PANUCCI: “CHE EMOZIONE QUEL NAPOLI-GENOA DEL ’92. IL SAN PAOLO E’ UNO STADIO SPECIALE”
E’ stato tra i difensori italiani più talentuosi degli ultimi vent’anni. Christian Panucci, savonese classe 1973, ritiratosi dal calcio giocato lo scorso anno dopo una carriera da incorniciare condita da scudetti, coppe Italia, Supercoppe, Champions League e perfino una coppa Intercontinentale. Sabato sera il sipario del San Paolo si alzerà su Napoli-Genoa, con un sapore tutto particolare per l’ex calciatore di Milan, Roma e Real Madrid. Era infatti il 24 maggio 1992 quando Panucci esordì in Serie A proprio al San Paolo, con la maglia dei grifoni. Un ricordo indelebile quella Fuorigrotta, calcata dall’elite del calcio italiano. Sfida non da poco per un giovane che cominciava ad affacciarsi timidamente, seppur con tanto talento, sui maggiori palcoscenici del pallone.
Christian, parlaci di quel Napoli-Genoa del 1992…
“E’ tra i ricordi che conservo con maggior piacere perché fu il mio “battesimo” calcistico in Serie A. Era l’ultima giornata del campionato, perdemmo per 1-0 con una rete di Massimo Mauro. In quel Napoli c’era gente del calibro di Alemao, Ferrara, Zola, Blanc, Careca. Esordire contro quei campioni fu un emozione eccezionale, per questo motivo il San Paolo è sempre stato uno stadio a me particolarmente caro”.
Aldo Spinelli, attualmente a Livorno, era a capo dei grifoni di allora. Oggi presidente rossoblù è invece Preziosi. Due personaggi quantomeno controversi, per motivi differenti. Le ambizioni di quel Genoa erano diverse da quelle di oggi?
“Le ambizioni ci sono oggi come c’erano a quel tempo. La differenza è che attualmente a Genova si fa molta fatica a programmare, e questo secondo me è l’errore più grande della gestione Preziosi. Perché si spende tanto, stravolgendo ogni anno la squadra, senza però riuscire a migliorarsi. Spinelli era una persona molto precisa, fatta a modo suo come un po’ tutti i presidenti, ma ne conservo un ottimo ricordo e gli sono molto riconoscente per avermi lanciato nel grande calcio. Sicuramente si tratta di un personaggio vulcanico e passionale”.
Veniamo ai giorni nostri. Sabato sera c’è proprio Napoli-Genoa al San Paolo. Le due squadre sono partite più o meno con gli stessi obiettivi, ma a quattro giornate dalla fine sono molto lontane. Il Napoli è andato oltre ogni aspettativa, il Genoa ha fatto peggio di quanto ci si aspettasse o un po’ l’uno e l’altro?
“Il Napoli è andato al di la di ogni previsione, ha fatto un campionato veramente straordinario, dando al calcio italiano un segnale molto forte. La squadra azzurra ha gettato le basi per fare ancora meglio in futuro. Il Genoa invece ha fatto una campagna acquisti dispendiosa ma ha raccolto molto meno di quanto ci si aspettasse. I liguri avrebbero dovuto continuare la programmazione iniziata con Gasperini”.
Il Napoli fino a due partite fa era in lotta per lo scudetto, poi le sconfitte contro Udinese e Palermo hanno chiuso le porte del tricolore. Normale un pizzico di rammarico o bisogna andare oltre, pensando solo alla conquista della zona Champions?
“La squadra di Mazzarri ha fatto già benissimo, e c’è solo da fargli i complimenti insieme a De Laurentiis e Bigon. Poi è normale che dopo due sconfitte possa esserci un pizzico di rammarico per aver visto sfumare un sogno meraviglioso. Ma bisogna ragionare con intelligenza e non farsi prendere da uno sconforto ingiustificato: la qualificazione diretta in Champions varrebbe quanto lo scudetto per una squadra forte ma giovane come quella azzurra”.
La formazione di Ballardini non ha più pretese di classifica e viene da due vittorie importanti conquistate contro squadre immischiate nella lotta per non retrocedere (Brescia e Lecce). Che Genoa ti aspetti sabato al San Paolo?
“Il Genoa ha dimostrato con queste due vittorie che non ha nessuna voglia di mollare, nonostante le motivazioni non sono al massimo perché la squadra deve solo onorare il campionato. Ma non è da escludere che possa verificarsi un rilassamento fisiologico, ed il Napoli potrebbe approfittarne…”
Gli azzurri riusciranno quindi a reagire dopo il doppio K.O.?
“Dopo una grande cavalcata come quella del Napoli ci può stare un momento in cui si paga qualcosa sia dal punto di vista fisico che mentale. Ma c’è di mezzo una qualificazione in Champions, quindi sono certo che gli azzurri sapranno reagire per non rischiare di compromettere una stagione fino ad oggi eccezionale”.
Quali potrebbero essere gli uomini chiave della sfida di Fuorigrotta?
“Credo che i reparti offensivi potranno giocare un ruolo da protagonista. Quindi dico il tridente per il Napoli, mentre per il Genoa Floro Flores e Palacio hanno le carte in regola per essere determinanti”.
Le due tifoserie sono legate da un gemellaggio quasi trentennale. Che aria si respirava nella settimana di Napoli-Genoa ai tempi in cui vestivi la maglia rossoblù?
“Quelle degli azzurri e dei grifoni sono due grandi storie calcistiche. Quando ero a Genoa c’era un grande Napoli, con il ricordo freschissimo di Maradona. Questa partita era attesa con trepidazione: l’ambiente si caricava molto e c’era una gran voglia di mettersi in mostra vista la nota forza dell’avversario. Per quanto riguarda il gemellaggio è un qualcosa di unico, uno spot molto bello per tutto il calcio”.
Da grande difensore quale sei stato, come giudichi l’acquisto da parte del Napoli di Victor Ruiz e la stagione del capitano Paolo Cannavaro?
“La stagione di Paolo Cannavaro è da incorniciare, ha diretto la difesa in modo magistrale e con personalità. Dopo tante critiche ha dimostrato di essere un giocatore importante; i suoi numeri e quelli del Napoli dicono chiaramente che meriterebbe la nazionale. Ruiz è un ottimo acquisto, si è ambientato bene. Dopo questi sei mesi di apprendistato, credo che l’anno prossimo potrà essere uno dei protagonisti del campionato. Ne ha tutte le qualità”.
In chiusura, dopo le tue ottime performance da commentatore nonché da ballerino, ti rivedremo nel mondo del calcio magari da allenatore o dirigente?
“ (ride). In questo momento non penso ad un futuro in questa direzione. Mi piace molto il lavoro di commentatore che sto facendo con Sky, e fino ad ora non mi è passato per la testa di fare l’allenatore. Circa la mia partecipazione a “Ballando con le Stelle”, devo confessare che sono stati due mesi in cui mi sono divertito tanto facendo una cosa diversa. E’ stata una bella esperienza e mi sono messo in gioco, perché non è facile cimentarsi a quei livelli in televisione. In ogni caso credo di avere un futuro migliore come allenatore che non da ballerino…”