“Il dito contro”: Inter i conti non tornano
Il dito contro di questa settimana punta dritto all’incoerenza, perché sembra strano quanto le parole di Conte sul calendario ricordino quelle del “piangina” Sarri.
Ai tempi del Napoli, l’immagine di Sarri fu distrutta dai media perché sembrava che le rimostranze dell ex comandante erano solo lamentele per giustificare inefficienze da parte sua e della squadra. La verità di quell’annata è che al Napoli probabilmente non ha retto la pompa delle emozioni: giocare sempre dopo la Juventus – con risultati ottenuti nei minuti di recupero e aiuti degli arbitri vedi Lazio e Inter – ha generato un blackout mentale nei giocatori azzurri.
Sarri lamentava al tempo solo questo non il giorno in più o in meno di riposo come fatto da Conte nelle sue dichiarazioni:
Sta passando inosservato il nostro calendario, che è folle e che sembra fatto per metterci in difficoltà. Ci sono situazioni in cui ci sono 5 giorni di riposo, è la terza partita in cui noi giochiamo contro una squadra che ha un giorno, un giorno in mezzo in più di riposo. Forse non eravamo in Lega quando hanno stilato il calendario. Quando qualcuno deve prendere uno schiaffo, lo prende sempre l’Inter.
Dietro ogni sconfitta o pareggio ha sempre una scusa pronta , ma bisogna guardare ai fatti: nessun club ha speso quanto l’Inter per il mercato.
In entrambe le sessioni la società ha investito tantissimo, come a gennaio con gli arrivi di Erikssen, Young e Moses pur di accontentare l’allenatore che doveva vincere.
La verità però è che l’Inter ha un problema psicologico strutturale che da anni la porta a calare vistosamente nella seconda parte di campionato.
Ci sono giocatori non da Inter come Gagliardini, Brozovic e altri che invece probabilmente lo erano tipo Icardi e Naigolan lasciati andare via senza se e senza ma dall’allenatore che doveva vincere.
Nella gestione del parco giocatori tutte le squadre dovrebbero prendere esempio dalla Vecchia Signora, dal cui spogliatoio non trapela mai nulla.
Mister Conte come altri allenatori o in entrata o in uscita Oltre Po, diversificano i discorsi e gli atteggiamenti. Come dimenticare il Sarri napoletano quando tuonava “andiamo a prenderci il palazzo” per poi rinnegare tutto una volta arrivato a corte, o Allegri che dopo il furto sul gol di Muntari che costrinse il Milan ad abdicare alla Juve, sparò a zero su tutto e tutti.
Poi una volta arrivato tra i bianconeri rinnegò tutti i suoi ardori giovanili.
Questo vale anche per gli allenatori in uscita,non abbiamo ricordi di lamentele di Conte quando era alla Juventus.
Oggi all’Inter una scusa o polemica settimanale.
Anche ieri dopo il pareggio con la Fiorentina:
Ci sono squadre che raccolgono più di quanto seminano e viceversa, noi facciamo parte del secondo gruppo”.A me non interessa arrivare secondo ed essere il primo dei perdenti.
E sì mister Conte, il dito contro questa settimana è puntato alla sua direzione, e più in generale alla coerenza, merce rara nel calcio moderno. E molto probabilmente al rammarico di uno scudetto perso che un’imbarazzante Juventus si appresta a cucire sulla maglia per la nona volta di fila – con proprio Sarri al timone – è il caso di dirlo: fuori i secondi.