LA RIVINCITA DI SARRI

DANIELE

Focus sul primo bilancio sarriano

Etichettato come allenatore di provincia, a re indiscusso di Napoli. La strana parabola di Maurizio Sarri, in questi primi cinque mesi alla guida del Napoli. Fu accolto con scetticismo e dissensi della piazza, sostituire Rafa Benitez con due titoli in due anni, non è impresa da poco. I due curriculum non coincidono secondo gli addetti ai lavori e tifosi, l unico successo del tecnico toscano è una coppa interregionale con il Sansovino, mentre il palmares dello spagnolo è una gioia per gli amanti del calcio e sarebbero utili intere pagine per elencare i suoi trionfi, compresi quelli individuali. Le favole del calcio sono belle, affascinanti ed imprevedibili proprio per questo motivo, che tutto non ruota dinanzi ad curriculum illustre, e quindi anche un tecnico con poca esperienza nel grande calcio non è detto che non riesca a far carburare un gruppo di campioni come quelli del Napoli. Nonostante, la poca esperienza internazionale di Sarri, anzi nessuna, il trainer toscano è uno che viene da un grande gavetta, e malasorte vuole che solo da tre anni sta raccogliendo i successi che meritava, ingiustizie di vita si definirebbero. In questo primo bilancio alle falde del Vesuvio, il conto non può che risultare attivo, in queste prime sedici partite, spartite tra campionato ed Europa League, il Napoli viaggia come un treno ad alta velocità, un freccia rossa che solo nelle stazioni di Sassuolo, Empoli, Carpi e Genova ha fatto qualche fermata. Undici vittorie in carniere, quattro pareggi e solo una sconfitta nella prima di campionato in quel di Sassuolo. Un cammino finora che si è suddiviso in due momenti, un Napoli double-facq definirebbero in Gran Bretagna. La fase d’inceppamento, inizia proprio in Emilia Romagna dove i ragazzi di Sarri si arresero sotto i colpi di Floro Flores e compagni, successivamente il mezzo passo falso in casa con la Sampdoria, conseguito da un deludente 2-2 ad Empoli. I motivi che scaturirono questa falsa partenza furono tanti, alcuni affermavano che era una questione di amalgama fra i reparti, altri sostenevano un problema di condizione atletica, effettivamente la questione fu solo di natura tattica. Il sistema di gioco che sciorino’ Sarri nelle prime tre partite non era altrettanto consono alle caratteristiche dei suoi calciatori, il suo fidato e amato 4 3 1 2, fu un modulo che ad Empoli riscosse un ottimo successo, ma a Napoli non sortii gli effetti sperati, anche alcune scelte non furono del tutto convincenti e non contribuirono ad un inizio con i fiocchi, il suo pupillo Hisay, a sinistra incappava solo in brutte figure e si rischio’ di bruciarlo, calcisticamente parlando, per non parlare del trequartista, che in questo Napoli non esiste, e non ha origini dai tempi storici di Maradona, Zola e Benito Carbone. Un giocatore con quelle caratteristiche, visto i forti esterni presenti in rosa, Insigne e Mertens, affannavano ad esaltarsi in quel punto del rettangolo verde, specie il talento di Frattamaggiore. Il coach di Figline Valdarno fu consapevole che qualcosa non girava nel verso giusto, da uomo di campo e soprattutto da tecnico intelligente cambio’ modulo, mise in soffitta la soluzione con il trequartista, ed opto’ per il 4 3 3, con Hisay a destra nel suo ruolo congeniale e Ghouolam dal versante opposto, i risultati furono tempestivi, immediati, alluciananti, da quel momento in poi, dallo scoppiettante 5 0 in casa contro il Club Brugge, il suo Napoli non perde più colpi, nessuna sconfitta in cassaforte da ben undici partite, accompagnante da vittorie roboanti, i numeri e le statistiche sono dalla sua parte, in campionato il Napoli, è quarto in classifica con solo due punti dalla vetta, registra 22 gol all’attivo, vantando il terzo miglior reparto offensivo, dopo Roma e Fiorentina, niente male anche la difesa, il reparto messo giustamente sotto accusa la passata stagione, grazie a Sarri, è diventato il fiore all’occhiello di questa squadra, il punto di forza, solamente otto gol incassati e seconda miglior retroguardia del campionato, dietro solo all’Inter di Mancini. Stratosferico, perché solo con tale aggettivo si può definire, il cammino del Napoli in campo internazionale. Punteggio pieno in classifica, valanghe di gol e qualificazione ai sedicesimi di finale come testa di serie. Quindi, si esclude a priori che si possa incontrare già da subito le squadre che retrocedono dalla Champions League. Soddisfacente anche la gestione del turn-over, non del tutto di marca benitezziana, cambiare tanti giocatori non sta nelle corde del tecnico toscano, secondo lui in campo scendono sempre i migliori, e di conseguenza si varia molto poco, al massimo solamente due cambi, ma non per un discorso fisico ma prettamente tattico. Sulla difesa, il tecnico ha smentito tutti con i suoi metodi  e soprattutto con i risultati, quelli che alla fine fanno la differenza, adesso solo con il turn-over dovrà abbattere l’altro tabù di questo Napoli. Si spera solamente che di questo passo, nel rush finale della stagione, questi calciatori non arrivino spompati al traguardo, bisognerà a metà stagione, comunque dosarli bene e magari far spuntare dal mercato di riparazione qualche sorpresa, qualche pezzo del puzzle che ancora manca nei rimpiazzi, che senz’altro agevolerebbe mister Sarri nel completare lo splendido dipinto. In questo primo resoconto di marca Maurizio Sarri, qualche obiettivo già si è raggiunto, oltre alla difesa che non fa più acqua da tutte le parti e la certezza della qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League, un altro passetto che potrebbe rendere, seppur a metà, la grande opera di Sarri, diventare campioni d’inverno, la strada non è proprio cosi ardua ed in salita, con Inter e Roma, prossimi avversari nella tana del San Paolo, l’obiettivo non è proibitivo, e se poi, scaramanzia a parte, chi è campione d inverno con molte probabilità diventi anche campione d’Italia, sognare a questo punto non sarà più invano.

GIOVANNI DANIELE

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