NAPOLI – ROMA: CONTRO IL TABU’ NEL DERBY DEL SOLE

Rammarico, tanto rammarico. A bocce ferme e con il sangue che perde il suo bollore post partita, la razionalità e la coscienza dei fatti comincia a prendere forma. Rivedere quello Steaua Bucarest – Napoli porta si l'emozione della rimonta ma anche un senso di rabbia per una gara acciuffata per i capelli quando poteva essere un vero e proprio trionfo!Esaltare l'avversario è una sorta di tattica comune; crearne uno spauracchio può essere produttivo per non abbassare la tensione ma anche per tutelare le aspettative, ma a conti fatti quello Steaua Bucarest andava battuto quasi con un risultato tennistico vista la stragrande differenza partenopea sotto l'aspetto qualitativo: un gol regalato (il terzo), un trovato per mano divina (il secondo) e un gol da terno al Super Enalotto (il primo), poi nella ripresa un cross sbagliato che finisce sulla traversa. Nulla più, lo Steaua è tutto qui, il resto è un monologo azzurro che diventa opera quando, gambe in spalla, si comincia a girare a pieno regime, lì i rumeni non ci hanno capito nulla, investiti da u uragano prepotente quanto improvviso.Tant'è, quella gara va in archivio e il futuro è giù qui. Domenica arriva la Roma al San Paolo, il Derby del Sole (ma non del Sud ndr), la gara maledettamente sentita dal presidente De Laurentiis e come se non bastasse, la gara dei tabù. Tanti ce ne sono da sfatare: il Napoli non batte la Roma in casa da tredici anni e per raggiungere la prima vittoria casalinga tanto attesa. Stavolta non si può proprio fallire, l'uragano Napoli dovrà abbattersi sui giallorossi con una potenza devastante così come accaduto nella seconda frazione in Romania, in 50.000 ci sperano e ci contano. Piccola chiosa: Roma s'indigna contro tutti e tutto quando sul banco della critica sale un certo Francesco Totti, uno che meriterebbe un capitolo a se essendo provocatore quando vuole e vittima quando serve, i leader non si gustano solo per un'intera carriera sotto la stessa casacca, ma dai sacrifici fatti (soprattutto quando si parla di cash ndr) per quella casacca e, in tutta franchezza, lui non ne ha fatti così tanti, anzi…

 

Roma. Claudio Ranieri arriva a Napoli dopo la vittoria stentata e tratti fortunata con il modesto Cluji. La squadra giallorossa vive un momento di totale confusione sia per la situazione dello spogliatoio che per la difficoltà nel gestire l'illusione della scorsa stagione. A questo si aggiunge un mercato modesto e per certi versi sbagliato dove l'unico vero acquisto che porta qualità, Marco Borriello, scredita la scommessa Adriano, invisibile già a fine Settembre. 4-3-1-2 con squadra piuttosto stretta e votata ai continui capovolgimenti di fronte dove ogni palla giocabile passa tra tra i piedi del regista e del capitano Totti. La sorpresa potrebbe arrivare dalla mentalità: dopo la pressione dei calciatori e dell'opinione pubblica sempre pronta a sostenere una sorta d'istituzione calcistica frettolosamente esaltata, il tecnico Ranieri potrebbe abbandonare l'idea del catenaccio per improntare la gara sullo stile contropiedistico. La difesa prevede i due esterni sempre pronti a sganciarsi mentre l'interno sinistro di centrocampo offre spesso spunti per inserimenti da lontano; generalmente il trequartista sostiene le punte, ma in questo caso oscillerà verso i due lati esterni per trovare cross interessanti; occhio all'attacco: grande forza fisica per uno e ottimo tiro per l'altro ma totale assenza di movimento e corsa. Meglio non lasciarli calciare dalla media distanza così come da calci piazzati Indisponibili: Mexes, Perrotta, Julio Sergio, Taddei, Adriano

 

Formazione (4-3-1-2) Lobont (1); Burdisso (29), Juan (4), Cassetti (77), Riise (17); Brighi (33), De Rossi (16), Pizarro (7); Menez (24); Totti (10), Borriello (22)     All. Claudio Ranieri

Ballottaggi: Menez 80% – Vucinic 20%

 

Napoli. Tocca alle prime donne perchè di fronte a 50.000 supporters proprio non si può fallire. Meglio mettere da parte l'arpa della felicità suonata al novantottesimo minuto in Romania per impugnare nuovamente l'ascia da guerra. Pronti alla battaglia, come sempre, senza paura e soprattutto con grande velocità: 3-4-2-1 con squadra larga, ritmo veloce e difesa alta con una mentalità di contropiede basata sull'estro di Lavezzi, l'inserimento di Hamsik e la furia gol di Cavani. Fondamentale sarà tenere il ritmo alto per portare la Roma in difficoltà fin da subito. I due esterni lavoreranno molto così come Pazienza che dovrà agire dalle parti di Menez; meglio non far calciare Totti tenendogli una marcatura stretta per non lasciarlo girare verso la porta, attenzione massima sulla palle da fermo e basta fronzoli soprattutto nel possesso difensivo. Cannavaro dovrebbe farcela e rientrerà al centro della difesa, ciò nonostante Walter Mazzarri dovrà tener caldo il "Piano B" visto che l'ingresso di Vucinic non solo porta a cambiare la struttura di gioco ma rende più mobile e pericoloso il settore offensivo così come accaduto contro l'Inter, in quel caso meglio riproporre il 4-3-3 offerto a Bucarest ampiamente richiesto dalla critica e soprattutto molto più efficace in determinate situazioni di difficoltà sia difensive che offensive. Indisponibili: Lucarelli

 

Formazione (3-4-2-1) De Sanctis (26); Campagnaro (14), Cannavaro (28), Aronica (6); Maggio (11), Pazienza (5), Gargano (23), Dossena (8); Hamsik (17), Lavezzi (22); Cavani (7)     All. Walter Mazzarri

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