TUTTI A PROCESSO (PREVENTIVO)

Ragazzi, purtroppo stavolta è inevitabile. Il Napoli è indifendibile e il protocollo oltranzista è ineluttabilmente inapplicabile. Rafaeliti e Higuainisti, Callejani e Hamsikofili, anti-DeLa e pro Bigon. Tutti contro il muro, tutti pronti per la fucilazione. Si è persa quella che è stata probabilmente la partita più brutta della gestione Benìtez, e non tanto o non solo per  la sconfitta in sé, quanto per il senso di impotenza che ha dato tutta la serata di San Siro. Reparti scollati, carattere zero, i leader e i top player capofila del tracollo. Tutti, nessuno escluso, nessuno assolto. Stavolta purtroppo ha ragione chi critica: il Napoli è in crisi, senza più scuse né attenuanti. 

E allora via alla sfilata sul banco degli imputati. Detto dei calciatori, chi più chi meno tutti coinvolti in questo tracollo che solo in parte può giustificarsi con i limiti di una rosa incompleta, è tempo di processare e tirare una linea sul risultato (parziale) di una stagione che, se non gli si dà una raddrizzata, rischia di essere una Waterloo senza precedenti per la storia recente del Napoli. Appunto: rischia, non lo è già, ma lì ci arriveremo. Intanto, mentre il tempo delle sentenze è ancora lontano, vediamo chi ha sbagliato e cosa. Al presidente De Laurentiis la colpa di non esser riuscito a fare l’ultimo passo, quello più lungo, con una campagna acquisti non all’altezza delle aspettative e soprattutto – cosa più grave – lasciando la squadra da sola nel momento del bisogno. A Riccardo Bigon, spesso mero esecutore delle volontà di colui che delibera, non va addossata la responsabilità delle spese misurate ma sicuramente quella di un mercato non in linea con le esigenze tecnico-tattiche. Se punti su un allenatore notoriamente integralista non puoi pretendere poi che si adatti ai giocatori che ci sono, specialmente se sono fuori ruolo. Jorginho, Inler, lo stesso Behrami defenestrato in estate. Tutti calciatori che in una mediana a tre rendono da morire mentre a due si perdono in crisi esistenziali spesso senza uscita. L’unico “scelto” (si fa per dire) da Rafa è stato David Lopez, ottimo finché i compagni di reparto hanno retto. L’inguardabile Jorginho delle ultime uscite ha fatto crollare la baracca, mettendo in luce anche i difetti dello spagnolo. Per non parlare della difesa, dove da anni non c’è un terzino degno di tal nome e dove due centrali affidabili sono davvero pochi. Velo pietoso sul portiere, scommessa azzardata ma coraggiosa, che con una situazione più stabile avrebbe anche potuto dare buoni frutti. Don Rafè, comunque, non è esente da colpe. In primis per aver avallato un progetto tecnico sconclusionato e divergente da quello tattico, poi per aver perseguito testardamente la sua strada. Qualche vago tentativo di sperimentazione avrebbe anche potuto farlo, specialmente nel momento in cui è venuta meno una pedina chiave come Insigne. Rinforzare la mediana poteva essere una buona idea, in attesa di gennaio che – almeno si spera – potrà portare un altro centrocampista in linea con il suo credo. Rigorosamente all’estero, purtroppo, visto che in Italia mediani abituati a giocare così ce ne sono davvero pochi. 

Fermiamoci un attimo. Dicevamo che la stagione è ancora lungi dall’essere matura, e infatti è così. È dura essere ottimisti in questa fase, ma è davvero il momento di fare quadrato e riprendersi un attimo. Gli obiettivi (quelli veri, altro che scudetto) sono tutti lì a portata di mano, basta uno sforzo da parte di ognuno dei “colpevoli” per venirne a capo. A strettissimo giro il Parma e la Supercoppa, dove molto giocherà il ruolo dell’allenatore e la sua capacità di riprendere il timone. Poi il mercato di gennaio, dove ci si aspetta qualche sforzo in più e soprattutto qualche acquisto in grado di sposare l’idea del mister. Ma soprattutto lo sforzo più grande dovranno farlo i calciatori, che alla fine sono quelli che scendono in campo. Terzo posto, Coppa Italia, Europa League e Supercoppa: ci scommetterei una mano che Benìtez avrebbe firmato quest’estate per giocarsi questi quattro obiettivi. Sì, anche prima di Bilbao, potete scommetterci. Quindi basta frignare. I bersagli sono lì e ci vuole l’aiuto di tutti per fare centro. Anche il nostro. Quindi, per favore, tutti zitti e pedaliamo.

ANTONIO PAPA 

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