Lo Zibaldone azzurro: Napoli-Cagliari dalla A alla Z

Riviviamo la partita di ieri pomeriggio con il classico gioco dell’alfabeto

Approccio al match devastante. Onore e merito alla squadra che è entrata in campo con la cattiveria giusta, con la voglia matta di prendersi a tutti i costi il secondo posto.

Borriello- Dà peso e fisicità all’attacco, favorendo anche gli inserimenti dei quattro centrocampisti. Non viene tuttavia supportato a sufficienza quando si tratta di finalizzare. Marco è solo…per una volta.

Cinismo piuttosto scarso nel primo tempo. 14 conclusioni non si possono tradurre in un solo gol. Un gioco così bello merita di essere finalizzato al meglio.

Direzione Champions imboccata. In attesa della Roma, i partenopei compiono il loro dovere mettendo il fiato sul collo alla squadra capitolina.

Elastico continuo prodotto negli ultimi venti minuti del primo tempo. Palla avanti, palla indietro, palla a destra, palla a sinistra. Il Cagliari non è mai stato così spaesato. Urge una bussola per i sardi.

Farias-Il brasiliano ci prende gusto e dopo la doppietta della stagione 2013/14 segna nuovamente al San Paolo. Gol ininfluente per fortuna, sbaglia probabilmente Rastelli a non inserirlo dall’inizio.

Geniale Marek Hamsik quando a metà della prima frazione di gioco vede Rafael leggermente fuori dai pali e prova a fulminarlo con una conclusione dalla metà campo. L’esito è atroce, un gioiello del genere meritava ben altra sorte.

Hysaj-Il terzino albanese si propone con continuità sull’out di destra, offrendo sempre una soluzione alternativa ai due colleghi di catena. Non ha molto lavoro da compiere in copertura.

Indicativo il +4 rispetto alla scorsa stagione. La crescita del collettivo è progressiva nonostante la Champions, il rammarico aumenta pensando a tutti quei punti perse a causa di nefandezze inammissibili. Le basi ci sono tutte, non bisogna nascondersi, è legittimo crederci!

Linea difensiva impeccabile per 91 minuti, fino a quando Albiol si stacca dal puzzle aprendo un corridoio nel quale si incunea a gran velocità Diego Farias.

Meraviglioso, spaziale, surreale. “Mertens-Insigne”=39 reti=48% di marcature dell’intera squadra. Chi lo avrebbe mai detto a fine ottobre…il bello del calcio!

Nessuna parata degna di nota per entrambi i portieri. Guanti puliti per Reina e Rafael che hanno dovuto utilizzare soltanto i piedi per imbastire una nuova azione.

Otto reti in due partite, ma potevano essere tranquillamente il doppio. Benevolo il Napoli che non ha voluto surclassare ulteriormente un avversario che ha indossato le vesti di un umile agnellino.

Pelo nell’uovo che manda su tutte le furie Maurizio Sarri. Partita fantastica, ma bisogna lavorare sui consueti cali di concentrazione e conseguente abbassamento del ritmo. Non bisogna lasciarsi sfuggire nulla se si vuole costruire qualcosa di importante.

Quindici perle firmate Lorenzo Insigne. Ogni gol non è mai banale, anche in questa circostanza è da ammirare la dolcezza con cui il “Magnifico” accompagna il pallone in fondo al sacco.

Ritorno dal primo minuto per Vlad Chiriches che non demerita mettendosi in mostra per qualche uscita davvero elegante.  Un pericolo costante nell’area di rigore avversaria.

Sau-Prestazione impalpabile quella dell’ex Juve Stabia. Un vero e proprio fantasma, un nuovo caso segnalato direttamente alla redazione di “Chi l’ha visto”.

Trenta reti nel giorno in cui compie trent’anni. Inutile continuare a pensare, inutile continuare a cercare parole per descriverlo. Applausi a scena aperta, chapeau a Sua Maestà Dries Mertens!

Unica macchia il gol subito nel finale. Poteva essere il quarto clean-sheet nelle ultime cinque gare. Poco male, in questa fase conta veramente soltanto il risultato.

Visita psicologica gratuita offerta a Bartosz Salamon, caduto in depressione dopo essere stato umiliato da quel folle con la numero 14. A lui vanno gli auguri di pronta guarigione.

Zielinski-Si accende a tratti, fa male agli avversari con alcune percussioni e lanci di pregevole fattura, tuttavia non è continuo per l’intero match.

 

 

 

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