NAPOLI 2 MENAGRAMO 0
Chi è innocente non patteggia, è carattere. Questo striscione, esposto al ‘Franchi’ di Firenze dai tifosi del Napoli, è quello che i giovani d’oggi chiamerebbero senza mezzi termini “Epic Win”. Non solo per il messaggio in sé, che pure è fortissimo in quanto è una sorta di scacco matto per i rivali juventini, ma anche perché è lo zenit di una guerra a colpi di sfottò e insulti che ci ricorda tanto i bei tempi andati, e che ultimamente vede vincere per distacco i supporters azzurri. Ma non solo.
Provate a chiedere un po’ ai tifosi “neutrali” se preferiscono il malaugurio dei torinesi o l’ironia dei napoletani. Attenzione, guai a difendere il tifoso esagitato che predica violenza e morte, che provenga da Napoli, da Torino o da Timbuctu. Qui si parla di quelli che giocano sul filo della provocazione, del dileggio creativo e perfino dell’autoironia, come dimostra l’ottimo coro pro-Vesuvio intonato dai partenopei nelle ultime uscite. Dall’innocenza violata del famoso “Giulietta è na zoccola” all’innocenza sbandierata in faccia ai bianconeri: il passo è lunghissimo, in mezzo c’è un oceano di originali giochi di parole e sassolini da scarpa che nulla hanno a che vedere con quei beccamorto piemontesi, che mai riescono ad andare oltre il fiero “noi non siamo napoletani” (e meno male) o il disgustoso incitamento al vulcano. Parlare di razzismo sarebbe sbagliato, è piuttosto jettatura della peggior specie. Una jettatura unilaterale, visto che – per dirne una – i tanto bistrattati napoletani non hanno mai pensato di scherzare sul Po o sulle recenti alluvioni. Restiamo umani. Che poi, per restare in tema di simpatie, da che mondo è mondo gli antipatici sono sempre state le cornacchie che vogliono portare jella. Scomodiamo un napoletanissimo Totò, sempre se la citazione a lui attribuita è effettivamente sua: quello che auguri a me, il doppio lo auguro a te. Amen.
Insomma, fuori dal campo Napoli e il Napoli hanno già vinto. Lo hanno fatto sugli spalti ma soprattutto nelle aule di tribunale, dove l’intransigenza azzurra ha pagato ben più della “flessibilità” dei bianconeri, i quali fra patteggiamenti e prescrizioni non hanno propriamente un rapporto cristallino con la giustizia. Certo, alla fine Conte è al suo posto come Cannavaro, Grava e i due punti, ma la differenza è meno sottile di quanto si pensi. Non patteggiando De Laurentiis e i suoi hanno rischiato grosso, eppure alla fine sono riusciti ad ottenere una vittoria pulita. Del resto è meglio ottenere un’assoluzione col brivido che una pena minuscola con lo sconto, no? È carattere…