IL LEGGENDARIO WUNDERTEAM AUSTRIACO

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Gli storici del calcio considerano il 16 maggio 1931 come la data di nascita del "Wunderteam", ovvero la squadra delle meraviglie, come veniva soprannominata la nazionale austriaca di calcio negli anni 30’. Quel giorno, una domenica primaverile, i ragazzi giudati dal leggendario ct Hugo Meisl diedero vita alla nascita di un mito, sconfiggendo la Scozia per 5-0. Il Wunderteam prese questo nome perché oltre a meravigliare e a sbalordire gli appassionati di calcio di tutto il Mondo, si schierava con il caratteristico sistema di gioco a “W” che prevedeva ben 5 attaccanti. Un gioco veloce e spettacolare, senza marcature rigide, ma votato solo all’attacco, fase alla quale partecipavano tutti i componenti dell’undici austriaco a partire dal portiere. Ecco come a quel tempo l’inventore di questo modo di giocare, il ct Hugo Meisl appunto, provò a spiegarlo in parole che ancora oggi, a 75 anni di distanza, sembrano quanto mai attuali: “Per giocatori tecnici ed intelligenti non c'è un sistema fisso.

A cominciare dal portiere, tutti devono collaborare ad un lavoro costruttivo preciso ed efficace. Anche il portiere può essere ispiratore di un attacco passando il pallone con precisione ai compagni delle linee avanzate. Dello stesso spirito costruttivo, ma in misura maggiore, devono essere animati anche i terzini e i mediani. Tutti gli undici uomini di una squadra devono stare sempre in movimento, per non permettere all'avversario di indovinare le loro intenzioni. Sempre in azione e continuamente diretti verso la porta avversaria. Anche un mediano, se l'occasione si presenta, può dal centro del campo avanzare di sorpresa fin sotto la rete dell'altra squadra e andare in gol. Naturalmente, un compagno deve immediatamente prendere il posto del mediano che si è spostato all'attacco. Non bisogna mai passare la palla sui piedi del compagno, ma avanti a lui, nello spazio libero, per non arrestarlo nella sua avanzata. Il mio sistema è nessun sistema, ma solo intelligenza, velocità e sorpresa sono gli elementi del successo”. Dopo quel 5-0 alla Scozia, la nazionale austriaca inanellò una serie di risultati impressionanti come un 6-0 e un 5-0 inflitto alla Germania, un 8-1 alla Svizzera, un 8-2 all’Ungheria, 6-1 al Belgio e 4-0 alla Francia. L’unica squadra a tenere testa al magnifico Wunderteam fu la grande Italia di Pozzo, che sconfisse gli austriaci nella semifinale mondiale del 1934 e nella finale olimpica del 1936, così da non lasciare alcuna vittoria di grande prestigio nella bacheca dei ragazzi di Meisl. Lo squadrone era così composto: in porta Hiden, davanti a lui i terzini Blum e Schramseis, i mediani laterali Braun e Nausch con in mezzo il forte centromediano Hoffmann. A completare il tutto c’era il favoloso attacco a 5 punte composto da Zischek, Gschweidl, Schall, Vogel e il leggendario centravanti Sindelar, meglio conosciuto come il “Mozart del calcio”, che con i suoi gol rappresentò la vera stella di quella rappresentativa austriaca. La storia del Wunderteam si chiuse a Vienna il 3 aprile 1938, nella famosa partita in cui si festeggiava, per modo di dire, l’annessione dell’Austria alla Germania hitleriana e di conseguenza anche della nazionale austriaca a quella tedesca. Il ct Meisl era morto da qualche mese, stroncato da un infarto, e quel giorno a guidare il Wunderteam in campo come allenatore-giocatore c’era proprio Matthias Sindelar, ormai diventato il vero e proprio simbolo di un’intera nazione. La partita si chiuse con la vittoria, neanche a dirlo, dell’Austria sulla Germania per 2 reti a 0, una delle quali portò proprio la firma di Sindelar, il quale a fine partita non tenderà il braccio al passaggio di Hitler. In seguito rifiuterà anche la convocazione a far parte della nuova nazionale tedesca riunificata e pochi mesi dopo morirà in circostanze misteriose ucciso dai nazisti, che simularono un suicidio. Il 23 gennaio 1939, ai funerali di Sindelar, furono oltre 40000 gli austriaci che accompagnarono il feretro del campione nel suo ultimo viaggio.

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