Rafa Benitez, ecco perché proprio ora devi restare

benitezLa notte di Kiev lascia in bocca il sapore amaro dell’occasione persa. Il Napoli a trazione offensiva costruito da Rafa Benitez si infrange sul muro ucraino del Dnipro, terza squadra del suo Paese e amante del calcio fisico e di rimessa. Scappa via così il sogno di un trionfo europeo, in una notte difficile da dimenticare soprattutto per Gonzalo Higuain, il top player della squadra, che conferma lo scarso feeling con le occasioni da cogliere al volo, quelle che ti cambiano la vita. Un’annata disgraziata, quella del Pipita, aperta a luglio con la possibilità di sfidare il destino e ribaltare le sorti della sua Argentina solo davanti a Neuer, lì in terra verdeoro, e chiusa ieri sera con l’occasione fallita dopo sei minuti e che va di pari passo con le chances avute all’andata. E’ lui il vero colpevole dell’eliminazione azzurra? Difficile da ammettere, semplice per giustificare la disfatta. L’ex Real Madrid dà adito alle voci spagnole di un giocatore completo, straordinariamente incantevole ma che si spegne improvvisamente quando bisogna diventare campioni. Un attore da Oscar che continua a recitare parti da non protagonista.

Ma dietro una sconfitta così inaspettata sono tante le componenti da analizzare, a partire dal reparto offensivo, una questione che non riguarda solo Higuain. Un solo gol, realizzato da David Lopez centrocampista di quantità, al cospetto di difensori muscolari mediocri che con compattezza hanno respinto ogni timido assalto. E poi l’arbitraggio, discutibile, le scelte del tecnico, l’assenza di De Laurentiis in una semifinale storica e infine la sensazione di aver sbagliato per l’ennesima volta l’approccio. Ma soprattutto quella di aver perso un treno che raramente passa nella vita di un calciatore. Tanti, troppi i fattori che influenzano una sfida lunga 180 minuti e che a conti fatti ha visto uno dei migliori attacchi d’Europa soccombere davanti all’organizzazione coriacea degli ucraini.

Resta questo della notte di Kiev, una partita per riflettere e ricostruire, un senso d’appartenenza da ritrovare e responsabilità da prendere. A partire da Rafa Benitez che proprio adesso dovrebbe abbracciare il progetto e legarsi al Napoli con un lungo contratto, senza tentennamenti o botte e risposte con il presidente. Una firma per ricominciare, per sfidare la sorte e non abbandonare la nave, per dare ora quella mentalità europea tanto decantata e solo in certe occasioni applicata, per riparare ai propri errori e ritrovare quel gioco ammirato nella scorsa stagione e dimenticato nell’ultima annata. Una firma per rivalsa, per dare il buon esempio perché bisogna ripartire e non distruggere, costruire e non annunciare fallimenti. I tifosi e i giocatori del Napoli hanno bisogno di una scossa chiara, netta, decisa che permetta a squadra, ambiente e società di fare quel piccolo passo in avanti verso la maturità. E non c’è business plan che tenga, Juventus docet.

di Claudio Cafarelli

fonte: maidirecalcio.com

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