Napoli- Juventus vista dalla curva
E’ stata dura ma ce l’abbiamo fatta, abbiamo dovuto aspettare 14 giorni e qualche ora per arrivare a questo match, un match che da queste parti fa storia a se: Napoli – Juve. Le due settimane son servite per caricare a pallettoni la partita, come se poi ce ne fosse stato bisogno… si è parlato di tutto ma poco, veramente poco, di calcio. Sabato sono stato fuori all’Hotel Parker (dove alloggiava la Juve), per sfizio, giusto per capire che aria tirava, e sin da subito ho capito che c’era qualcosa di mastodontico alle spalle, a partire da un servizio d’ordine che a suo cospetto quello riservato a Papa Francesco nel 2015 sembrava la sagra delle arance e dei limoni. Napoli paralizzata, in un suo punto nevralgico, dalle 19:30 e per oltre un’ora perché “deve arrivare la Juve”… vai a spiegarlo ai Napoletani. La domenica mattina è solo un countdown al match, partenza alle 17:00 e solita combriccola… destinazione San Paolo ! Arriviamo fuori al Gazebo, per la solita birra e dalla bocca di qualche amico tra un sorso e l’altro esce fuori la parola “…GUAIN”, c’è chi risponde “indifferenza”, come se poi noi fossimo friulani o altoatesini, chi lo fischierò e chi lo abbufferà di maleparole. Vedremo chi avrà il sopravvento sull’altro. Entriamo in Curva B, scalinata tra il DECK 3 e 4, settima fila a partire dalla balaustra superiore, posto 1 e 2. Ci accomodiamo e dopo qualche minuto alcuni giocatori della Juve saggiano, in divisa ufficiale (quello stile comunione per intenderci), il terreno di gioco… ed è subito bordata di fischi, tranquilla però niente di particolare. Nel frattempo veniamo a conoscenza della formazione ufficiale del Napoli, Rafael e Strinic le novità, Allan la conferma… per il resto tutto invariato. Le due squadre sono pronte per il riscaldamento, ce ne accorgiamo dai preparatori atletici che hanno già schierato nella propria metà campo l’attrezzatura per gli esercizi. Ecco, la Juve è la prima squadra a scendere in campo, entrano in fila indiana, uno dietro l’altro… “NON E’ LUI… NON E’ LUI… NON E’ LUI…” così fino al decimo elemento, l’undicesimo “E’ ISS’ ! O’ SPUORC’… O’ TRADITORE !”… e dopo qualche secondo posso serenamente affermare che vincono di gran lunga quelli che lo hanno fischiato e quelli che gli dicono le maleparole. Per la prima volta ho visto il pubblico napoletano affezionarsi all’allenamento dell’avversario, quasi non accorgendosi che nel frattempo anche il Napoli era entrato in campo. Il riscaldamento è uno show da parte del pubblico partenopeo che ogni volta accompagna il tocco di palla del “9” avversario sempre con un complimento diverso, poi la Curva A lo chiama per ben 3 volte e gli fa capire che la scelta di andare a Torino è in parziale disaccordo con il loro pensiero, ma va bene così. Le squadre rientrano negli spogliatoi e la gente può riposare un po’, qualcuno ha già sprecato parte delle energie nel pre-match. La curva B distribuisce bandierine ed espone uno striscione significativo: “NON C’E’ COSA PIU’ BELLA CHE SOSTENERE I COLORI DELLA PROPRIA TERRA”, chiaramente riferito a coloro che seguono una passione senza radici e fondamenta, una passione finta e priva di significato, chiaramente riferito agli juventini. Nella curva A ricordano al Juventus Club di Alife, che hanno dimenticato di citare qualche targa nella confessione alla polizia. Le squadre scendono in campo, il Napoli in maglia bianca con striscia obliqua azzurra (ribattezzata oramai ra’ Madonna nell’Arco) e la Juve in maglia blu. Pronti… via ! Chi batte per prima ?! La Juve ! Chi c’è sul pallone ?! Il “9” ! Si parte sin dall’inizio con la bordata di fischi assordante. Il Napoli è aggressivo sin dalle prime battute di gioco, ma come spesso accade è troppo frenetico… palla persa a centrocampo e al 6’ la Juve passa in vantaggio con Khedira, che dopo un bello scambio con Pjanic batte Rafael con un sinistro forte ma non irresistibile. 0-1. Da ora in poi sarà un monologo azzurro, 84 minuti che Rafael poteva dedicare alla sua famiglia, ad un suo Hobby, ad una sua passione… ed invece è stato costretto a stare tra due pali e una traversa. 20’ – Mertens serve Hamisk, dopo un palla recuperata da Allan, ma lo slovacco tira fuori. 31’ – Ancora Hamsik, dopo un’azione tambureggiante del Napoli, ma Marek è ancora una volta impreciso. 34’ – Questa volta è Mertens a mettere paura alla Juve, con una finta fa prima fuori Chiellini e poi calcia debolmente di sinistro tra le braccia di Buffon. Finisce il primo tempo, e il Napoli tra occasioni gol, possesso palla ed una serie infinita di calci d’angolo meritava sicuramente il pareggio. Tra lo sconforto degli occasionali e i fiduciosi stakanovisti, comincia la ripresa. 50’ – Insigne va vicino al pareggio, dopo una bella azione, tiro alla Lorenzo e palla che esce di un soffio sopra la traversa. 56’ – Il Napoli pareggia con Callejon… ma è tutto fermo. L’arbitro fischia il fuorigioco dello spagnolo. 60’ – Questa volta Hamsik fa 1-1 dopo un fantastico assist di Mertens, il capitano azzurro mette la palla in rete. 1-1 e palla al centro. 61’ – Il San Paolo trema. 64’- Pali di Mertens, dopo un errore clamoroso della difesa bianconera, Dries va in contrasto con Buffon ed il pallone va sbatterà per ben due volte sul palo. 90’ Splendida palla di Zielinski per il Callejon, che col suo movimento classico taglia sul secondo palo e di testa mette di qualche centimetro al lato. 93’ arriva il triplice fischio dell’arbitro. La partita finisce 1-1 con un Napoli che ha dominato la gara, ma che non è riuscito a vincerla. Una Juve in versione Crotone, più forte chiaramente, venuta al San Paolo per non perdere, mettendo un muro dinnanzi la difesa… figuriamoci cosa saranno capaci di combinare mercoledì sapendo di avere 2 gol di vantaggio. Noi come nostro solito mercoledì saremo là, a sostenere, ad incitare, fino al triplice fischio ed anche dopo… perchè per noi non è una questione di trofei, né di soldi né di blasone, la nostra è vera PASSIONE.
Mario Mellone