MOSCHELLA (ILCATENACCIO.ES): “IL NAPOLI PUO’ AMBIRE ALL’EL. LASCIATE LAVORARE RAFA! CRISI DI ALBIOL? ECCO IL MOTIVO…”

L’inizio di stagione del Napoli 2014-15 è stato tutt’altro che brillante, soprattutto se confrontato con quanto di buono gli azzurri erano riusciti a combinare, di questi tempi, un anno fa. Rispetto allo scorso anno, tuttavia, il Ciuccio non ha perso la sua colonia spagnola. La quale è anzi aumentata poiché, a fronte dell’addio di Pepe Reina, alla corte del madrileno Rafa Benítez sono giunti David López e Miguel Pérez Cuesta al secolo Michu. Per parlare di questo Napoli sempre più iberico, oltreché per dare uno sguardo fuggevole a quanto accade nella spettacolare Liga (con un occhio di riguardo all’Athletic Bilbao …), noi di Pianetanapoli.it abbiamo intervistato Antonio Moschella, giornalista freelance e co-fondatore del portale italo-spagnolo Ilcatenaccio.es.

Ciao Antonio! Innanzitutto qual è il giudizio complessivo sull’inizio di stagione del Napoli, una volta arrivati alla seconda sosta dell’anno? Dove possono arrivare gli azzurri?

“Il Napoli ha avuto una ripresa fisiologica, anche perché le qualità ci sono sempre state, nonostante non siano quelle di una squadra costruita per vincere lo Scudetto. Paradossalmente, credo che la sosta non sia affatto propizia. Bisognerà vedere come torneranno calciatori come Higuain e Zuniga, che faranno viaggi lunghi e impegni tediosi. Credo che però il solco con Juve e Roma sia troppo profondo per essere colmato, quindi mi aspetto al massimo un terzo posto, mentre credo che l’Europa League sia un obiettivo importante, visto che vincerla da la sicurezza di giocare in Champions l’anno prossimo. E non dimentichiamoci che Benitez è uomo da coppe…”.

Come viene giudicata dalla stampa spagnola questa primissima fase del secondo anno napoletano di Rafa Benítez?

“In Spagna si sta seguendo meno Benitez quest’anno, forse proprio perché il Napoli sta facendo peggio. Pesa anche l’assenza di Reina e lo scarso rendimento di Albiol, che secondo alcuni non meriterebbe la Nazionale. Per quanto riguarda il difensore credo che l’addio di Reina lo ha condizonato non poco: Pepe era un punto di riferimento in primis per la difesa, oltreché per la squadra intera, e i due comunicavano facilmente e la loro amicizia si era consolidata durante anni di Nazionale”.

Proprio il 7 ottobre, sul vostro sito Ilcatenaccio.es hai scritto un articolo dedicato a Callejon, amato a Napoli ma snobbato in Patria, a partire dal CT Del Bosque. Per quale motivo accade ciò?

“Del Bosque è un allenatore vecchio stampo, che ha uno zoccolo duro che non intende smantellare. L’anno scorso Jesús Navas, un suo pallino, non aveva reso neanche la metà di quanto aveva fatto Callejón. Eppure l’azzurro non è stato preso in considerazione. La sua mancata convocazione in quest’ultima giornata di qualificazioni può essere stata condizionata dall’inizio non eccellente del numero 7 azzurro, quindi magari in un futuro prossimo il tecnico iberico rivedrà le sue scelte”.

Come ti sono sembrate le prime prestazioni ‘italiane’ di David López?

“Credo che David Lopez sia un elemento utile a mantenere equilibrio in mezzo al campo, ma non gli si può chiedere più di tanto in fase di impostazione. È comunque un acquisto voluto da Benitez per puntellare la rosa, quindi positivo”.

E in quanto a Michu, cosa credi gli occorra per sbloccarsi, al di là della sua prolungata assenza per infortunio?

“Michu sa segnare ed è un lottatore, ma non si è mai misurato in una realtà come quella di Napoli, esigente, caotica e ormai di primo livello in Europa. L’ambiente calmo di Vallecas e di Swansea non sono comparabili al San Paolo. Se quel colpo di testa contro il Torino fosse entrato, adesso si sarebbe sbloccato”.

Torniamo un momento su Benítez: che idea ti sei fatto del clima di ostracismo, delle riserve e delle critiche sparate ogni giorno su Rafa da una parte della stampa napoletana e italiana?

“Benitez ha un diverso approccio alla realtà calcistica e si sente. Abituato a fare da manager all’inglese non aveva mai sperimentato attacchi del genere. Eppure i tabloid ci vanno sempre giù pesante! L’ambiente dei media italiani e napoletani non perdona, esagera nel bene e nel male. L’anno scorso era un allenatore foriero di mentalità vincente e calcio champagne, adesso è un mediocre bonaccione. Credo che bisogna lasciarlo lavorare in pace perché alla fine lui risponde delle sue azioni alla pubblica piazza”.

Occupiamoci brevemente della Liga spagnola. L’Athletic Bilbao, per esempio, è passato dalle stelle alle stalle: perché, a tuo parere, i baschi sono scesi così in basso dopo aver eliminato il Napoli dalla Champions?

“L’Athletic Bilbao ha superato il preliminare di Champions con cuore e gambe, ma una volta chiamato a reggere il doppio impegno non ha retto. La loro crisi è passeggera e si riprenderanno, anche se difficilmente torneranno a giocare la Champions l’anno prossimo”.

Secondo te chi è in pole per il titolo di Campione di Spagna?

“Il Barcellona senza dubbio. Fino ad ora in campionato nessuno gli ha fatto gol e lì davanti qualcuno la mette sempre dentro, anche se chissà che l’arrivo di Suarez non rischi eccessivi squilibri con Messi, con il quale è difficile convivere da protagonista. Il Real è più squadra da coppa mentre l’Atletico non ripeterà l’exploit dell’anno scorso”.

Chiudiamo parlando un po’ del vostro progetto Ilcatenaccio.es: com’è e nato, quali sono le sue idee basiche e portanti, quali sono i vostri obiettivi, come siete visti dalla stampa iberica?

“Ilcatenaccio.es nasce 3 anni fa dalla voglia mia e di altri colleghi italiani e spagnoli di vedere il calcio in maniera più analitica e indipendente. Stiamo crescendo piano piano, cercando di offrire quanto possibile, sempre nel segno dell’imparzialità e del rigore giornalistico. Confido molto in questo progetto”.

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