Panettone indigesto

Il Napoli di Gattuso non sa più vincere e stava per perdere la terza partita consecutiva; solo un pari all’ultima gara dell’anno e azzurri che scivolano al quinto posto in classifica. Se le sconfitte con Inter e Lazio potevano anche starci, stasera Gattuso non aveva scuse: doveva solo vincere, ma così non è stato. Il suo Napoli conferma il solito leitmotiv: non sa segnare e alla prima occasiome degli avversari becca puntualmente gol. Al netto delle assenze di Mertens e Osimhen, il Napoli ha rischiato di non fare nemmeno un gol alla peggior difesa del campionato, ad un Torino oramai derelitto, destinato quasi sicuramente alla retrocessione. Un altro pessimo Natale, come l’anno scorso, quando il Napoli stazionava addirittura nell’altra parte della classifica. L’allenatore è lo stesso: quel Gennaro Gattuso che avrebbe dovuto ricostruire una squadra dalle macerie di Ancelotti e che invece, un anno dopo, lo ha distrutto proprio lui il giocattolo. Inutile raccontare ancora una volta che il sul Napoli non ha un gioco (forse non l’ha mai avuto nella sua gestione) e nemmeno la voglia, l’orgoglio per reagire ai momenti difficili. Anche stasera solo urla in campo, ma zero idee e cambi sbagliati: Lozano, clamorosamente disponibile, entra troppo tardi, poi il debutto senza alcun senso di Llorente. Primo tempo sonnolento, come con la Samp dieci giorni fa, ripresa ancora peggio: Torino in vantaggio con Izzo e Napoli che non tira praticamente mai in porta. Sirigu non ha fatto una sola parata degna di nota; Meret è stato persino più impegnato di lui. Alla fine, quasi a tempo scaduto, è una magia di Lorenzo Insigne, al rientro dalla squalifica, a portare via almeno un punto. Il Napoli è Insigne-dipendente e senza la giocata dei singoli non va proprio da nessuno parte: ora anche la lotta per il quarto posto diventa complicatissima, con Roma e Sassuolo che riprendono a correre. Forse, con una sconfitta (sarebbe stata la terza di fila), Gattuso avrebbe persino rischiato di non mangiare il panettone. Si chiude l’anno solare: un cammino in campionato a tratti disastroso tra attuale e scorsa stagione e una Coppa Italia vinta contro la Juventus. Troppo distanti, però, le posizioni di vertice: Napoli mai seriamente in lotta per lo scudetto neanche nella seconda parte dell’anno, nonostante ne avesse tutte le possibilità. Tante le responsabilità del tecnico, sia dentro che fuori dal campo: questa squadra l’ha voluta e costruita lui, ma eppure fa fatica ad allenarla per raggiungere certi traguardi. Insigne, a fine partita, ha parlato ancora una volta di mancanza di cattiveria. La sensazione, però, è che a questa squadra manchi la cosa più importante: un gioco.