NAPOLI, STAI LONTANO DALLO STRESS!
Il Napoli e Mazzarri, ormai un binomio inscindibile, almeno per quest’anno. Una squadra che, ormai da quattro anni, si rispecchia nella tattica e nella testa del suo tecnico. I calciatori conoscono a memoria i suoi codici e lui stesso ripete, in verità soprattutto dopo le vittorie, che solo grazie al suo lavoro e quello del suo staff alcuni calciatori sono diventati top player ed altri sono, per lo stesso motivo, in grado di sostituirli. Da quando è arrivato sulla panchina la squadra ha sempre risposto con grande grinta ed in alcuni momenti, ha mostrato anche un gran bel calcio soprattutto in campionato nell’anno della qualificazione in Champions e nella stessa competizione europea dove ha raccolto elogi dai critici più esigenti. In alcune circostanze, però, la squadra non è riuscita a fare il grande passo, è mancato sempre quel quid in più per fare il definitivo salto di qualità. Se da un lato questo potrebbe anche essere ricercato in un paio di elementi in rosa che non sono mai arrivati, ma questo è un altro discorso, la domanda da porsi è: questa squadra che gioca sempre sui nervi e con lo spirito del suo tecnico non potrebbe allo stesso modo essere prigioniera dell’emotività e dello stress? Milan – Napoli 3- 0 dopo l’esclusione dall’Europa League contro il Villareal, Napoli – Udinese: 1 – 2 e Bologna – Napoli: 2 – 0 dello scorso anno sono solo dei momenti decisivi falliti dagli azzurri. Il comune denominatore è la tensione, lo stress che la squadra ha manifestato in campo mostrando di non sapere gestire la tensione. Quando non si è sereni, si sa, si finisce con il fare degli errori anche nelle cose più banali. Se si vuole fare il definitivo salto di qualità bisogna vincere queste tensioni, smetterla con il vittimismo, dare la colpa al campo, al pubblico, all’arbitro. Questo è un limite della squadra e dell’allenatore che, seppur bravissimo sul piano tecnico tattico, finisce con il perdersi nei suoi stessi punti di forza: tensione ed idee chiare. La tensione è valida quando è positiva quando tutti s’impegnano allo strenuo per raggiungere il successo ma gli si può ritorcere contro perché diventa un limite caratteriale suo e di alcuni giocatori apparsi troppo nervosi in più di una circostanza. Ricordiamo le dichiarazioni del mister sull’anno sabatico ed i litigi di De Sanctis con parte della tifoseria. Le idee chiare, l’andare avanti sempre sulla stessa lunghezza fa si che in particolari momenti d’appannamento di alcuni uomini non si riesca mai a trovare una chiave di lettura alternativa che consenta di superare partite come quella vista domenica al San Paolo. Ricordiamo che si giocava con la Sampdoria che è sicuramente una buona squadra, rigenerata nel corpo e nell’anima da Delio Rossi, ma che è pur sempre una neo promossa qualificatasi al sesto posto in serie cadetta. A questo punto bisognerebbe restare lucidi ed usare la testa parlando di meno e provando ad essere più imprevedibili anche cercando di rompere gli schemi, inventarsi qualche scelta più innovativa e ponderata. La squadra deve capire che non ha nulla da perdere ma tutto da guadagnare e che siamo ancora in pieno febbraio dove gli 0 – 0 diventano più frequenti, ricordiamo Brescia e Cesena e quest’anno la Sampdoria ma non tutto è perduto e non per questo la squadra è diventata scarsa. E’ compito del mister mettere da parte le tensioni, recuperare certezze e trasferirle al gruppo. Il campionato è ancora lungo e la Juventus balbetta ma il Milan sta volando.