ROMA SPOGLIATA

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Sembra sia passato un secolo dal 2001, dall’anno del terzo scudetto giallorosso, dalla festosa invasione del Circo Massimo. Lo scenario è completamente cambiato; in quell’occasione la Roma spogliata aveva l’aspetto di Sabrina Ferilli, adesso invece non c’è stato nessuno strip-tease ma una spogliazione vera e propria.

Sembra si sia tornati all’anonimato degli ultimi anni Ottanta, ai tempi della delusione Renato, dell’oggetto misterioso Andrade, al Barone Liedholm e al presidentissimo Dino Viola, entrambi sul viale del tramonto, o nei primi anni Novanta, periodo non meno gramo, con quel Ciarrapico più politicante che presidente.

La Roma è in una situazione che non ha precedenti; ha le mani legate e non può operare sul mercato. O per meglio dire può operare cedendo giocatori solo in cambio di denaro contante, operazione ardua in tempi magri come questi.

Tutto ciò è la conseguenza del pasticciaccio Mexes. La vicenda attorno al difensore francese si trascina dalla scorsa estate. L’Auxerre, società transalpina proprietaria del cartellino, accusò la Roma di condotta sleale avendo acquistato il calciatore sulla base di una rottura "unilaterale" del contratto. La FIFA sulle prime diede ragione alla Roma ordinando la concessione del transfer al francese che diventa così giallorosso, il giorno dopo lo squalificò per sei settimane in attesa di capire quale sarebbe stato l’indennizzo da versare ai francesi dell’Auxerre.

Il Tas, Tribunale arbitrale dello sport, con sede a Losanna in Svizzera, sospese la squalifica sino a nuovo pronunciamento sulla vicenda salvo poi rinnovarla nello scorso febbraio, e sempre per sei settimane, riconoscendo così le ragioni dei francesi.

L’ultima pronunzia del Tas ha respinto la richiesta avanzata del club capitolino di sospendere la sentenza emessa dalla FIFA lo scorso 30 giugno, confermando quindi il blocco di tutte le operazioni di mercato, sia in entrata che in uscita. Questo senza dimenticare l’indennizzo di otto milioni da versare nelle casse dell’Auxerre e ricordando che questo provvedimento ha natura retroattiva per cui gli acquisti sinora fatti di Nonda, Kuffour, Taddei e Bovo sono appesi ad un filo.

Così come per la trattativa attorno ad un sempre più ingestibile Cassano la soluzione più probabile appare lo svincolamento nel 2006 a parametro zero, a meno che il barese non decida di approdare all’Inter sulle base di quella complessa trattativa che porterebbe a Milano anche Christian Chivu.

Non lo sappiamo, ma riteniamo verosimile che questa severità nei confronti della società romana sia consequenziale agli squallidi episodi della rissa con il Galatasaray, al lancio della moneta all’arbitro Frisk, oppure allo sputo di Totti all’Europeo; Sensi o chi verrà dopo di lui, avrà un bel compito nel far crescere la reputazione della Roma.

Sembra passato un secolo da quando la Roma strappò lo scudetto alla Lazio, da quando il calcio romano interruppe il ping pong Milano-Torino, da quando sulle sponde del Tevere si parlava di calcio anziché di debiti, Irpef e fideiussioni.

Ma questa è un’altra storia.

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