Il pomeriggio nero di DAZN
Se quella di domenica è stata un’anteprima dei prossimi tre anni della Serie A targata DAZN c’è poco da stare allegri. Lo psicodramma è andato in scena alle 12.30: i tifosi interisti e cagliaritani si sono trovati ad ammirare per quarantacinque minuti il fermo immagine di Romelu Lukaku.
Sì perché nella giornata di domenica, la piattaforma in streaming DAZN è andata, per dirla banalmente, in crash. Tardivo – e poco efficace – il comunicato via social dell’emittente, in cui con pochezza professionale ci si scusava per il disagio di “alcuni utenti”.
“Una presa in giro” tuonano i tifosi interisti su Twitter, attacchi più o meno professionali da più o meno professionisti su Facebook. Il disservizio è durato anche il secondo tempo: vittoria al fotofinish dell’Inter, sempre più capolista ,e i tifosi annoiati alla radio hanno potuto godersi il pranzo domenicale.
Già perché anche la radio – e il servizio di ieri pomeriggio ne è stata la prova – con i commentatori odierni non ha il fascino targato Ciotti o la professionalità del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna.
La faccenda, se fosse stata risolta dai tecnici DAZN, sarebbe potuta forse passare in sordina, ma lo psicodramma italico si fa ancora più pressante nel pomeriggio: Verona-Lazio non si vede. Dal tragicomico al ridicolo il passo è stato breve.
Ancor peggio è stata la pezza, ahinoi che dramma non avere dei buoni addetti stampa, messa nel pomeriggio da DAZN riassumibile in questi termini: “un collaboratore ha sbagliato con le credenziali, ha bloccato tutto, temiamo problemi dall’estero scusate”!!!
Il tono dell’ultimo inciso è volutamente forzato e chi scrive lo dice senza problemi: la comunicazione, specie per società importanti, deve essere la base di tutto e bisogna avvalersi di validi e tempestivi collaboratori.
Quando poi ti chiami DAZN e la Lega Calcio ti affida i diritti per i prossimi tre anni di Serie A, dovresti spulciare LinkedIn e cercare almeno un social media manager diverso da chi – con milioni di persone impossibilitate a vedere la partita – pubblica frame della gara con frasi ammiccanti. Archiviato il pomeriggio di Serie A, restano i fatti: DAZN ha ottenuto ai danni di Sky i diritti per trasmettere i prossimi tre anni del massimo campionato. Il paradosso è che gli unici fortunati a poter guardare le gare sopracitate sono stati i possessori di un abbonamento Sky sul canale 209.
Ecco che di nuovo dal ridicolo si passa al tragico.
Non vogliamo andare a disvelare l’arcano motivo che ha spinto ad affidare all’ “infante” DAZN la gestione della massima serie nostrana, quanto battere il ferro sul vero punto caldo: cosa succederà l’anno prossimo quando le gare non saranno più due ma dieci e ci saranno milioni di tifosi collegati? A quale collaboratore disattento si potrà appellare l’ufficio stampa DAZN per giustificare quello che – e ieri ne abbiamo avuto la prova – è un fallimento annunciato?
Lo streaming in questo paese, fatto di piccoli non-luoghi dislocati tra mari e montagne, non può davvero essere considerato il futuro. E soprattutto non può considerarsi tale per il calcio italiano, lo stesso che in tempo di pandemia s’è voluto salvare a ogni costo.
Allora non vogliamo vestire i panni dei detective e scoprire perché – dopo anni di servizio più che buono – la Lega abbia deciso di spostare tutta la Serie A a DAZN. Non vogliamo puntare il dito ai detrattori di Sky che hanno brindato alla notizia, alcuni li capiamo, fa certo più gola l’idea di un “senza giacca” con Diletta Leotta invece che con Caressa and company.
Ironia a parte, vorremmo dalla dirigenza DAZN la certezza di aver messo al lavoro i migliori professionisti per garantire a tutti i tifosi di poter godere al meglio del campionato di Serie A.
Chi scrive ci tiene a riportare il pensiero di un tifoso interista via social perché – nonostante il Dio Pallone sia stato sacrificato in nome del fratello Denaro – in questo sport conterà sempre e solo la gente, quella che affolla gli stadi e che più di tutto manca nel gioco del calcio.
Se non fosse il 2021 non mi sarei nemmeno accorto di tutta questa storia di DAZN. Sarei stato in curva con i miei fratelli a cantare per la mia Inter!
Con la speranza di poter tornare negli stadi, per tifo e per lavoro, a chi sceglie auguriamo saggezza: ci pensino su quelli di DAZN, se c’è da accordarsi con i vecchi nemici di Sky, lo facciano. Il calcio sta già perdendo troppo.