“Il dito contro”: 2019 l’anno degli esoneri, cosa ci aspetta il prossimo anno?

Quando durante una guerra le cose vanno male – soldati ribelli, difese calanti e sconfitte inaspettate – la prima testa a cadere è quella del comandante, aprendo la strada ad un nuovo corso.

La storia del mondo pullula di  vicende legate a leader che perdono la testa – metaforicamente e letteralmente – e l’universo-calcio non è da meno.

Questo girone di andata in serie A ne è stato la dimostrazione: sono crollate tante panchine e tanti allenatori sono stati esonerati. Capitani di embrionali progetti tecnici mai realmente nati, capitati in ambienti nefasti o poco giusti per la loro professionalità e personalità.

Ultimo in ordine di tempo è stato Vincenzo Montella: esonerato dalla Fiorentina, dopo la sconfitta rimediata nell’ultima giornata.

L’ “areoplanino” ha dichiarato all’indomani dell’esonero che i problemi alla Viola restano nonostante la sua cacciata; eppure nella sua carriera è al quinto esonero; allora comincia a pervenire il dubbio che un ottimo calciatore come lo è stato lui, non sia tagliato per fare l’allenatore o che forse sia approdato a quel ruolo troppo in fretta.

Un altro ex calciatore, giunto da due settimane sulla panchina del Napoli è Gennaro Gattuso a sostituire Carlo Ancelotti.

Anche per quanto riguarda il Napoli, nonostante il blasone e la stima incondizionata di cui gode l’allenatore di Reggiolo, la richiesta dell’esonero arrivava a gran voce da mesi ma il patron del Napoli ha resistito.

Ha resistito nonostante i risultati, nonostante una piazza scontenta di quel leader calmo, nonostante il malcontento evidente dei giocatori.

Ha resistito finché la situazione da potenzialmente esplosiva non è divenuta un cumulo di cenere: per rinascere serviva una scossa, risorgere come una Fenice, potenzialmente “ringhiante” e da qui l’arrivo dell’ex milanista Gattuso.

Ma in serie A sono cadute altre teste, crollati altri progetti.

Esonero doppio sulle panchine di Genova: Thiago Motta per Andreazzoli al Grifone, Claudio Ranieri per Di Francesco alla Sampdoria. Abortita dopo qualche mese l’esperienza rossoblù di Thiago Motta dopo la sonora sconfitta rimediata contro l’Inter, il Genoa sembra apprestarsi nuovamente a cambiare leader in panchina.

E poi l’assurda situazione di Brescia con Fabio Grosso, ex campione del mondo, a sostituire Corini: storia morta prima ancora di cominciare, partite perse, ambiente distante e Eugenio Corini ritorna in panchina.

Per continuare con l’Udinese e il cambio di Tudor, per finire al Milan con la scelta di far abbandonare la panchina a Marco Giampaolo in favore di Stefano Pioli. Lo stesso Pioli che da quando ha cominciato ha una media peggiore del suo predecessore.

Allora siamo portati a chiederci cosa sia accaduto in questo primo scorcio di campionato: progetti nati senza ne capo ne coda, presidenti che cambiano allenatori al pari di come cambiano le cravatte, piazze che hanno portato giocatori e allenatori all’esasperazione.

Il “dito contro” di questa settimana punta al malcostume di additare la colpa oltre ogni ragionevole dubbio sempre e solo agli allenatori.

Non valutando molto spesso che alcune squadre hanno delle lacune insanabili e incolmabili – a meno che i patron non decidano di investire – e che anche la “scossa” del cambio non riesce spesso a migliorare le cose.

La speranza per l’anno che verrà è che i nuovi leader delle panchine del campionato di serie A, possano trovare le loro personali “quadrature” per intaccare magari chi ha posti saldi e fissi da anni o addirittura di chi inaspettatamente – viste le storie personali – guida ad oggi la classifica di questo campionato.

Gabriella Rossi

Laurea Triennale in Lettere Moderne conseguita presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, laureanda magistrale Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Mi diverte molto la fotografia, scrivere, andare ai concerti , viaggiare e ovviamente tifare Napoli.

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