Sarri-day: “Io traditore? Ho rispettato tutti a Napoli, essere qui è una scelta d’orgoglio e professionale”

È cominciata alle 11.00 in punto la conferenza di presentazione dell’ex allenatore azzurro Maurizio Sarri in giacca e cravatta, oggi tecnico della Juventus.

Prima domanda relativa inevitabilmente al Napoli: ” Sono nato a Napoli e sono tifoso del Napoli,  avevo dei dubbi sul fatto che il mio ciclo lì fosse concluso, la società mi ha tolto tutti i dubbi contattando Ancelotti. L’esperienza in Premier è stata esaltante, sono stato contattato dalla Juventus, attualmente la più importante società italiana, penso di aver rispettato tutti e ho rispettato la mia professionalità. La dirigenza juventina mi ha fortemente voluto, la sensazione è stata forte; una società compatta nel volermi qui”.

Scegliere Sarri è sintomatico di un cambio di mentalità rispetto alla gestione precedente? Quando cambierà la mentalità calcistica in Italia? : “ Il nostro qui in Italia sarà un percorso indubbiamente lungo, ne parlavamo col presidente. Il nostro gioco in questo momento è un po’ più indietro rispetto ad esempio alla Premier. In serie A sarà un anno stimolante: Conte, Giampaolo, Ancelotti, Fonseca.. si sta creando un ambiente stimolante per vedere qualcosa di nuovo”.

Sulle responsabilità di essere sulla panchina di una squadra abituata a vincere: “ Qui devo rivincere, quindi mi alzerò ogni mattina per studiare i moduli, l’obiettivo europeo ha un coefficiente di difficoltà mostruoso, sarà più difficile riconfermarsi in Italia”.

A livello emozionale cosa le è tornato in mente del suo percorso una volta arrivato nella squadra più importante di Italia? : “ Se avessi vissuto tutte le emozioni che mi avete attribuito voi, sarei morto di infarto almeno vent’anni fa, sono in una squadra con una storia straordinaria, l’emozione è forte ma non è che arrivo direttamente dai dilettanti, negli ultimi anni ho allenato giocatori molto forti, nel Chelsea, qui mi trovo davanti a un campione assoluto e vorrei riuscire a fargli battere un altro record”.

Altra domanda legata al Napoli, sulle dichiarazioni e i gesti contro l’ambiente bianconero tenuti da Sarri nel suo triennio in azzurro: “ Non e che dissi al giornalista che lo querelavo per la Juve, in quel momento era una notizia priva di fondamento. Per tre anni mi sono alzato col pensiero di dover sconfiggere la Juventus, il mio dovere morale e professionale era creare tutto ciò che era in mio potere per farcela perché noi eravamo l’alternativa più credibile. Tutto quello che ho fatto, magari anche sbagliando, l’ho fatto in una maniera intellettualmente apprezzabile”.

Ancora su Napoli e sulle dichiarazioni di alcuni giocatori che lo dipingono come “traditore” : “Un giocatore che vive in un ambiente fa anche dichiarazioni per rabbonirsi l’ambiente ho messaggi privati che smentirebbero queste dichiarazioni, sono tornato in Italia qui rispettando la mia professione. Per le maglie per cui ho lavorato ho sempre dato il mio 110%, non vanno romanzate queste scelte, ho rispettato tutti sempre”.

Gli juventini scettici sul suo arrivo sulla panchina della Juve: “ La mia è una storia fatta di scetticismo, sicuramente vedermi qui ha destabilizzato qualcuno, ma io conosco un solo modo per smentire: fare un bello spettacolo e far divertire. Per quanto riguarda il “vincere” come motto della Juventus, posso dire poco perché ho vinto poco, ma che divertirsi non è antitetico a vincere. Divertire il pubblico serve anche a creare un ambiente stimolante, ricordo le mie prime partite ad Empoli, quando mi dissero che per salvarsi bisognava giocare chiusi: la storia ci dice che hanno vinto allenatori con filosofie di gioco opposte. Rimanere se stessi e trasmettere che nelle proprie idee ci sono vittorie e sconfitte, ma penso che si possa coniugare”.

Un ulteriore domanda scomoda arriva dai microfoni della Rai, sulla tuta e la famosa frase diventata iconica del “andare a prendersi il palazzo”: “ Non stavo interpretando un personaggio, rappresentavo un popolo che non vinceva da 30 anni: volevo lo scudetto, le mie erano dichiarazioni professionali. Sulla tuta? Non ne abbiamo parlato, sul terreno di gioco mi piacerebbe di no”.

Cosa si aspetta mister da Napoli-Juventus? E sui cori razziali? “ Non e che se cambio squadra cambio idea! Andrebbero addirittura sospese le partite e continuerò a pensarlo. Ti dico una cosa, quando esco dal San Paolo so che se mi applaudono o se mi fischiano sarà comunque una manifestazione d’amore, uscirò volendogli bene comunque”.

Dai microfoni del Mattino ancora altre accuse sulla coerenza di Sarri: “Ho fatto tutto quello che potevo, e ho combattuto con la sciabola in mano per vincere per un popolo che non lo faceva da 30 anni, ora mi si presenta la necessità di rientrare in Italia – non ho tutte le colpe, le mie me le prendo – me l’ha data la Juve questa possibilità e ho rispettato la mia professione. Non ho mai recitato, nessuna parte!”

Mister ci potrebbe spiegare finalmente cos’è “ il Sarrismo”? : “Ho letto sulla Treccani che è una filosofia di gioco e non solo, io sono uno che dice sempre quello che pensa, e questo porta agli scontri purtroppo i veri problemi sono quando c’è qualcosa di non detto. Con De Laurentiis al contrario di quanto si pensa io non ho problemi, lo ringrazierò sempre, mi ha permesso di allenare la squadra per cui tenevo da bambino. Non l’ho sentito e non dirò nemmeno sotto tortura chi sono i calciatori del Napoli con cui ho parlato”.

Pensa che le verrà concesso di essere pienamente se stesso anche qui? : “Non ho visto molta etichetta e differenza qui, non lo so quello che può essere lo stile Juve. Certe cose dette da me sono state strumentalizzate, come la storia delle maglie a strisce, si trattava di una discussione tra me e Orsato tra l’altro avvenuta in un Empoli-Milan. Sul dito medio ? Ho sbagliato! È stato un gesto di reazione contro 10-20 stupidi, non ho mai avuto problemi quando mi sono seduto allo Stadium”.

 

Gabriella Rossi

Laurea Triennale in Lettere Moderne conseguita presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, laureanda magistrale Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Mi diverte molto la fotografia, scrivere, andare ai concerti , viaggiare e ovviamente tifare Napoli.

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