qui non puoi cambiare canale e te lo ritrovi davanti ovunque ti giri. Alejandro Mazzoni, si chiama, di mestiere fa il procuratore di Ezequiel Lavezzi. E ci sarà un motivo se ha pochi altri assistiti, nessun’altro di grande nome. Questo personaggio ha il vizietto di parlare troppo e sempre degli stessi argomenti, e solo perché ha la fortuna di seguire da vicino il campione più osannato di Napoli costringe anche i giornalisti a parlare incessantemente di lui. Già in passato ci aveva deliziato con sortite inopportune quanto ineleganti; ora però ci ha preso gusto. Ha iniziato qualche settimana fa a menarla per il rinnovo del suo assistito che da par suo sembra non accontentarsi di avere quattro auto e una villa a Posillipo. Vuole di più, sempre di più, ogni tre mesi un po’ di più. Al punto che perfino i suoi migliori fan si sono spazientiti e non sono più così disperati all’idea di vederlo partire, se il prezzo da pagare per la permanenza è assistere a scadenza trimestrale alla stessa soap. Fastidiosa nei fatti ma addirittura stucchevole nei modi, con questa fantomatica offerta via sms del Liverpool che un giorno c’è e l’altro invece no. Ora forse l’ha messa Benitez in persona, la parola fine, con un comunicato che lascia poco spazio all’immaginazione: Lavezzi non ci interessa, mai ci è interessato e mai ci interesserà. Punto e basta? Neanche per sogno. Don Alejandro fa orecchie da mercante e rilancia. È Benitez a mentire, l’offerta c’è eccome. Se ha il messaggino a dimostrarlo c’è da credergli senz’altro. D’altronde il Manchester United vuole Montervino. Posso assicurarvelo io, ho un’e-mail ricevuta da alexferguson@virgilio.it che presenta un’offerta di cinquanta milioni di euro…
Scherzi a parte, l’unica cosa certa in questa vicenda è che Napoli e il Napoli vogliono bene a Lavezzi e forse potranno ancora reggere le sue bizze contrattuali, ma di sicuro non saranno più pronti a sopportare un’altra sillaba proferita dal signor Mazzoni. Sia se va via, sia se resta in azzurro, solo un consiglio viene spontaneo da dare al Pocho, che nonostante tutto resta ancora un pezzo di cuore: si liberi di questi soggetti perché può guadagnare tanto anche senza fare giochetti da quattro soldi. Se poi trova un’offerta seria (e vera, soprattutto) e vuole andarsene, si accomodi pure. Il Napoli sarà in grado di sostituirlo più che degnamente, e forse forse ci farà anche un ottimo affare. Del resto se per aver portato il Napoli al dodicesimo posto in classifica Lavezzi vuole l’aumento di stipendio, se lo porta in Champions cosa chiederà, la presidenza della Repubblica?