“Il dito contro”: Befana amara per il Napoli
La Befana vola sul cielo di Fuorigrotta e a masticare amaro sono i tifosi napoletani che hanno assistito alla terza sconfitta di fila al San Paolo: il Napoli cade con l’Inter di Antonio Conte subendo tre goal, regalati clamorosamente ai nerazzurri, abili e cinici nel non perdere l’occasione di approfittare dei doni ingenuamente offerti da Insigne e compagni.
La Befana vola sul cielo di Fuorigrotta e sono piovuti fischi per questa sconfitta – ingenerosa per quanto effettivamente visto in campo – da parte del pubblico azzurro che avrebbe voluto cominciare l’anno nuovo trovando i tre punti e una prestazione finalmente di carattere.
La differenza nella partita di ieri sera disputatasi tra Napoli e Inter sta tutta nella testa: i ragazzi di Conte hanno garra e motivazione, mentre quelli guidati da Gattuso stanno cercando di sbrogliare una matassa che pare destinata a non sciogliersi mai. Viste le prime partite di gennaio,il consueto “dito contro” che da titolo a questa rubrica non può non essere puntato contro il Napoli e non per le ragioni che accompagnano l’annata scellerata dei partenopei quanto per il poco cuore dimostrato da buona parte degli effettivi in maglia azzurra.
C’è poco da discutere, a mandare avanti un corpo sono il cuore e il cervello e non è molto diverso quando si tratta di una squadra di pallone.
Quando su un campo di calcio la testa dice cose a cui le gambe si rifiutano di dar seguito, a subentrare dovrebbe essere il cuore e la voglia di affermarsi per smentire voci, illazioni, persino la malasorte.
Contro la sfortuna, qualcosa di talmente indefinito, però non si può puntare il dito; certo è che lo scivolone di Di Lorenzo sulla stessa zolla bagnata che ha visto protagonista lo svarione di Zielinski col Parma, porterebbe a tirar fuori corni e amuleti vari o almeno – si spera – alla scelta di non bagnare così tanto il terreno di gioco prima di una partita.
Perché anche contro la malasorte non ci sono alibi ma soluzioni: come cercare di calibrare meglio un tiro per evitare di aggiudicarsi anche quest’anno il record di legni presi.
Non ci sono giustificazioni ma solo soluzioni ed è quelle che Gennaro Gattuso è chiamato a trovare, prima che la puzza di bruciato divampi in incendio.
La Befana ieri volava sul San Paolo e a piovere sono state calze piene di carbone, anche per quelli che sono stati “bravi” nel 2019 ovvero Alex Meret e Giovanni Di Lorenzo ugualmente colpevoli ma ancora giustificabili: il primo perché un errore a partita al portiere è quasi sempre concesso – se davanti c’è chi i goal poi non li sbaglia – al secondo perché è al primo scivolone – letterale e metaforico – da quando veste l’azzurro del Napoli.
Carbone per Insigne, indiziato numero uno per diritto di sangue del momento nero vissuto dal Napoli, anche se suda più degli altri continua ad essere egoista e lontano parente di quello che era, forse perché più degli altri ha voglia di esultare e issare la bandiera azzurra contro questo mal vento che soffia a Fuorigrotta?
Non ci sono giustificazioni ma solo soluzioni e se Gennaro Gattuso cambia a dieci minuti dalla fine, quando i goal di vantaggio degli avversari sono passati a due, il carbone questa epifania lo merita anche il mister calabrese.
Ci sono soltanto soluzioni e molto probabilmente concedere a qualcuno di lasciare Napoli, sarebbe stata quella più giusta: è il caso di Fabian Ruiz.
Lo spagnolo non ha accettato le condizioni per il rinnovo, sembra sempre più allettato da un ritorno in terra iberica, gioca in maniera svogliata regalando pochissimi slanci della paventata classe che l’ha portato a Napoli.
Questa squadra a centrocampo non ha un filtro, con Zielinski lo spagnolo non funziona, quando c’è Allan accanto a lui il brasiliano è costretto a lavorare per due: allora la soluzione sarebbe accontentarlo e mandarlo a casa?
Ieri si sarebbe meritato una calza carica di carbone dalla Befana che volava su Fuorigrotta ma non si può non ragionare più a lungo raggio: l’ha detto tra i denti mister Gattuso che a preoccuparlo non sono gli uomini ma la mancanza di un “qualcosa”, ravvisabile in idee, motivazioni e cuore.
Ci sono soltanto soluzioni, il tempo delle giustificazioni è finito.
L’Epifania ha lasciato un retrogusto amaro per Napoli e i suoi tifosi, a chiusura di un anno dove di bello c’è stato ben poco. Alle porte c’è l’esplosiva Lazio di Simone Inzaghi, la speranza per il Napoli e il suo pubblico è che a tutta questa amarezza segua finalmente un po’ di dolce.