MERTENS: QUANDO LA PANCHINA DIVENTA INSPIEGABILE

MERTENS: QUANDO LA PANCHINA DIVENTA INSPIEGABILE src=

Nella conferenza stampa di vigilia di Napoli-Arsenal, Rafa Benitez aveva tirato fuori dal suo cilindro la storia dell’asino per spiegare ai giornalisti che tutte le chiacchiere su scelte di formazione e disposizioni tattiche restavano fine a se stesse, in quanto è l’allenatore, insieme ai suoi collaboratori, ad osservare tutta la settimana la squadra e infine a decidere a seconda delle indicazioni estrapolate dagli allenamenti. Volendo seguire il ragionamento del tecnico spagnolo, appare inevitabile non mostrare delle perplessità su certe scelte che ormai da tempo appaiono sbagliate e, soprattutto, inspiegabili.

MERTENS OUT, HAMSIK IN Proprio perché il mister osserva costantemente i calciatori durante la settimana, risulta difficile non rendersi conto di una situazione, quella di Marek Hamsik, che è diventata ormai abitudinaria, con prestazioni condite da errori banali, svogliatezza nei contrasti, e sostituzioni inevitabili a partita in corso. Chi entra al posto dello slovacco? Il più delle volte è Dries Mertens, furetto belga troppo spesso rilegato in panchina, che con il suo ingresso in campo cambia letteralmente il volto alla squadra: accelerazioni, dribbling, assist, tiri dalla distanza. E’ successo a Roma, nella semifinale di andata di Tim Cup : Mertens entra in campo al posto di Hamsik, e in pochi minuti scambia con Higuain, dribbling fulmineo su Benatia e bordata di destro nella porta di De Sanctis. E’ successo con la Juventus in campionato al San Paolo : il talento belga sostituisce lo slovacco (a dir la verità, leggermente in ripresa in quella occasione), e dopo due minuti controlla palla, supera Marchisio e pietrifica Buffon con un gran diagonale sul palo lungo. Contro il Parma Mertens ha sostituito Callejon, ma la sostanza non è cambiata; Dries ha subito rianimato lo spento attacco partenopeo con una serie di serpentine e traversoni, mettendo sotto pressione la difesa dei ducali fino a quel momento inoperosa.

TRIDENTE ATOMICO, PERCHE’ NO? La domanda sorge spontanea: perché Benitez relega in panchina l’uomo in grado di garantire fantasia e pericolosità alla squadra, preferendogli un Marek Hamsik ormai lontano parente di quello ammirato nelle passate stagioni a Napoli? Quando le squadre sono arroccate in difesa (la Roma, punita dal belga in coppa, non fa eccezione in tal senso), Mertens appare l’unico in grado di puntare l’uomo nell’uno contro uno e di creare pericoli in avanti, arrivando sul fondo o accentrandosi per calciare verso la porta. Callejon ha movimenti da attaccante puro, mentre Insigne appare molto più a suo agio nel ruolo di rifinitore, quello, per intenderci, alle spalle di Higuain, da trequartista puro. E proprio quando Hamsik è stato fuori per infortunio, il tridente Mertens-Insigne-Callejon ha dato spettacolo nelle gare contro Inter e Sampdoria, con una velocità impressionante nella trasmissione di palla sulla trequarti offensiva e continui scambi di posizione che hanno messo in crisi le retroguardie avversarie. La fiducia in Rafa Benitez è totale, ed è apprezzabile il tentativo (reiterato) di recuperare un giocatore, come Marek Hamsik, che tanto ha dato con la maglia azzurra e da cui ci saremmo aspettati tutt’altra stagione. Ma è indiscutibile il fatto che, attualmente, il Napoli non possa prescindere dalle giocate di Dries Mertens, il belga capace di accendere la luce quando l’attacco partenopeo brancola nel buio.

 

Translate »