Salvagente Coppa Italia: il possibile cammino e la Lazio come modello

Quando i massimi obiettivi d’una stagione compromessa cominciano ad allontanarsi, esiste una competizione che in quei casi può salvarla – la stagione – o quantomeno renderla agrodolce: è la Coppa Italia. Spesso snobbata e ritenuta – per certi versi a giusta ragione – un trofeo di portata inferiore, è un insieme di poche partite che iniziano a diventare davvero interessanti nel momento in cui entrano in gioco le famose teste di serie. A partire dagli ottavi di finale, a partire dall’inizio del nuovo anno solare: atterraggio morbido per il Napoli, che è a metà del mese affronterà una squadra di Serie B, il Perugia, reo di aver superato il Sassuolo nel precedente turno eliminatorio. Potrebbe essere un’occasione da sfruttare per il neo tecnico Gattuso per testare qualche possibile nuovo acquisto – il regista su tutti, presumibilmente in arrivo – ed anche quelle pedine meno utilizzate nelle prime due apparizioni post esonero di Ancelotti. Perché le intenzioni di Gattuso sono già abbastanza chiare: sia per quanto riguarda il sistema di gioco da adottare come modulo predefinito che nelle scelte degli uomini che più ritiene idonei per interpretare al meglio il suo 4-3-3. Gennaro Gattuso sembra essere uno da “titolarissimi”, tanto per intenderci, almeno nelle partite di campionato: il turnover uno dei principali capi d’accusa alla cattiva gestione ancelottiana, ragion per cui è legittimo che l’allenatore calabrese metta piede in una nuova realtà poggiando le prime certezze sui pochi cardini rimasti, i senatori, che nel bene e nel male hanno trascinato il Napoli fino a questo punto, con risultati straordinari. D’altronde è stato chiamato in causa per fare un miracolo, centrare il quarto posto in una situazione disperata: non ha molto tempo e non può certamente perderne dedicandosi agli esperimenti. Il Perugia, però, potrebbe fare eccezione e diventare un’occasione importante per regalare minuti a dei giocatori come Younes, lo stesso Llorente, Lozano, Elmas, che senza le dovute turnazioni rischierebbero di vedere troppa panchina. Poi i quarti, ove mai una compagine della cadetteria ad oggi in orbita play-off, non riuscisse a ribaltare un pronostico pressoché scontato: il tabellone dovrebbe regalare con ogni probabilità la sorprendente Lazio di Simone Inzaghi. Gli attuali campioni in carica, nonché vincitori della Supercoppa, hanno superato in un paio di settimane ben due volte la Juventus, concedendosi ampi spazi di dominio all’interno di entrambi i match, e rendendo così evanescente il tanto decantato gioco sarriano: inoltre hanno a portata di mano una qualificazione “facile” alla prossima Champions League – sono ben piazzati in campionato – ed in primavera potrebbero già ritrovarsi con la mente sgombra a debite distanze di sicurezza dalle rivali attentatrici. Proprio la Lazio potrebbe essere presa ad esempio per sfruttare la Coppa Italia come una sorta di trampolino di lancio, come una ricarica d’energia positiva per affrontare con maggiore entusiasmo e fiducia la stagione successiva. L’anno scorso un finale di campionato in caduta libera, con più bassi che alti, non consentì alla sponda biancoceleste del Tevere di agguantare nemmeno un posto valido per l’Europa League: la Lazio chiuse ottava – la miseria di 59 punti -, ma appunto con una coppa in tasca che di fatto le consentì ugualmente di accedere all’ex Uefa. I “risultatisti” direbbero che Inzaghi avrebbe fatto meglio non solo dei 79 punti di Ancelotti ma addirittura dei 91 di Sarri e forse dell’intero triennio: un’iperbole, chiaramente, una provocazione bella e buona che tuttavia certifica il peso specifico della vittoria di un titolo, capace di abbuonare anche un campionato mediocre o anonimo come quello a cui si sta apprestando il Napoli, al momento troppo distante dalla zona Champions. L’altro quarto di finale generato dalla parte sinistra del tabellone, ove sono ubicati gli azzurri, dovrebbe mettere di fronte Atalanta e Inter. La vincente affronterebbe proprio una tra Lazio e Napoli, in semifinale (andata e ritorno). All’ala destra invece figurano le restanti big del nostro torneo: Milan, Roma e Juventus. Tutte possibili finaliste. Ipotizzando allora che la favorita delle tre, la Juventus, faccia cammino netto e ritorni, dopo lo stop dello scorso anno per mano dell’Atalanta che riuscì ad interrompere l’egemonia tricolore della ‘Signora’ che per quattro annate di fila si era regalata l’accoppiata Scudetto-Coppa Italia, ad approdare all’Olimpico per l’atto conclusivo della competizione, il fascino di ritrovare l’ex Sarri in una sfida secca potrebbe regalare un eccitante mese di maggio. La prossima sarà l’estate della rifondazione, il Napoli chiuderà un ciclo, saluterà parecchi dei suoi campioni: un trionfo è l’unica cosa che manca ad un gruppo che passerà comunque alla storia. 13 maggio 2020: che diventi dunque una data da ricordare ed uno spartiacque per il prossimo decennio. Alzare lo sguardo al cielo e vederlo colorato d’azzurro sarebbe l’addio più bello. E rappresenterebbe un nuovo inizio.

Alessio Pizzo

Studente in Comunicazione Digitale, appassionato di calcio, tecnologia e buone letture. Vanta già esperienza giornalistica con 100 *100 Napoli

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