UN’INTER ‘PROVINCIALE’ MA EFFICACE CASTIGA IL NAPOLI: A SAN SIRO SI PERDE 2-1

UN’INTER ‘PROVINCIALE’ MA EFFICACE CASTIGA IL NAPOLI: A SAN SIRO SI PERDE 2-1 src=

INTER (3-5-2): Handanovic; Ranocchia, Cambiasso, Juan Jesus; Nagatomo, Zanetti, Gargano, Pereira; Guarin; Cassano (59’ Palacio), Milito (73’ Coutinho) (Castellazzi, Belec, Jonathan, Silvestre, Mbaye, Pasa, Duncan, Mariga, Benassi, Romanò, Livaja). All.: Stramaccioni.

NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis; Gamberini (46’ Pandev), Cannavaro, Britos; Maggio, Inler (57’ Dzemaili), Behrami, Zuniga; Hamsik (83’ Mesto); Cavani, Insigne (Rosati, Colombo, Campagnaro, Grava, Fernandez, Aronica, Donadel, Dossena, Vargas). All.: Mazzarri.

Arbitro: Rizzoli (Bologna)

Guardalinee: Manganelli (Valdarno) – Cariolato (Legnago)

IV uomo: Nicoletti (Macerata)

Arbitri addizionali: Valeri (Roma 2) – Giannoccaro (Lecce)

Marcatori: 8’ Guarin (I), 38’ Milito (I), 54’ Cavani (N).

Ammoniti: Handanovic (I), Gamberini (N), Gargano (I), Pandev (N), Behrami (N), Britos (N).

Recupero: 3’ pt, 3’ st.

