Il punto su Meret: quanto costa credere in una promessa?
In un momento storico in cui si è portati a guardare al futuro inevitabilmente a scadenza di ventiquattro ore, nel mondo del calcio si cerca di affrontare diverse problematiche con progettualità.
È il caso delle risoluzioni dei contratti: aumenti degli ingaggi e rinnovi sono sulle prime pagine delle agende di ogni club.
È anche il caso del Napoli e tra i primi nomi in analisi c’è quello di Alex Meret. Delle ultime ore è la notizia di contatti tra il portiere friulano e la società per discutere del suo rinnovo in azzurro.
Il giovane portiere è arrivato a Napoli con il marchio del predestinato, campione promesso nato in quel Friuli che ha dato i natali ad illustrissimi compagni di reparto: pensiamo subito a Dino Zoff ma anche a Lorenzo Buffon, parente alla lontana del più famoso campione Gianluigi.
Alex Meret ha qualità che in prospettiva lo lancerebbero tra i più grandi portieri della storia italiana, ma quella con il Napoli almeno fino a questo momento è stata una storia strana. Complici gli infortuni iniziali, il valzer dei portieri dell’ultimo anno e mezzo e il cambio di gestione in panchina, il predestinato Alex non ha ancora realmente espresso tutto il suo valore potenziale.
Ottimo nelle occasioni che richiedono reattività ha avuto spesso e volentieri delle défaillance quando si è trattato di dover uscire coi piedi, in area piccola e dimostrarsi quindi più tecnico. L’arrivo di Gennaro Gattuso ha segnato uno stop decisivo alla storia di Alex Meret in azzurro: il mister calabrese gli ha preferito quasi sempre David Ospina.
Oggi che il campionato è fermo per cause giuste di forza maggiore non si può non valutare nel Napoli il peso che può costituire portarsi dietro – e in panchina – la storia di una stella promessa che i fatti dicono essere abortita ancor prima di esplodere.
Per la necessità di un progetto in cui investire, la domanda è lecita: credere che la stella di Meret possa illuminare il Napoli del futuro, investire quindi, si perdoni il gioco di parole, sull’investimento fatto in passato in vista di quando si tornerà a giocare?
Oppure lasciar andare Alex, sconfessando la scommessa di qualche anno fa, per affidare il Napoli che sarà nelle mani esperte – come si sta ipotizzando – di Sirigu?
La scelta è bilaterale: conta la volontà del ragazzo ma soprattutto la volontà e la voglia di scommettere che ha ancora la Società sportiva calcio Napoli nella persona del presidente De Laurentiis.
Dopo anni di promesse disattese, il Napoli che sarà quando sui campi di calcio sarà possibile tornare a giocare avrebbe bisogno di certezze, di giocatori di assoluto valore e che non hanno bisogno di essere aspettati.
Per questo ribadiamo che la scelta è bilaterale: della società sì ma anche di Alex Meret perché se il friulano crede nelle sue qualità e si affida alla nobiltà del sangue della sua terra natia, lavorando e guadagnandosi il rispetto del mister a Napoli può crescere e diventare un baluardo.
Alex Meret a Napoli da ragazzo può farsi uomo e diventare il campione che in potenza può già essere, accompagnando a suon di parate tutta la squadra. Se non c’è unità di intenti, sogni e progetti è triste dirlo ma a questa strana storia di Alex Meret “promesso campione”, il Napoli potrebbe benissimo rinunciare.