NAPOLI – ROMA : VINCE RAFA!

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Un goal di Callejon consolida il terzo posto in campionato del Napoli ed avvicina gli azzurri alla Roma , ormai distante tre lunghezze ( in attesa della gara dei giallorossi contro il Parma). Ma la notizia maggiormente rilevante non è tanto il risultato ottenuto dai partenopei ma la prestazione offerta ieri dagli uomini di Benitez. Chi segue il buon Rafa già dai tempi del Liverpool dei miracoli, avrà storto non poco il naso al termine dei novanta minuti di ieri sera  : a livello di gioco , il Napoli è lontano parente della squadra di inizio stagione che coniugava un gioco sfavillante ai risultati , vittima probabilmente della stanchezza dovuta ai troppi impegni ravvicinati tra campionato e coppe varie , oltre alla già sottolineata inadeguatezza di alcuni uomini di vecchio corso , che difficilemente comprenderanno mai tale sistema di gioco.  La squadra azzurra , complice anche le assenze pesanti di Jorgihno e Behrami che hanno costretto Benitez a schierare l’ormai improponibile mediana composta da Inler e Dzemaili ( pessima la sua prestazione ieri) è stata spesso in balìa della Roma , non confermando l’audace e straordinaria prestazione di poche settimane fa al San Paolo in Coppa Italia. Poco male , ciò che conta in effetti è il risultato , a prescindere da come lo si ottenga. Questa è la frase , o meglio il contenuto , che è rimbalzato per mesi sulle bocche di tutti coloro che non hanno mai perso occasione di bacchettare la visione calcistica sin troppo offensiva del tecnico di Madrid . La consequenziale logica del caso vorrebbe , quindi , che un Napoli dal carattere meno offensivo e più accorto ( come ad esempio quello di ieri che si è fermato sotto la soglia del 40% di possesso palla) , potesse finalmente soddisfare anche i ben noti nostalgici del vecchio e “sano” calcio all’italiana. Neanche per sogno. Siamo a Napoli , siamo in Italia , il paese che si fonda sulla critica distruttiva a prescindere. E quindi , pochi minuti dopo che gli azzurri uscivano vittoriosi dal San Paolo contro i temibili uomini di Garcia ( che , ad onor di critica ,  quest’anno hanno incassato due sconfitte a Napoli sulle tre rimediate nel corso della stagione)  , già si gridava all’ingiustizia del risultato finale , si discuteva su cosa effettivamente non andasse negli uomini di Benitez , su quali fossero i reali motivi dell’appannamento perenne di Marek Hamsik  e sulle ormai arcinote e stucchevoli critiche al 4-2-3-1. Insomma , pare non ci siano speranze : pare che , qualunque sia il risultato finale , il Napoli possa salvarsi dalla gogna nel solo caso riesca ad ogni incontro ad unire i tre punti al bel gioco. Peccato , soltanto che tale chiacchiericcio non salti mai fuori quando a vincere ( senza affatto convincere) siano le altre squadre del campionato. Perché , in casi analoghi , nessuno hai mai rimproverato alla Roma di basare le proprie vittorie grazie ad una difesa di ferro ed alle ripartenze di Gervihno e Florenzi.  Nessuno ha mai evidenziato come spesso la Juventus dei record abbia portato a casa i 3 punti in modo spesso immeritato e magari grazie a diversi favori arbitrali. Questo privilegio è dedicato esclusivamente al Napoli di Benitez.  Addirittura , durante la puntata de “ La Domenica Sportiva” di ieri sera , un ex allenatore azzurro ha sollevato al rinomato parterre presente in studio la seguente perplessità: “ma se fosse davvero il 4-2-3-1 a non mettere in condizione l’attacco azzurro di finalizzare tutte le occasioni da goal create?”  Gli ospiti in studio hanno concordato con l’ex tecnico , la disperazione di chi mastica un po’ di calcio ha inevitabilmente toccato  i massimi storici. L’ultimo confine del paradosso. La Costituzione Italiana riconosce la libertà di manifestazione del pensiero ed il diritto di cronaca. Non saremmo , pertanto , noi a giudicare la bontà delle idee e delle competenze di nessun uomo di calcio. Ci mancherebbe altro.  Sarebbe però confortante se , almeno una volta , in qualche salotto televisivo ( e non solo)  si sottolineasse il fatto che il Napoli ha fino a questo momento disputato otto partite in più della Roma , atteso che si ritrova da Settembre a lottare per tre obiettivi differenti. Sarebbe giusto sottolineare che , nell’immediato pre-partita , Benitez ha dovuto fare a meno di gente come Jorgihno , rivelatosi fin ora indispensabile nello scacchiere tattico del tecnico spagnolo. Sarebbe altrettanto coscienzioso riconoscere i meriti di un allenatore che , sebbene non abbia una rosa al pari della Juventus , ha praticamente ipotecato una qualificazione in Champions League ( gli scongiuri del caso sono obbligatori) , è prossimo nel giocarsi una finale di Coppa Italia e sarà impegnato in settimana in Europa League contro un top club come il Porto. Ma sarebbe soprattutto doveroso , almeno una volta , riconoscere sul campo i meriti di Rafa : perché , che piaccia o meno questo Napoli , la vittoria di ieri porta il suo nome. Invero , nonostante gli azzurri soffrissero il palleggio romanista , Benitez non è voluto venir meno al suo credo tattico : è bastato sostituire l’evanescente Dzemaili con il quadrato Henrique ed insistere sul 4-2-3-1 per portar a casa tre punti d’oro. Non si sa quanti altri lo avrebbero fatto : ex tecnici azzurri avrebbero probabilmente cercato di rinforzare la mediana nell’insperato tentativo di difendere lo 0-0. Ed anche il pluriosannato Garcia , nonostante i suoi uomini abbiano giocato una partita gagliarda e decisamente positiva , ha pagato dazio nel non voler inserire una punta ( Destro) per tentar di portare a casa l’intera posta in palio. In conclusione : diamo a Benitez ciò che è di Benitez. Per una volta. Perché ieri ( e non solo) il maestro ha battuto l’allievo.   

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