Dopo la goleada rifilata al Pescara e l’inopinata figuraccia in Europa con il PSV, il Napoli giunge alla Scala del calcio per affrontare l’Inter, in uno scontro cruciale per la corsa al secondo posto e riaccendere, seppur timidamente, qualche speranzella di dare fastidio alla capolista Juventus, sempre più in fuga. Finalmente con tutti gli effettivi a disposizione, Mazzarri lascia in panchina il rientrante Pandev puntando tutto su Lorenzo Insigne, al fianco di Cavani in attacco con Hamsik trequartista; solito centrocampo con Maggio e Zuniga riconfermati sulle fasce e Inler e Behrami centrali, mentre in difesa Britos inizia dal 1’ al posto di Campagnaro, insieme Gamberini e Cannavaro. Sul fronte casalingo, Stramaccioni ovvia alla mancanza dello squalificato Samuel con Cambiasso nell’inedito ruolo di centrale difensivo, spalleggiato da Juan Jesus e Ranocchia; posizione nuova anche per capitan Zanetti, piazzato al centro della linea mediana insieme all’ex indimenticato azzurro Gargano, con Nagatomo e Alvaro Pereira; Guarin agisce alle spalle di Cassano e Milito, preferiti a Palacio partente dalla panca. Nemmeno il tempo di cominciare e il gioco dopo pochi secondi si ferma per un’involontaria gomitata di Cassano ai danni di Gamberini, il quale rimane fuori campo per più di tre minuti. Le due squadre puntano molto sull’agonismo fin dai primi minuti, nei quali non mancano intensi duelli a centrocampo, specie con Guarin che va a insidiare Behrami per poi cercare di costruire gioco, e con Nagatomo e Pereira a otturare le corsie laterali stoppando gli affondi di Zuniga e Maggio. E’ fortunata, però, l’Inter, perché al 7’, alla prima buona occasione, la Beneamata passa: angolo di Cassano e gli azzurri, tutti piazzati uomo su uomo, si dimenticano totalmente di Guarin che accorre da dietro e, eludendo i mancati interventi di Cavani e Maggio, colpisce di piattone destro battendo De Sanctis. Lo vantaggio immediato, causato dall’ennesima disattenzione difensiva, complica ovviamente i piani ai partenopei, i quali appena dopo la rete subìta non appaiono capaci di reagire efficacemente e di arrecare pericoli ad Handanovic & Co. Non solo lo scoramento per il passivo, ma anche l’attenzione in ripiegamento degli avversari, anche con le punte, rende difficile ai nostri il compito di rimettere le cose a posto. E l’Inter, intelligentemente, congela la gara, facendo leva soprattutto sul possesso e cercando di trovare il colpo letale. Il Napoli ha dalla sua, tuttavia, il contropiede; ed è su uno di questi che al 17’ i nostri ragazzi arrivano vicinissimi al pari: percussione di Cavani, servito da Inler, che suggerisce per Insigne largo a sinistra, il frattese converge centralmente, si beve Ranocchia e Cambiasso e tira di destro a giro mandando la sfera a lato alla destra di Cambiasso. Altro pericolo azzurro tre minuti dopo, allorquando Hamsik, raccogliendo una respinta corta di Cambiasso su tiro di Insigne, conclude a sua volta verso la porta nerazzurra: palla ancora fuori. Al 26’ una nuova ghiottissima chance: cross preciso di Insigne dalla sinistra, la palla scavalca la linea difensiva interista e pesca Cavani che a pochi passi da Handanovic si libra in aria e ci mette la testa, ma la sfera finisce incredibilmente fuori; due minuti dopo è ancora il Matador, su cross di Maggio, a provarci addirittura in sforbiciata, mancando il bersaglio. Non è facile per il Napoli trovare gli spazi per fare male, dacché gli interisti difendono a uomo, talvolta piazzandosi con cinque o più uomini dietro la linea della palla: un atteggiamento speculare per quanto si vuole, ma certamente logico allo scopo di difendere il vantaggio e bagnare le polveri al nostro attacco. Tanto vale tentare da fuori: così pensa, evidentemente, Inler al 34’ raccogliendo una respinta su corner di Insigne, ma il suo tiraccio finisce in tribuna. L’Inter attende sorniona che il Napoli commetta il primo errore e, purtroppo per noi, quando tali errori si susseguono in successione, la punizione da pagare è severissima. 38’: Maggio si perde lo scattante Pereira sulla sinistra fintanto che l’uruguagio la mette in mezzo, sul cross Zuniga allontana mollemente di testa, la palla sfugge a Britos e perviene ancora a Guarin che serve Milito il quale elude l’opposizione inefficace di Gamberini e con un sinistro non fortissimo, ma preciso, supera De Sanctis. Due tiri, due reti: la concretezza dell’Inter a fare da contraltare all’evanescenza e alla sufficienza eccessiva del Napoli. Un Napoli che nei minuti rimanenti alla fine del primo tempo sbaglia troppo, preso dal nervosismo e dallo scoraggiamento per il doppio svantaggio; e sono proprio quegli uomini-chiave, come Inler e Hamsik, a commettere errori elementari o a non incidere nel gioco e trascinare così la squadra tutta a una decisa rimonta. Chi cerca di fare qualcosa di concreto è Insigne che al 43’, direttamente su una respinta corta di Juan Jesus, tenta al volo di destro, a giro, spedendo la palla oltre la sbarra traversale. Si chiude sotto di due reti, dunque, il primo tempo. Sotto non nella mole di gioco prodotto, né nelle occasioni prodotte, ma sicuramente nel carattere e nell’atteggiamento (poco coraggio, ma anche pochissima umiltà, il tutto ben visibile nei clamorosi errori commessi sia in fase attiva che passiva), sotto per quel che concerne la maturità nell’affrontare i grandi appuntamenti. Mancano gli uomini-chiave: Inler svogliato, Zuniga fuori fase e sovrastato da Nagatomo, Behrami poco aggressivo. Troppo soli Insigne e Cavani, con un Matador che si sacrifica come sempre, ma poco assistito dai suoi. Inter fortunata, ma certamente più cinica, agevolata dalla rete immediata che le ha permesso di aspettare la reazione disordinata, sebbene intensa, dei partenopei, e sfruttare poi l’esperienza dei suoi uomini migliori, a cominciare da Milito, e con un Guarin sugli scudi.

