Higuain, uno dei tanti

Nella conferenza pre-Cagliari Massimiliano Allegri ha svelato il quadro di cui tutti sono a conoscenza, anche se qualcuno tra questi tutti continua a far finta di niente. Higuain, il campione strappato ai rivali del Napoli a cifre inaudite, l’uomo arrivato alla corte della Signora e pompato dai media alla stregua di un líder máximo, l’attaccante cannibale in grado di avvicinarsi ai record di una stagione irripetibile, è utile ma non indispensabile. Non è la lampada alogena del vincente progetto bianconero, non è il capo indiscusso dei Campioni d’Italia. “Durante la stagione dovranno esserci delle gerarchie, e in attacco ci sarà competizione, Higuain e Mandzukic non hanno mai fatto le riserve e vorranno giocare sempre, tuttavia è impensabile che Higuain giochi 50 partite, o Mandukic 50, o Dybala 50 e gli altri se ne stiano in panchina“: così ha detto mister Max. Higuain è cresciuto in maniera promettente nel River. A Madrid è stato riserva di lusso dei colossi, ma spesso e volentieri non gli sono mancate frecciate da parte della stampa iberica. Solo a Napoli ha potuto essere re. Perché? Semplice: in tre anni di azzurro ha condiviso con Reina la corona. Lui solo, oltre a Pepe, e nessun altro. Alla Juve, invece, di leader ce ne sono in abbondanza, sia vecchi che nuovi. Lì in mezzo, con quel suo carattere ribelle, con quell’aura da kaiser pretenzioso, rischia di mettersi contro un bel po’ di teste. I goal non gli mancherebbero, figurarsi. Ma la serenità sì. E forse anche i titoloni sulla carta stampata ….

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