Il secondo tempo comincia con una novità. Mazzarri decide di rischiare il tutto per tutto, gettando nella mischia Pandev al posto di Gamberini: attacco a tre con il macedone, Cavani e Insigne, e difesa a quattro con Zuniga e Maggio arretrati in terza linea. Non cambia molto nei primi minuti, poiché il Napoli continua a non trovare varchi e cincischia troppo a centrocampo, lì dove Inler continua a essere dormiente. Da un suo errore, al 50’, Guarin innesca Cassano che va in percussione sulla sinistra, entra in area e conclude colpendo il palo alla destra di De Sanctis, con il portiere azzurro comunque ben piazzato. Proprio Inler però, due minuti dopo, tenta la sua arma migliore, il tiro dal limite al termine di una prolungata azione: il suo sinistro viene respinto in angolo da Handanovic. Sull’angolo susseguente prima Pandev, poi Maggio trovano l’opposizione sottoporta dei difensori e del portiere avversario (e anche della traversa, che diamine!) finché Cavani si avventa sulla palla scaraventandola in rete. Galvanizzato dalla rete, il Napoli si getta furiosamente in avanti alla ricerca del 2-2, ma, quasi a frustrare i tentativi generosi degli azzurri, ecco che inizia il Rizzoli Show: fallo fuori area di Juan Jesus su Maggio non fischiato e ammonizioni fiscali a Behrami e Pandev, quest’ultima per proteste forse eccessive, ma legittime, per un tocco di mano di Cambiasso in area. E in più, un’azione azzurra interrotta con pallone che gli carambola sui piedi, impedendo ad Hamsik di imbastire la manovra. Mazzarri, intanto, ha provato a rinsaldare le fila in linea mediana, togliendo l’insufficiente Inler per Dzemaili. I tentativi dei partenopei cozzano con la munita difesa della Beneamata, pronta a smorzare traversoni (non precisi, peraltro) e conclusioni, specie da fuori area; pronta, in particolare, a togliere il respiro con un pressing asfissiante. E, cercando di sfruttare i vuoti lasciati da un Napoli sbilanciato a trazione anteriore, i nerazzurri non rinunciano a rendersi pericolosi, passando sempre per l’inossidabile Guarin la maggior parte dei palloni interisti. Tanto che, a tale scopo, Stramaccioni leva Milito e inserisce lo scattante Coutinho. Al 74’ il Napoli si rende nuovamente pericoloso: Insigne filtra una bella palla per Pandev che però, in piena area, smorza il tiro che Handanovic neutralizza prima che Cavani possa intervenire. Continuano a commette qualche errore di troppo i partenopei, in maniera spesso banale, ma restano in avanti, anche se non riescono a combinare molto, anche per la scarsa rapidità con cui si distendono in avanti e fanno circolare palla. E l’Inter non sta certo a guardare, tanto che all’82’ De Sanctis deve uscire tempestivamente per stoppare Nagatomo lanciato da Guarin e un minuto dopo si ripete addirittura di piede frenando lo scatto di Palacio servito ancora da Guarin. All’85’ Cavani, innescato da Insigne sulla sinistra, penetra in area e crossa, sul traversone Pereira anticipa il neo entrato Mesto, ma in maniera sbilenca, rischiando l’autorete (e prendendo involontariamente la sfera di mano…). Ma l’occasione più grossa capita un minuto dopo: punizione di Insigne dal limite, la sfera pesca in piena area Maggio che, totalmente solo, colpisce di testa, troppo debolmente però per impensierire Handanovic che blocca senza problemi. Il Napoli preme e insiste, e tuttavia all’89’ è l’Inter ad arrivare vicina alla terza rete, quando Palacio entra in area sulla destra, fa fuori Britos, s’accentra e col sinistro sfiora il palo più lontano alla destra di De Sanctis. Nei minuti successivi, a parte un disperato tiro di Cavani a controbalzo su sponda di Pandev viene smorzato da Ranocchia, e a parte una pallonata di Palacio che stordisce involontariamente Britos, non succedere purtroppo più niente. Al di là della difficoltà, già intrinseca, nel dare l’assalto alla Juventus, la sconfitta di San Siro certifica i limiti di un Napoli sfortunato per quanto si voglia nel subire goal sulle occasioni più nitide capitate all’Inter nella prima frazione, ma immaturo, come al solito, nell’affrontare i grandi appuntamenti. Un Napoli generoso in attacco, ma tradito dai suoi elementi fino a ieri brillanti (su tutti Inler e Hamsik), sebbene Cavani e Insigne abbiano disperatamente cercato di raddrizzare la barca. Un Napoli distratto, allo stesso modo e nelle stesse situazioni difensive di sempre, e irrimediabilmente punito dagli uomini più pericolosi della Beneamata, quelli che non possono essere lasciati liberi di colpire a loro piacimento. D’altro canto Stramaccioni, checché possa aver giocato da provinciale e in maniera sparagnina, ha avuto la meglio su Mazzarri usando le armi tanto preferite del Santone di San Vincenzo: difesa corta e ripartenze veloci; con in più, ad ogni modo, quel cinismo e quella concretezza mancate agli azzurri stasera, dopo essere venute meno anche nelle partite precedenti. Non poteva mai essere l’anti-Juve questo Napoli (probabilmente nemmeno l’Inter può aspirare a tale ruolo). Ma questo Napoli, tendente a perdersi e svanire nei momenti-clou della stagione, deve fare molta attenzione a non sciogliersi e, di conseguenza, subire i ritorni di chi lo segue in classifica se vuole arrivare quantomeno terzo.

Translate »